Fonderia Napoleonica
Un edificio che ha attraversato la storia di Milano, dal lontano 1500 a oggi, trasformandosi da santuario, in fonderia, in magazzino, in museo.
La storia della Fonderia Napoleonica Eugenia, che si trova dietro un cancello di ferro presso il numero 21 di via Thaon di Revel, presso il quartiere milanese Isola, è davvero strana e sorprendente. Tutto ebbe inizio nel 1506, quando il governatore francese Carlo II d’Amboise, per ringraziare la Madonna di averlo guarito da una grave malattia agli occhi, fece erigere un santuario consacrato a Santa Maria della Fontana, con un oratorio progettato forse da Leonardo Da Vinci o forse dal Bramante.
Il complesso venne affidato a un piccolo gruppo di francescani, che lo destinarono a ricovero per i milanesi più ricchi durante le pestilenze, rendendolo una valida alternativa alla Ca’ Granda, l’ospedale popolare di Milano.
Anche sotto gli austriaci, il santuario mantenne la sua fama, tanto che vi furono edificate una locanda e sedici cascine, con osterie.
Con l’arrivo di Napoleone il complesso venne requisito e nel 1806 il viceré del regno d’Italia Eugenio di Beauharnais, figliastro di Napoleone, lo cedette ai fratelli Manfredini, noti orafi e fonditori locali, che decisero di trasformarlo in una fonderia.
Dopo la caduta dell’imperatore, i due fratelli continuarono la loro attività, fino a quando nel 1852 non vennero costretti a dichiarare fallimento.
La fonderia venne rilevata dai fratelli Barigozzi, provenienti dal Veneto ed esperti nella lavorazione di campane, che in pochi anni la resero non solo una delle migliori d’Europa, ma vi costruirono anche un forno in grado di realizzare fusioni di oltre 50 quintali.
Tra le opere più note della Fonderia troviamo la sestiga in bronzo di Abbondio Sangiorgio, in cima dal 1835 all’Arco della Pace, il monumento di Vittorio Emanuele II a cavallo, opera di Ercole Rosa, dal 1896 in piazza del Duomo e la statua di Ettore Ximenes dedicata a Dante Alighieri che dal 1921 si trova a Central Park a New York, oltre a centinaia di campane, come quelle che nel 1909 furono collocate sul campanile di San Marco a Venezia o quella di Santa Maria del Fiore a Firenze del 1957.
Nel 1975 la fonderia venne chiusa e il complesso trasformato in un magazzino in affitto, per poi dal 2007 diventare il museo Ditta Fratelli Barigozzi, che ricorda la storia di questo edificio dai mille volti.