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La Cascina lombarda: struttura agricola tipica della Pianura Padana

campo mais pixabayQuando attorno a Milano esistevano ancora molti campi, vi erano la presenza delle Cascine, cito solo per esempio Niguarda.

Il termine cascina deriva dall'antico vocabolo Càscio ossia cacio, luogo dove si pasturano le vacche per ottenere poi il burro e il formaggio. Sicuramente la cascina era, ma ve ne sono ancora, una struttura agricola tipica della Pianura Padana. Sono da distinguere le cascine dell'Alta Pianura Asciutta, da quelle della Bassa Pianura Irrigua, dove le prime sono più piccole delle seconde. In genere queste strutture sono poste in campagna e piuttosto lontane tra loro e dai centri abitati.

La pianta delle cascine è prevalentemente quadrangolare dove, al centro, si trova la corte o aia. Nelle cascine più grandi è possibile avere anche due o tre corti, e sono dette "a corte multipla". Al suo interno erano presenti stalle, granai, silo, fienili, caseifici, fontane, pozzi, forni. In quelle più grandi si potevano trovare anche mulini, una piccola cappella, un'osteria e persino una scuola. Ogni cascina aveva un nome diverso, che era quello del proprietario o del fondatore dell'azienda agricola, o dal luogo di provenienza del proprietario, oppure il nome di qualche monastero o chiesa, o legato al lavoro dello stesso.

Le cascine si dividono in quattro tipi:

  • A corte aperta, ossia con un lato aperto.
  • A corte chiusa, normalmente a complesso quadrato.
  • A corpo unico, vale a dire con la presenza di un unico edificio.
  • A edifici affiancati o separati, che non evidenziano la presenza di una corte.

cascina san gregorio vecchioAl suo interno erano ospitate varie famiglie di contadini, da 4 a 6 nell'Alta Pianura Asciutta, mentre nella Irrigua si poteva arrivare sino a 20 famiglie.

Nella "Bassa Milanese", quasi tutte superavano i 100 abitanti. A gestire la cascina non era però il proprietario, ma il "fittavolo" che la amministrava in vece del padrone. Questi rispondeva solo ed unicamente al padrone, e riceveva il doppio del compenso rispetto ai sottoposti. Altra figura presente era il "fattore", che controllava l'esecuzione dei lavori divenendone il responsabile.

Oltre al fittavolo e al fattore, in cascina vi erano anche queste altre figure:

  • Gli Artigiani. Presenti stabilmente solo nelle grandi cascine, ed erano falegnami, fabbri, muratori, sellai, maniscalchi eccetera.
  • I Bergamini, che si occupavamo del bestiame e della mungitura.
  • I Bifolchi o Cavallanti, che dovevano arare, erpicare e dissodare il terreno. I Bifolchi operavano con una coppia di buoi, i Cavallanti con una di cavalli. Animali di cui avevano anche la cura.
  • I Campagnoni. Erano coloro che si dovevano occupare delle acque.
  • I Campari. Avevano il compito della manutenzione del canale artificiale detto roggia.
  • I Casari. Erano coloro che dovevano attenersi alla preparazione del formaggio.
  • I Contadini. Dovevano occuparsi di diversi lavori, tra cui importante era il taglio del fieno per il bestiame.
  • I Garzoni. A questi erano affidati compiti diversi, ad esempio accudire alla stalla, alla mietitura, e molti altri.

Vi erano poi quei lavori a carattere stagionale, come ad esempio quello delle mondine, dei tagliariso e altri.

Per tutte queste figure che operavano all'interno di una cascina, erano stipulati dei contratti agricoli di lavoro, ed erano così suddivisi:

  • Per i Contadini che vivevano e lavoravano in cascina vigeva il lavoro salariato o pagato fisso a giornata. Questi contratti, detti di "masseria", vedevano dalle 4 alle 6 famiglie coloniche che coltivavano i fondi in parte a mezzadria e in parte in affitto. Per mezzadria si intende un contratto nel quale si suddividono i prodotti e gli utili di un'azienda agricola. Al proprietario o al fittavolo fruttava circa 1/2 o 1/3 del raccolto.
  • I Fittavoli avevano un contratto di 9-12 anni.
  • I salariati fissi vivevano in cascina e avevano un contratto della durata di un anno che scadeva nella festività di San Martino – 11 novembre - . Avevano diritto al lavoro, all'alloggio, al vitto, ai beni dell'orto e al combustibile. Se erano anche Bergamini o Bifolchi cavallanti gli spettava anche un porcile con uno o due maiali.
  • I salariati saltuari – avventizi, braccianti, ecc. - risiedevano in altre località e facevano ogni giorno il viaggio casa – lavoro. Se volevano restare in loco, magari in case del proprietario, dovevano pagare affitto.

Ecco un breve excursus sulle cascine lombarde, che può aiutare un visitatore che magari, facendosi una passeggiata tra la campagna lombarda, si imbatte ancora oggi in una di queste affascinanti strutture che sono le cascine.

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