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Brera a luci rosse

  • Maria Avitabile

Brera è da sempre  sinonimo di vivacità: oggi centro nevralgico delle avanguardie artistiche e del design, una volta frizzante quartiere a luci rosse.  Ecco una carrellata dei luoghi e delle curiosità che più hanno caratterizzato l'identità di Brera in un passato nemmeno troppo lontano, se si pensa che le case di piacere sono state chiuse appena cinquantasei anni fa, il 20 febbraio 1958.  

Il nostro giro può cominciare da via Formentini. Il suggestivo scorcio che si apre sullo slargo della via, era meglio conosciuto una volta con il nome di Contrada di Tett. A poco è valso il tentativo moralizzatore di farla  poi passare per Contrada dei Tetti. brera-contradaditett

La via infatti, era tutta un pullulare di case di piacere, alle cui finestre si affacciavano le signorine che, esibendo le grazie da cui poi è derivato il nome della zona, attiravano i loro clienti. Questo è stato almeno fino all'entrata in vigore della legge Crispi del 1888, che regolamentando alcuni punti sulla prostituzione, impose tra le altre cose  di murare le finestre dei bordelli. Ecco quindi da dove deriva il termine case chiuse

Spostiamoci poi in via San Carpoforo, una via stretta in cui oggigiorno non c'è granché da vedere. Un tempo però, se si diceva che si andava in Sancarpofer, era subito chiaro cosa si andava cercando.

Di bordelli ce ne erano infatti ben tre, che si distinguevano tra di loro  per la diversità di approccio alla clientela. In uno di questi per esempio, la maitresse aveva vietato alle ragazze di adescare i clienti in qualunque maniera: dovevano rimanere mute e ferme e attendere che il cliente stesso le approcciasse.

In un altro, invece l'adescamento era concesso...eccome! Toccava alle signorine rompere il ghiaccio e ognuna lo faceva mostrando  i suoi migliori attributi. Il primo casino era prediletto dagli spavaldi e dagli uomini di iniziativa, il secondo era più adatto ai ragazzi di primo pelo e a coloro che necessitavano di qualche incoraggiamento. brera-sancarpoforoInfine, per scovare l'emblema della Brera a luci rosse, bisogna terminare il nostro giro  in Via Fiori Chiari, fermandosi al civico 17. 

Al momento è in atto la ristrutturazione della facciata dell'edificio e fino ad alcuni anni fa si sono succeduti una serie di locali e ristoranti... ma una volta, proprio qui, sorgeva il bordello più lussuoso di Milano, il mitico Fior Ciar 17.brera-fiorichiari17

All'interno si trovava una grande scala in stile liberty dalla quale facevano la loro entrata in scena le ragazze deputate a sollazzare i signori danarosi della Milano bene.

E anche qui, come in tante altre case di piacere si consumò, nel vero senso della parola, una memorabile festa la notte del 19 febbraio 1958, notte precedente all'entrata in vigore della legge Merlin che avrebbe messo la parola fine alla prostituzione legale in Italia.

Il Fior Ciar, che per l'occasione rimase aperto tutta la notte, ebbe il suo gran finale. La nottata fu affollatissima: molti intervennero allettati anche dalla falsa aspettativa che per l'occasione si sarebbe potuto usufruire di qualche prestazione gratis.
Alla festa non mancò però una certa nota di malinconia, derivata dall'incertezza di un futuro che per molte ragazze, da lì a poche ore, sarebbe stato tutto da reinventare.

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