Joe Colombo alle radici del design italiano
Quando il design era ancora agli albori e forse si guardava agli oggetti d’arredamento più in funzione della loro utilità che della loro bellezza, Joe Colombo capovolse il concetto mettendo in primo piano l’estetica e l’originalità, pur senza nulla togliere alla funzionalità.
Secondo genito di una famiglia benestante della Milano degli anni Venti, Cesare “Joe” Colombo nacque a Milano il 31 luglio del 1930.
Dopo un’infanzia relativamente tranquilla, il giovane Joe dal 1948 al 1955 studiò pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera e in seguito frequentò la facoltà di architettura al Politecnico di Milano, dove divenne amico di Sergio d’Angelo e Enrico Baj, con cui nel 1952 fondò il movimento dei Nucleartisti.
Tra le mostre e progetti sviluppati a Milano e Parigi, nel 1953 Colombo realizzò il soffitto di un jazz club presso Santa Tecla, per poi l’anno dopo presentare il suo progetto Edicola Televisione alla decima edizione della Triennale di Milano.
Nel 1956 il giovane architetto entrò a far parte del comitato Mac Espace diretto da Bruno Munari, uno dei più noti designer del Novecento italiano, mentre lavorò al suo unico impegno nel campo architettonico, un palazzo situato in Via Rosolino Pio a Milano.
Dopo aver rilevato nel 1959, in seguito alla morte del padre, l’azienda di famiglia in comproprietà con il fratello Gianni, Colombo avviò una serie di sperimentazioni con la plastica rinforzata ed altri materiali.
Nello stesso anno l’architetto si sposò con Elda Baiocchi, con cui andò a vivere in un appartamento presso via Tristano Calco a Milano, che era stato ideato proprio da lui.
Dopo aver lasciato nel 1961 l’azienda paterna, Colombo aprì nel centro della sua città uno studio dedicato alla progettazione architettonica, che ebbe un grande successo,
L’anno dopo realizzò con il fratello la prima lampada “Acrilica” per la O-Luce, mentre nel 1963 ottenne per i contenitori “Combi-Center” e “Minikitchen” una medaglia d’oro e d’argento alla Biennale di Venezia.
Nel 1964 Colombo iniziò la produzione della sedia “Elda”, oggi considerata il simbolo del marchio Colombo, mentre ricevette il premio Arch per la decorazione degli interni di un hotel in Sardegna, creata con il perspex.
Sempre attivo, Colombo continuò a progettare e ideare nuovi oggetti, come la lampada “Spider” nel 1965 e “Continental” libreria composta da una serie di piani perpendicolari formanti una calotta sferica a casellario.
Inoltre nel 1967 l’architetto creò per la Kartell “Universal” la prima sedia a materiale plastico e nel 1969 sviluppò uno dei primi concetti abitativi unitari con la cucina “Kitchenbox-block” e la casa “Central Living block” ridefiniti secondo un nuovo concetto dello spazio.
Gli ultimi anni della carriera di Colombo lo videro orientato verso nuovi materiali e modularità, come nel caso delle poltrone “Tube Chair” e “Multi Chair”, mentre nel 1971 realizzò il primo interno abitativo unitario.
Il 31 luglio del 1971, ad appena 41 anni, Joe Colombo mori nella sua casa di Milano per un infarto.
Un anno dopo vennero presentate al museo di arte moderna di New York le sue ultime opere, che ancora oggi fanno parte integrante della collezione del museo.
Col tempo sono state dedicate numerose mostre al suo lavoro e alla sua vita, tra cui “L’arte di Joe Colombo” alla XV triennale di Milano nel 1973, “I Colombo. Joe e Gianni” presso la Galleria di Arte moderna di Bergamo nel 1995 e nel 2005 una mostra itinerante che dalla Triennale di Milano è arrivate nel 2008 alla Kunsthaus di Graz in Germania.