BCS: grande azienda per un piccolo paese
Quest’anno, in occasione della 530 Fiera di Ottobre di Abbiategrasso, la BCS festeggia i settant’anni di attività. E’ l’occasione per ripercorrere la storia di una piccola azienda di provincia il cui nome è conosciuto in tutto il mondo.
Le origini della BCS, una delle aziende più note di Abbiategrasso, partono da molto lontano e precisamente da una felicissima intuizione dell’ingegnere Luigi Castoldi.
Figlio di una coppia di fittavoli di Ozzero, il ragazzo trascorse un’infanzia tranquilla presso la cascina Garavaglia di Albairate, dove imparò ad amare il duro lavoro del contadino, da sempre impegnato a coltivare e a rendere produttiva la terra.
Dopo aver conseguito la laurea in ingegneria, Castoldi cominciò ad occuparsi del mondo dei motoscafi con la creazione, nel 1930, di un nuovo e innovativo modello che, grazie alla collaborazione del fratello Achille e del cugino Mario, ottenne una serie di notevoli successi in prestigiose gare internazionali e italiane.
Ma fu il forte legame con l’azienda dei suoi genitori e con le sue origini che spinsero il giovane ingegnere a progettare, nel 1942, il primo prototipo di motofalciatrice, con lo scopo di semplificare il lavoro nei campi.
L’immediato successo spinse Castoldi, un anno dopo, a fondare con il meccanico Severino Speroni e il ragioniere Camillo Bonetti la BCS, che prese il nome dalle iniziali dei cognomi dei tre fondatori.
Dagli inizi degli anni Cinquanta la piccola azienda crebbe sia per la fama che per le vendite, tanto che nel 1963 arrivò a ben 100.000 macchine vendute, mentre Castoldi iniziò a lavorare sui primi prototipi di motocoltivatori multi funzioni e di piccole dimensioni.
Gli anni Settanta furono pieni di certezze per la BCS, con la nascita delle motofalciatrici a barra e delle falciatrici a dischi per i trattori, mentre con l’inizio degli anni Ottanta venne aperta una filiale in Portogallo, a cui seguirono quella in Germania e una dedicata al materiale agricolo in India, oltre alla joint venture con l’azienda cinese Xi’An per la produzione di gruppi elettrogeni in Cina.
La svolta avvenne nel 1988, quando la BCS acquisì la Ferrari, da sempre sua concorrente nel mercato dei trattori e motocoltivatori, per poi fare altrettanto nel 1999 con la Pasquali, costruttrice di macchine agricole.
Nel 2000 morì, ormai ultranovantenne, Luigi Castoldi, lasciando la sua azienda nelle mani del figlio Fabrizio, che diventa il nuovo presidente della BCS.
Gli ultimi anni vedono l’azienda continuare con nuove idee e progetti, come quello dedicato a un avanzamento di tipo idromeccanico e il Powersafe, una funzione idraulica appiccata ai motocoltivatori, mentre nel 2008 è stata ampliata la fabbrica di Cusago con una serie di robot produttivi di nuova concezione.