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Le origini del Tau

tauIl 13 marzo 2013 il Conclave ha eletto il nuovo Papa, e questi si è imposto il nome di Francesco. Primo Papa nella storia millenaria della  Chiesa a portare questo nome. Subito nella nostra mente si è presentata l’immagine del Santo d’Assisi e l’Ordine dei Francescani che dal santo nasceva.

Sicuramente a tutti è capitato di vedere la Croce che è tipica dell’Ordine e che si chiama TAU. Perché questa Croce? Da dove ha avuto origine?

L’origine è remota, infatti, risale all’alfabeto ebraico dove l’ultima lettera è chiamata Tau o Tav, mentre nell’alfabeto greco corrisponde alla diciannovesima lettera. Di questo segno se ne parla anche nel libro di Ezechiele (Ez. 9,4), dove il Profeta raccomanda a Israele di restare fedele a Dio, essendo simbolicamente segnato col “sigillo” del TAU sulla fronte come segno di redenzione.

Si accenna al Tau anche nell’Apocalisse, come segno di redenzione. (Apoc. 7,2-3). Nella lettera agli Efesini è identificato come segno del sigillo dello Spirito Santo donatoci il giorno del Battesimo. (Ef. 1,13). Nella traduzione della Bibbia nella sua versione greca dei “settanta”, il Tau divenne una T. Questo segno fu adottato molto presto dai cristiani che incominciarono a rappresentare la croce di Cristo come compimento delle promesse dell’Antico Testamento.

Durante il Medio evo la comunità religiosa di Sant’Antonio eremita, che manteneva contatti con San Francesco, era impegnata nell’assistenza e cura dei lebbrosi, i quali usavano proprio una croce fatta a Tau quale amuleto per difendersi dalle piaghe e da questa terribile malattia. Si può dunque ritenere, anche per la vicinanza che l’Assisate aveva per i lebbrosi, che in seguito, adottò il Tau quale distintivo, combinando l’Antico significato della fedeltà per tutta la vita alla Croce di Cristo, con il comandamento di servire gli ultimi, che, in quel tempo, erano soprattutto i lebbrosi. San Francesco adottò il Tau come sigillo personale e con esso firmava ogni suo scritto.

Restaurando la cappella di Santa Maddalena a Fonte Colombo, a otto chilometri da Rieti, gli archeologi hanno identificato una Tau nel vano di una finestra, dipinta di rosso e attribuita proprio a Francesco. Il Santo era solito dire ai suoi frati che con le braccia aperte il loro abito religioso aveva lo stesso aspetto del Tau.

Oggi, i seguaci del Santo, religiosi o laici, portano il Tau come segno, sigillo del proprio impegno e della propria appartenenza alla grande fraternità francescana, come testimonianza della vittoria di Cristo sul principe di questo mondo. Il Tau non è un amuleto o un portafortuna, ma un segno concreto di devozione e di appartenenza cristiana.

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