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La storia del Juke-box

Vi ricordate di questi apparecchi, ormai datati, che ci permettevano di ascoltare musica? Sicuramente i più in età sì, mentre quelli delle nuove generazioni non ne hanno memoria. Ebbene, con quest'articolo vi voglio riportare, e portare, alla conoscenza dei Juke-box che hanno, anche loro, contribuito a fare una parte di storia.jukebox 975086 1280 pix

Il termine, di origine americano, juke-box deriva da juke-joint, con il quale si indicava un bar in cui si poteva ballare, e quando vi era una esibizione di gruppi musicali vi era anche il termine juke-bands.

Il suo scopo era quello di riprodurre brani musicali in modo automatico. Il funzionamento era molto semplice, infatti, era sufficiente introdurre in una apposita fessura una moneta e poi premere il tasto corrispondente alla canzone scelta.

Un juke-box è normalmente composto da un contenitore, detto "armadio", diviso orizzontalmente in due ripiani. La parte superiore è solitamente rivestita da una lastra di vetro o plexiglas che permette di vedere il meccanismo interno per poter selezionare un disco, mentre nella parte inferiore è posto il meccanismo di controllo delle monete, la cassaforte e il sistema elettrico/elettronico che permette la selezione della canzone.

La storia del jukebox risale a quando la società tedesco-americana Rudolph Wurlitzer Company, che era dedita alla produzione di strumenti musicali e distributori automatici, siamo nel 1853, decise, pur in una forte concorrenza, qui siamo negli anni 1930/1960, di lanciarsi alla conquista del mercato dell'apparecchiatura per fare musica.

Con l'invenzione del fonografo, progettato da Thomas Edison, nel 1889 Glass e Arnold adattarono un fonografo alimentato a monetine, dove la musica poteva essere ascoltata attraverso uno dei quattro tubi di emissione; tuttavia il primo fonografo a moneta fu presentato nel 1927 dalla Ami, che già si era distinta nella produzione di pianoforti automatici. Con l'avvento della radio le Case dovettero trovare nuove soluzioni, così idearono un apparecchio che permetteva la selezione di vari dischi. Fu un successo incredibile, in pochi anni il mercato fu invaso da queste nuove "macchine musicali". All'inizio avevano il mobile in legno, e permettevano di selezionare un massimo di 12 dischi tutti rigorosamente a 78 giri, che avevano soppiantato il "cilindro fonografico". I dischi erano disposti in una pila verticale dalla quale, di volta in volta, venivano estratti e fatti suonare.

Nel 1938 abbiamo il primo jukebox decorato con materiale plastico illuminato. Il modello spopolò immediatamente, e tutti i costruttori adottarono questa nuova versione. I modelli messi sul mercato subivano continuamente migliorie accattivanti, tanto che modelli ancora funzionanti venivano sostituiti da modelli più nuovi; insomma, una rincorsa al consumismo. I modelli, dalle Case produttrici, venivano venduti ai noleggiatori i quali si occupavano di affittarli ai gestori dei locali pubblici. I modelli ritenuti più vecchi, erano venduti nei bar o ritrovi delle campagne, e quando erano ormai inutilizzabili, venivano smontati per recuperare pezzi di ricambio.

L'immediato dopoguerra vide una campagna pubblicitaria sui juke-box davvero imponente; giornali e riviste pubblicavano intere pagine con fotografie di giovani che ballavano grazie a un juke-box. Va ricordato che la guerra aveva impedito l'importazione di gommalacca con la quale si costruivano i dischi a 78 giri, quindi i ricercatori, nel 1948, crearono i dischi in vinile che poteva essere fatto girare a 45 giri, permettendo una maggiore fedeltà del suono.

In Italia i primi juke-box arrivarono negli anni sessanta, e subito trovarono una accoglienza molto positiva, soprattutto in quei locali lungo la riviera adriatica o in località di villeggiatura.  Il costo era di 50 lire se si voleva ascoltare una sola canzone, con  100 lire se ne poteva ascoltare tre. Normalmente in un juke-box vi erano da 50 a 100 dischi in vinile a 45 giri, che il gestore doveva continuamente aggiornare assecondando la richiesta del mercato.

Con l'arrivo di nuove tecnologie anche i juke-box hanno dovuto arretrare, anche se è ancora possibile trovarne in qualche nostalgico locale, oltre, ovviamente, in chi li colleziona.

Ecco dove è possibile trovare una esposizione di jukebox:

- Museo della musica e dello strumento musicale presso l'Accademia Gerundia, sita in via Besana, 8 a Lodi. Per info: tel. 0371/31840 o info@gerundia.com

 

- Museo del Disco d'Epoca, presso il Palazzo della Cultura di Sogliano al Rubicone, sito in piazza Garibaldi. Siamo in provincia di Forlì Cesena. Per info: tel. 3663023594.

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