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Le tombe dei caduti delle cinque Giornate di Milano

obelisco cinque giornate milanoAlla fine dell’Ottocento, quando, da non molto, Milano era stata liberata dal dominio austriaco, le autorità milanesi e il sindaco decisero di onorare la memoria dei patrioti caduti nel marzo del 1848, durante le cinque giornate di Milano, considerate come il primo vero tentativo del capoluogo lombardo di liberarsi dal dominatore straniero.

Dopo lunghe discussioni, il progetto per il monumento venne affidato allo scultore Giuseppe Grandi, malato di tubercolosi da tempo, che decise di impegnarsi con tutto se stesso per portare a termine il lavoro.

Presso il suo studio di via Stella, nel bastione di Porta Vittoria, Grandi lavorò per quattordici anni al monumento, fino a portarlo a termine alla fine del 1894, proprio pochi mesi prima della sua morte.

Il 18 marzo del 1895 l’opera venne inaugurata presso Porta Vittoria, alla presenza delle autorità e di una grande folla, giunta da tutt’Italia per ricordare gli uomini e le donne che erano caduti per una patria unita.

Alla base del monumento, un grande obelisco, si trova l’ossario dei caduti delle Cinque Giornate, i cui nomi sono incisi su di una tavola bronzea.

L’obelisco è decorato con la riproduzione di bronzo di un’aquila e di un leone, che furono modellati da Grandi sulla base di un vero leone e di una vera aquila che aveva comprato nei suoi viaggi all’estero e aveva condotto con sé nel suo studio milanese.

Sopra la base si trova il gruppo marmoreo di cinque donne, che raffigurano la forza di Milano nel corso delle Cinque Giornate, dalla speranza fino alla sconfitta del 5 agosto, quando gli Austriaci tornarono in città.

Molto curiosa è la storia delle ossa dei caduti delle Cinque Giornate, che fino al 1895 erano custodite presso la cripta della chiesa della Beata Vergine Annunciata, che faceva parte dell’Ospedale Maggiore, dove venivano portati i feriti degli scontri, per poi diventare un mausoleo nel 1860.

Oggi la cripta dell’ospedale è diventata un monumento al coraggio dei milanesi di quel lontano 1848, mentre al di sotto si trova l’antico sepolcreto, che ospita i resti di 500.000 milanesi vissuti dalla fine del Quattrocento fino alla fine del Seicento, quando vennero vietate le sepolture all’interno degli ospedali.

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