Teatro della Memoria e Canzone milanese: T per tradizione
Milano, patria della moda e del business, spesso e volentieri gioca un ruolo da leader nel guidare la diffusione dei “trends” più gettonati del momento: passerella e punto d’incontro tra i creativi dell’Europa alla moda e trampolino di lancio per tendenze nostrane.
Milano è velocità, hi-tech, vegan diet, culto dell’estetica e questo è ben noto a chi si occupa di “far comunicazione”.
A pensarci bene questo mestiere è antico quanto il mondo: inizia con gli ideogrammi tratteggiati in una grotta, una grossa scatola di pietra, e termina con le emoticons inviate in chat con il PC, per l’appunto una scatola elettronica, forse di dimensioni un po’ più ridotte.
Al termine comunicare sono associati due significati: costruire insieme o mettere in comune. In poche parole, gli anni passano, ma il fine resta: trasmettere informazioni.
Chi si occupa di “far comunicazione” quindi si trova davanti ad una necessità: comunicare informazioni, catturando possibilmente l’interesse dei più. Perfetto, ecco allora perché grande spazio viene dato a mode e trends, ma siamo sicuri siano questi elementi a incidere sulla storia di una società? Siamo proprio sicuri che gli Antichi intendessero questo con il concetto di “costruire insieme”? Siamo certi di voler lasciare che, oggi, ad accomunarci sia il condividere una dieta o una tal esotica lezione di fitness?
A questa domanda io rispondo diplomaticamente: sì, ma non solo.
Una società vive di amenità, ama e si identifica nelle mode e tendenze, ma perché rinunciare ad ogni costo anche ad un pizzico di tradizione. Volendo ben guardare, tradizione e intrattenimento non sono poi così lontani… E quando dico “non sono poi così lontani”, parlo ovviamente di canzone milanese, un gioiellino della produzione meneghina.
Cresce, infatti, e si rafforza in questi anni e con questo intento “La Milano della memoria”, rassegna teatrale, poetica e musicale nel quale si alternano sul palco del Teatro della Memoria alcuni tra i personaggi più significativi nell’olimpo delle scene milanesi da Mazzarella a Svampa, da Valdi a Vaiani, insomma, una “vecchia guardia” che più attuale di così non si può.
Anche quest’anno, con lo stesso vigore dei precedenti quindici, l’impavido Aleardo Caliari sfida il fascino dei “trend” difendendo a spada tratta quello spazio e quel posticino nel favore dei Milanesi guadagnatosi in anni di carriera.
In scena, dopo un Gh’è ancamò un Milanese a Milano? cabaret e canzoni milanesi di Walter Valdi, ci aspettanodal 31 al 2 febbraio I due Corsari, la nuova canzone milanese di Jannacci e Gaber, l’1 marzo Nanni Svampa con ‘na ciaciarada e ‘na cantada, il 2 marzo Mirton Vaiani con Grancabaret meneghino, il 15 e 16 marzo de chì e de là del noster Domm di Gianni Ferri.
Tanti volti e tanti ricordi per descrivere la Milanesità nella sua evoluzione fino ad oggi, in una rassegna tutta da assaporare ovviamente al Teatro della memoria.
Ora vi chiedo, voi cosa scegliete: T per “trend” o per “tradizione”? Ai posteri l’ardua sentenza.