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Museo della filosofia: un’opportunità per la Milano del futuro

Una lacuna da colmare, nelle grandi città esistono musei di ogni genere, ma della filosofia sembra che ci si sia dimenticati.

museo-della-filosofia-milanoNasce così, presso il Dipartimento di filosofia “Piero Martinetti” dell’Università degli Studi di Milano, un progetto ambizioso che con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e della Società Filosofica Italiana – Sezione Lombarda si propone quale strumento per comprendere gli argomenti e le teorie filosofiche attraverso una prassi interattiva che si avvale di esperimenti, di giochi, di simulazioni, di video, oltre che di brevi, semplici testi. 

Notevole è stato anche l’impegno da parte delle istituzioni che attraverso il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha assegnato al Dipartimento di Filosofia “Piero Martinetti” nel 2018 un finanziamento straordinario per i “Dipartimenti di Eccellenza”.

Il 5 novembre scorso è stato, quindi, compiuto un primo passo in questa direzione, nelle Salette dell’Aula magna dell’Università degli Studi di Milano si è inaugurata la mostra Il Museo della filosofia: le prime stanze (dal 5 al 21 novembre 2019) che ha un compito introduttivo ovvero vuole far luce sulla natura dei problemi filosofici e sui metodi di cui la filosofia si avvale per discuterli senza però rinunciare a coinvolgere lo spettatore e a sollecitarlo in vario modo, impegnandolo in riflessioni e in giochi, in esperienze estetiche e in vere e proprie sperimentazioni.

Il percorso che le prime stanze del museo ci propone ha natura largamente introduttiva, una volta attraversate le pagine del grande libro – portale d’ingresso, il visitatore è infatti chiamato a riflettere su ciò che caratterizza la filosofia come disciplina e come attività partendo dalla riflessione sulla natura dei problemi filosofici, sulla loro forma, e sulla loro specificità.

Giungendo alla prima stanza, si nota subito un carattere più generale e un più accentuato taglio teorico, tant’è che la riflessione si lega all’esperienza che il visitatore compie essendo invitato ad affiancare alla lettura di testi sollecitazioni di carattere estetico e visivo.

Nella seconda stanza la dimensione dell’esperienza assume una connotazione più interattiva, trovando accanto ai testi vere e proprie situazioni sperimentali, giochi e letture che chiedono una risposta dinamica da parte del visitatore.

Una seconda mostra di natura più progettuale si affianca alla prima, alle prime stanze del museo segue così nella Ghiacciaia della Biblioteca di filosofia la mostra dedicata a il Museo che verrà, ovvero un quaderno di appunti, aperto nell’antica Ghiacciaia intorno a cui sorge la Biblioteca di Filosofia dell’Università degli Studi di Milano. Realizzato in una forma essenziale e grazie al contributo degli studenti della Laurea magistrale, Il Museo che verrà vuole trasformare questo progetto in qualcosa di concreto per la città di Milano e per il mondo che sarebbe chiamato ad usufruirne, ci invita a gettare uno sguardo rapidissimo sulle stanze che un futuro museo della filosofia dovrebbe ospitare.

Ecco che il visitatore è portato ad aprire le porte che danno su tre differenti stanze – la Stanza della Storia della filosofia, la Stanza della Filosofia della scienza e la Stanza dell’Estetica – per consentirci di dare un’occhiata rapida ma dettagliata su quel che racchiudono, un po’ come accade quando in un qualsiasi museo si guardano le opere o gli oggetti esposti in una sala in cui, per qualche motivo, non si può accedere.

Avremo quindi un museo che tratterà delle principali discipline filosofiche analizzandole assieme al visitatore che parteciperà attivamente al percorso:

  • metafisica (ciò che è oltre la fisica e studia le strutture eterne, stabili e immutabili e le cause prime che generano tutta la realtà) e ontologia (studio della realtà in generale);
  • gnoseologia (studio dei fondamenti del conoscere) e logica (studio dei ragionamenti);
  • etica e politica (studio del comportamento umano individuale e collettivo).

Al Museo che verrà fanno eco le lezioni brevissime che la accompagneranno: lezioni di 15 minuti esatti – il nostro modo di ripensare il quarto d’ora accademico.

Concludo invitando tutti i nostri lettori a prendere parte alla mostra e partecipare in modo dinamico alla visita delle stanze contribuendo positivamente alla creazione di quello che sarà un museo unico nel suo genere e di cui Milano sarà pioniera.

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