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Santuario di Gianna Beretta Molla a Mesero

Nel paese di Mesero troviamo l’omaggio ad una donna e madre diventata santa….

molla

La parrocchiale di Mesero (MI) risale a poco prima del 1200 ed era dedicata alla Beata Vergine, agli inizi del 1550 subì una prima ristrutturazione.

La pianta presentava una struttura molto simile all'attuale ma l’altezza era molto minore, con due cappelle dedicate alla Madonna del Rosario e a Sant'Antonio.
Verso il 1595 fu costruito il battistero, mentre il 15 febbraio 1562 il vescovo ausiliare di Milano, Gerolamo Ferragatta consacrò l’edificio.
Nel 1638 la chiesa fu rifatta in stile barocco, grazie all'aiuto economico dei monaci certosini da cui dipendeva la parrocchia.
Nel 1727 venne posto l’organo che si trova sopra la porta principale, e nel 1735 fu edificato il nuovo ossario vicino al lato destro della facciata principale. Dal 1972 la vecchia chiesa venne utilizzata solo per le celebrazioni feriali. Dopo che nel 1976 fu chiusa al culto e la parrocchia fu consacrata alla Presentazione del Signore.
Dal 2002 sono iniziati i lavori di recupero e di restauro dell’edificio ecclesiale per trasformarlo nel Santuario della Famiglia dedicato alla Santa Gianna Beretta Molla, canonizzata il 16 Maggio 2004, mentre l’adiacente vecchia canonica è diventata il Centro di Spiritualità Familiare e di Servizio alla vita.

La facciata della chiesa è divisa in due parti con un cornicione, con due finestre in alto con al centro lo stemma della Certosa di Garegnano, mentre l'entrata è preceduta da un vestibolo con due colonne.
L'interno è ad un'unica aula, con a sinistra si incontra il battistero ornato da un bell'affresco di fine XVI secolo sul battesimo di Cristo. La cappella di sinistra è dedicata alla Madonna del Rosario, con una statua lignea posta nel 1745, mentre quella di destra è consacrata a Sant'Antonio, rappresentato in un quadro del XVII secolo con la Vergine Maria e Gesù Bambino, assieme a San Bruno e San Liborio.
Gli affreschi delle pareti, dei pittori Calcaterra e Ferrario, risalgono alla fine dell’Ottocento, mentre quelli sulla volta e ai lati dell'altare maggiore risalgono al 1917 e sono stati dipinti da Zambellini.

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