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La Sequenza di Fausto Melotti nel giardino di Hangar Bicocca

la-sequenza-melotti-scultura-hangar-bicocca.jpgA chi è capitato di visitare l'Hangar Bicocca, collocato nel quartiere che accoglie la Bicocca degli Arcimboldi, il Bicocca Village e il Teatro degli Arcimboldi, sarà sicuramente capitato di osservare l'imponente scultura collocata nel giardino esterno all'ingresso.

Quest'opera, intitolata La Sequenza, appartiene a una serie di sculture pensate per spazi esterni commissionate a Fausto Melotti in occasione della retrospettiva che si tenne nel 1981 al Forte del Belvedere di Firenze. In seguito l'opera fu restaurata nel 1991 per una mostra a Villa Arconati a Bollate e, a partire dal 2010, collocata all'ingresso di Hangar Bicocca. Qui accoglie il visitatore rappresentando simbolicamente un momento di passaggio all'arte del presente attraverso l'eredità culturale di un grande maestro del passato.

Non si può comprendere un'opera se non se ne conosce l'autore. La personalità e le opere di Fausto Melotti, sono legate alle vicende del pensiero e dell'arte dell'Italia del secolo passato, di cui Milano rappresenta uno dei principali centri di innovazione e di creatività: dal Futurismo di Fortunato Depero al pensiero del movimento razionalista Gruppo 7, fino all'influenza di personalità come Lucio Fontana conosciuto all'Accademia di BreraGiò Ponti e Italo Calvino.

L'Astrattismo geometrico delle prime produzioni è influenzato dall'architettura greca, dalla pittura di Piero della Francesca e dalla musica di Bach. Nel 1934-35 realizza un gruppo di sculture in gesso e metallo definite da numeri anziché titoli (dieci delle quali sono esposte al Museo del Novecento di Milano), in cui si fondono l'influenza del razionalismo e della metafisica. Nello stesso anno, in occasione della VI Triennale di Milano, crea per la Sala della Coerenza l'opera la Costante Uomo, composta da dodici sculture che scandiscono ritmicamente lo spazio in un'installazione ambientale che armonizza colore, parola e piani.

A partire dagli anni '50, si sofferma sul tema del teatro, inteso apertura su una dimensione diversa da quella della quotidianità, abbandonando il rigore astrattista per assumere una vena poetica e narrativa, caratterizzata dall'utilizzo di materiali "poveri" quali il ferro, l'ottone, la stoffa e la terracotta; fino agli anni '70 quando recupera l'aspetto più razionalista e geometrico del suo lavoro, accostandolo al tema del ritmo musicale e della dimensione poetica.

Consapevole che il significato delle varie opere dell'arte moderna e contemporanea, non sia facile da afferrare nell'immediato, La Sequenza è costituita di moduli identici distribuiti su tre livelli di profondità che si alternano tra pieni e di vuoti all'interno di una composizione lineare sinuosa. L'opera rappresenta una sintesi dei temi cari a Melotti: la celebrazione di una visione teatrale, qui intesa come apertura sulla dimensione dell'arte, attraverso le diverse "quinte" che si alternano l'una dopo l'altra; il concetto di modulazione; l'idea del tema e delle variazioni, di derivazione musicale, reso dall'alternanza di pieni e vuoti e dei volumi positivi e negativi, e quello dell'architettura classica e razionalista, data dal ritmo delle lastre di ferro che appaiono come una sintesi astratta e geometrica delle colonne di un tempio.

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