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Angelone Rizzoli: la fine di un mondo

Il ritratto di un uomo che si trovò a dirigere la Rizzoli in uno dei periodi più difficili della storia italiana.

angelone rizzoliSecondogenito di Andrea e nipote di Angelo, il fondatore dell’omonima casa editrice, Angelone Rizzoli nacque a Como il 12 novembre del 1943.

Dopo un’infanzia serena nonostante la guerra e circondato dall’affetto della famiglia e del nonno, a solo 18 anni Angelone scopri di essere affetto da sclerosi multipla, ma grazie alle cure di medici esperti riuscì ad evitare la paralisi totale.

Superata questa difficile prova, il ragazzo si iscrisse all’Università di Pavia, dove si laureò a 23 anni in Scienze Politiche, per poi ottenere una specializzazione in Media and Communications presso la prestigiosa Columbia University di New York.

Alla morte del nonno, nel 1970, Angelone entrò a far parte del consiglio di amministrazione della Rizzoli, su suggerimento del padre, che sperava di rilanciare la casa editrice contando sulle nuove idee del figlio.

La prima mossa di Andrea e Angelone fu, il 12 luglio del 1974, l’acquisto del Corriere della Sera, il primo quotidiano italiano, che all’epoca stava perdendo all’anno ben 5 miliardi di lire.

Quando nel 1978 Andrea decise di lasciare la Rizzoli, il comando passò ad Angelone, che in poco tempo si trovò ad affrontare l’enorme quantità di debiti e aziende che da anni non davano più profitto.

Schiacciato dalla situazione, l’imprenditore cedette buona parte della Rizzoli al Banco Ambrosiano, diretto da Roberto Calvi, con la collaborazione di Licio Gelli e della P2, il tutto senza che l’opinione pubblica ne fosse a conoscenza.

angelone rizzoli 2L’anno dopo Angelone sposò la nota attrice Eleonora Giorgi, che nel 1980 gli diede il figlio Andrea, mentre contemporaneamente veniva lanciato il nuovo quotidiano della Rizzoli “L’Occhio” dal taglio più vicino al pubblico medio.

Ma nel 1981 il Corriere della Sera venne travolto dallo scandalo detto “Loggia P2” che portò a galla tutte le manovre di Angelone per salvare l’azienda.

Ormai la situazione era arrivata a un  punto di non ritorno e il 18 febbraio del 1983, mentre il Corriere era in amministrazione controllata, Angelone, assieme al fratello Alberto e al collaboratore Bruno Tassan Din, venne arrestato con l’accusa di bancarotta patrimoniale per ben 85 miliardi di lire.

I due fratelli, dopo un lungo e sofferto iter processuale, vennero prosciolti da tutte le accuse, ma i Rizzoli non si sarebbero mai più ripresi da quella mazzata; Andrea mori per un infarto il 31 maggio del 1983, mentre la sorella Isabella cadde in depressione e si suicidò nel 1987 a soli 22 anni.

La casa editrice Rizzoli venne ceduta all’ex rettore della Bocconi Luigi Gualri, che in seguito la vendette all’attuale presidente, Angelo Provasoli.

Dopo un lungo periodo di silenzio, Angelone negli anni Novanta si dedicò all’attività di produttore televisivo, con miniserie come “Padre Pio”,”Cuore” e “La guerra è finita”.

Accusato agli inizi del 2013 di bancarotta fraudolenta, l’ex editore venne posto agli arresti domiciliari presso il Policlinico Gemelli di Roma, dove morì l’11 dicembre di quello stesso anno, a causa delle complicazioni legate alla sclerosi multipla.

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