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Io Moby Dick. In scena al Litta il nuovo spettacolo di Corrado d'Elia

  • Alessio Corini

corrado delia moby

L'uomo è al centro della scena vestito di bianco. Siede su quello che par essere il ponte di una nave, circondato da frecce sospese che nell'immaginario di qualsiasi lettore del celebre romanzo di Melville, evocano i “ramponi” coi quali i balenieri trafiggono le balene, in quella lotta furiosa tra vita e morte che ha per nome caccia.

L'uomo vestito di bianco è il capitano Achab, della nave Pequod, all'inseguimento del re di tutti i mostri marini e non della storia della letteratura mondiale: Moby Dick, la balena bianca. Per stazza, colore e diabolica astuzia, un unicum tra tutte le creature del mare.

È un monologo serrato quello a cui assistiamo, uno svelamento completo dell'anima di Achab che, diversamente dal libro di Melville in cui l'io narrante è impersonato dal marinaio Ishmael, si rende protagonista in prima persona della storia e del suo racconto. Immobile. Lo sguardo perennemente all'orizzonte per scrutarvi il segno della presenza di Moby Dick, in attesa del fatidico momento per urlare “soffia” e scatenare la caccia.

Come ben sa chi ha avuto occasione di leggere l'opera del celebre scrittore americano, Moby Dick è ben più di una balena, rappresentando l'impossibile, inconcepibile, infinita potenza dell'universo. Natura, caos creatore, mistero. Segno del limite e della fragilità della condizione umana di fronte a ciò che la sovrasta. Ma anche invito all'avventura, alla sfida. Perché Achab, spinto dalla lucida follia del desiderio, è tutto uomo. Piccolo, storpio, prigioniero delle proprie ossessioni, eppure impavido, indomito, grande nella sua determinazione.

C'è tutto il titanismo dell'essere umano che non accetta la propria finitezza, nell'intepretazione che d'Elia offre di Achab, sempre seduto, ma tutto teso all'azione che procede incalzante fino alla sua tragica e grandiosa conclusione. Un Achab, intenso, debordante di passione e violento nella sua opposizione al fato.

Giudico molto buono l'adattamento teatrale realizzato da d'Elia che ha curato anche la regia dello spettacolo, in considerazione del fatto che è riuscito a condensare con grande efficacia la mole del testo melvilliano, riducendo la trama all'azione e isolando la vicenda della caccia in pochi frammenti di pura intensità, liberandola così dalle lunghe digressioni del romanzo, senza dubbio apprezzabili per un lettore, ma difficilmente fruibili per uno spettatore teatrale.

Unico interprete in scena, Corrado d'Elia si è valso dell'assistenza alla regia di  Federica D'Angelo, dell'ideazione scenica e grafica di Chiara Salvucci e della pregevole competenza illuminotecnica di Marco Meola. Io Moby Dick della Compagnia Corrado d'Elia in scena al Teatro Litta fino al 17 giugno, è una produzione MTM (Manifatture teatrali milanesi).

Teatro Litta

Corso Magenta, 24, Milano

Dal 5 al 17 giugno

Orari: Dal lunedì al sabato ore 20.30, domenica riposo

Prezzi: Intero 24 euro, Ridotti 16/12 euro, lo spettacolo è inserito nell'abbonamento Invito a Teatro

Info e prenotazioni: 02/86454545 - biglietteria@mtmteatro.it

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