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Melzo era davvero l’antica Melpum?

  • Stefano Todisco

melzoIl primo autore che menzionò l’antico insediamento di Melpum fu Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia (I sec. d.C.). questo centro era citato come unica fondazione etrusca a nord del Po oltre a Mantova.

L’ondata migratoria di genti etrusche nella pianura padana si ebbe nel VI secolo a.C. Sempre Plinio ci informa circa la distruzione dell’abitato per mano dei Galli della stirpe dei Boi, dei Senoni e degli Insubri, nello stesso giorno in cui cadde l’altra importante città della dodecapoli etrusca: Veio. L’anno delle vicende sarebbe il 396 a.C.

Ipotesi su Melzo

Sulla base di assonanze linguistiche, alcuni studiosi hanno ritenuto di poter identificare l’insediamento antico di Melpum con l’odierno centro abitato città di Melzo, posto tra i fiumi Lambro e Adda. Tale ipotesi sembrerebbe però destinata a decadere poiché molti autorevoli linguisti la ritengono inefficacie in virtù dell’improbabile connubio tra le radici Melp- e Melz-.

Inoltre, per quanto concerne i dati archeologici, Melzo non vanta rilevanti scoperti e/o ritrovamenti che possano essere correlati all’esistenza della città antica di Melpum: nel 1926 venne alla luce solo un sepolcreto datato all’epoca preromana, dato troppo labile e scarso (seppur interessante) per ipotizzare legami con un mitico passato etrusco-celtico.

melzoSecondariamente, visto il ruolo strategico e commerciale che Plinio attribuì a Melpum, è difficile e quanto mai improbabile credere che si possa trattare di Melzo, ubicata in piena pianura e lontano da corsi d’acqua principali.

Bibliografia

PLINIO, Naturalis Historia, III, 17.
G. GASCA QUEIRAZZA 1996, Dizionario di toponomastica: storia e significato dei nomi geografici italiani, voce “Melzo”.

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