Alda Merini casa: un workshop per ricordare la poetessa
La Casa Museo di Alda Merini (1931-2009) si nasconde in quel dedalo di viuzze che si trovano tra i due Navigli, quasi nascosta tra le case antiche restaurate, i giardini interni e le rovine di edifici di non si sa quale tempo.
Una volta di fronte ad essa è però impossibile non vederla: un’enorme gigantografia della poetessa sovrasta il muro accanto alla porta d’ingresso e, con la sigaretta quasi alle labbra, scruta il visitatore con uno sguardo profondo, quasi inquisitore, che sembra spogliare il visitatore di ogni certezza: era forse quello lo sguardo che Alda riservava agli ospiti quando accoglieva nella sua casa volti nuovi?
Superato lo stretto ingresso non resta che salire le scale per raggiungere il piano superiore che compone effettivamente il museo. Lungo le pareti si trova un percorso poetico intitolato Sono nata il 21 a primavera, dalla poesia pubblicata nella raccolta Vuoto d'amore e un’altra serie di pannelli con estratti tratti da Testimonianze.
La poesia recita:
Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.
È nota la storia tragica di Alda Merini, che a causa delle difficoltà legate alla vita domestica e alla sua fragilità visse momenti di grave depressione che la portarono più volte a dover affrontare durissimi internamenti in manicomio.
Alda Merini fu però prima di tutto una grande poetessa, dotata di una sensibilità sottile e profonda alimentata dalla sua passione per la vita e per l’amore. Una passione che si radica nel profondo della sua poesia attraversandola di continuo, come un’ispirazione trasversale che non ha guidato solo la sua arte, ma la sua stessa vita.
La Casa museo di Alda Merini cerca di rispecchiare questo suo spirito, che rimane saldo nonostante le sofferenze. In fondo alla stanza al piano di sopra, sulla destra, si trova la ricostruzione della camera da letto della poetessa, con tutti i mobili e gli oggetti che sono stati presi dalla casa originaria in Ripa di Porta Ticinese 47. Una ricostruzione che sembra tentare di restituirci chi fosse Alda Merini tramite le tracce lasciate da lei sulle sue cose: specchi antichi scritti con rossetti, vestiti colorati e lisi, due telefoni, uno stereo, il pianoforte con cui cantava le sue poesie con Giovanni Nuti e su cui si trova un ritratto di Giovanni Paolo II. Manca solo il famoso muro su cui Alda scriveva le sue rime, i pensieri, i numeri di telefono.
Per ricordare Alda Merini, il giorno della sua nascita, che è il primo giorno di primavera come scrisse lei stessa nella sua poesia e che coincide con la Giornata Mondiale della Poesia, alla Casa di Alda Merini è stato organizzato il Festival di-verso, ovvero un workshop dedicato alla scrittura poetica che si terrà alle ore 11.00 e alle 12.00.
Per ulteriori informazioni:
Casa museo di Alda Merini - l’atelier della parola giovane, via Magolfa 32
Tel. 02 88463372 (Biblioteca Sormani, da cui dipende il museo)