Milano e la via Palmaria
In un antico itinerario romano risalente al IV secolo d.C. si menziona una località appena fuori Milano, in direzione dell’oriente, chiamata Mansio Fluvio Frigido. Le candidate a ospitare il luogo di questo antico insediamento rurale sono Cologno Monzese e Vimodrone, entrambe alle porte di Milano.
Cologno Monzese
Colonia super Lambrum era il nome che nell’885 comparve in un atto di cessione nel Codex diplomaticus Sanctii Ambrosii. Invece nel 966 venne menzionato un castello (castrum) nel Codex diplomaticus Langobardiae.
Gli storici locali, pieni di zelo ma anche di imprecisioni circa i ritrovamenti tra 1881 e 1960, riportano notizie su rinvenimenti di tratti viari, tracciati murari in opera quadrata, anfore e addirittura un’iscrizione:
D.O.M. IUNONI REGINAE
C. VITALINUS
FLORENTINUS
ET LUCILIANA
HONORATA
CONIUX F.
Traduzione: A Dio Optimo Maximo e a Giunone Regina, Caio Vitalino fiorentino e Luciliana moglie stimata, dedicarono. Purtroppo sono perduti sia il contesto della scoperta sia il monumento che è stato dedicato dai coniugi.
Del ponte romano sul fiume Lambro, tra Milano e Cologno Monzese, rimane solo una foto in bianco e nero poiché un’esondazione nel 1951 ne distrusse i resti rimasti in piedi.
La storiografia vedrebbe in Cologno l’antica Mansio Fluvio Frigido, stazione di sosta lungo la via da Milano ad Aquileia, come è indicato anche nell’opera di Cuntz sugli Itineraria romani imperiali. L’elenco, fatto da un pellegrino cristiano, nell’anno 333 d.C., riporta località e distanze (in miglia) delle città incontrate nel percorso tra Bordeaux (Burdigala) e Gerusalemme (Hierosolyma):
Mutatio Ad Decimum mil. X – Decimo Milanese (MI)
Civitas Mediolanum mil. X – Milano
Mansio Fluvio Frigido mil. XII – Cologno Monzese/Vimodrone (?)
Mutatio Argentea mil. X – Gorgonzola (MI)
Mutatio Ponte Aureoli mil. X – Pontirolo (BG)
I toponimi si sono conservati incredibilmente nei secoli, indicando ancora le distanze (come nel caso di Decimo Milanese), le indicazioni geografiche (Pontirolo è l’antico Ponte di Aureolo, imperatore del III secolo). Ancora oggi Gorgonzola conserva il ricordo del toponimo Argentea-Argentia, distrutta durante le incursioni di Attila nel 452 d.C.
Se si calcolano i km di distanza tra Milano e Cologno Monzese, (1 miglio = 1479 m = 1,479 km) qui espressi in XII miglia equivalenti a 17,75 km, partendo dalla milanese Porta Argentia (quella in direzione di Gorgonzola appunto), si nota che il tratto percorso risulta troppo lungo poiché la mansio colognese vista da satellite è a circa 10 km.
È possibile che vi sia un errore di trascrizione altrimenti sarebbe inspiegabile una così lunga distanza di un luogo di sosta posto sul Lambro, prima della tappa successiva.
Sempre da satellite è possibile vedere l’incrocio delle due vie principali che ancora oggi caratterizza la viabilità della città: queste seguono il tratto che da Milano porta verso est, a Gorgonzola e Pontirolo.
Un reperto degno di nota è quello che fino ad oggi è stato considerato come una statua romana, erroneamente un soldato, in realtà un busto di pietra raffigurante una donna velata probabilmente appartenente al “giardino delle meraviglie” della villa viscontea che si trova a pochi metri e nei pressi della chiesa di San Giuliano, tradizionalmente edificata sotto la regina longobarda Teodolinda nel 599 d.C.
La figura di questa sovrana è molto viva nella memoria di Cologno Monzese tanto da far nascere la leggenda di cunicoli sotterranei (la cui esistenza è poco probabile se non impossibile vista la presenza del fiume Lambro) tra la chiesa di S. Giuliano e il duomo di Monza, fondato nel 603 d.C., e la leggenda della scimmia della regina, sepolta dietro il tempio colognese. Il rinvenimento (avvenuto ad opera di chi scrive l’articolo) nel 2005 di una lapide con altorilievo di un volto scimmiesco e la scritta “gorilla” sul retro fa riflettere sul riemergere di queste reminiscenze locali, tramandate nel tempo. In realtà la lapide, come la testa di statua “romana”, apparterrebbe al giardino seicentesco della villa viscontea.
Vimodrone
Il piccolo paesino attraversato dal Naviglio Martesana si trova lungo la via Padana, percorso forse ricalcante l’antica viaPalmaria. Come prova della presenza antica a Vimodrone si ha solamente un cippo troncoconico di pietra, posto a lato della strada Padana, dinnanzi alla chiesa di S. Maria Nova (XVI secolo), in un’area limitrofa a un cimitero. È possibile che questo pilastro (detto “il pilastrello”) fosse il frammento di un miliario romano che segnalava il primo borgo sulla via da Milano a Bergamo.
Bibliografia:
O. CUNTZ 1929, Itineraria Antonini Augusti et Burdigalense in Itineraria romana.
P. G. DE FRANCESCO (a cura di) 1976, Comune di Cologno Monzese, cenni storici - attività produttive, Cologno Monzese, p. 5
A. MEZZOLANI 1992, Appunti sulle mansiones in base ai dati archeologici, in Tecnica stradale romana (Atlante tematico di topografia antica), Roma, p. 105
M. MANCINI 1985, Cologno Monzese ieri e oggi. Storia, tradizioni, arte, sport, economia, Melegnano, p. 11
L. MANDELLI, G. SEVERI 1980, Cologno Monzese nella storia nelle immagini, Cologno Monzese, p. 1, 31, 32
G. ROSSETTI 1968, Società e istituzioni nel contado lombardo durante il medioevo, Cologno Monzese, tomo I secc. VIII-X, Milano, pp. 23-26
G. SEVERI 1985, Cologno Monzese dalle origini ai giorni nostri, Cologno Monzese, pp. 13, 35
G. SEVERI 1999, Cologno Monzese dalla sua storia le radici del 2000, Cologno Monzese, pp. 44, 45, 47, 48, 79-81, 325.
Stefano Todisco
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