Le maschere del Carnevale lombardo
Il periodo del Carnevale è il preferito da tantissimi bambini in tutta la Lombardia, ma anche dagli adulti tra maschere colorate, coriandoli, frittelle e chiacchiere.
Tra le celebrazioni più famose della regione ci sono il Carnevale di Bagolino, animato da maschere, ballerini e suonatori, il Carnevale di Castel Goffredo con il tradizionale Re Gnocco ed il Carnevale Cremasco con i suoi carri.
Tra le tradizioni più amate del Carnevale lombardo sicuramente le maschere della commedia dell’arte, che hanno conquistato il cuore di grandi e piccini entrando nell’immaginario comune.
Arlecchino
Arlecchino è una delle più famose maschere della tradizione italiana, esportata in tutto il mondo, nata a Bergamo e tra i suoi segni più caratteristici spicca sicuramente il vestito colorato.
Infatti Arlecchino è un servo vestito di mille colori perché, essendo povero, sono i suoi amici a regalargli pezzi di stoffa avanzati dai loro costumi in modo da non lasciarlo senza.
Arlecchino è un personaggio che durante gli anni della Commedia dell’Arte ebbe un grande successo e diede popolarità anche agli attori che lo interpretarono, , allegro e sempre di buon umore combatte contro la tirannia dei padroni con astuzia, coraggio e un umorismo tagliente e scanzonato, passa le giornate a saltellare in giro per la casa, a riposare nascosto da qualche parte e a litigare con il suo principale antagonista, Brighella.
Brighella
Anche Brighella nasce a Bergamo ed è il capo della servitù, molto astuto e scaltro, ma, a differenza di Arlecchino, ha un carattere scorbutico e attaccabrighe, è dispotico con i suoi sottoposti ma cambia faccia davanti al padrone diventando gentile e insopportabilmente ossequioso.
Inoltre Brighella è molto orgoglioso della sua posizione al di sopra degli altri servi, con i suoi bei vestiti e la livrea bianca e verde.
Gioppino
Tra le maschere della tradizione lombarda, Gioppino è la più buffa e simpatica, sempre pronto a ridere e a far ridere, nato a Brescia intorno alla fine del Settecento è caratterizzato da pantaloncini corti, una giacchetta rossa ed il suo tipico bastone.
Di professione Gioppino fa il contadino, ma non perde mai occasione per poltrire o cercare di guadagnare soldi in altri modi, non sempre onesti.
Balarì e Maschèr
Balarì e Maschér sono due maschere del Carnevale di Bagolino una delle più antiche usanze carnevalesche della Lombardia.
I Balarì sono ballerini e musicisti che si esibiscono in danze complesse ed eleganti per le strade del paese accompagnati da una musica davvero impressionante per difficoltà d’esecuzione e i loro costumi sono caratterizzati da maschere d’avorio inespressive e da copricapo colorati e adornati con dell’oro, mentre i Maschér durante i giorni del carnevale girano tra la folla con zoccoli di legno e si coprono il viso per nascondere la loro identità.
Re Gnocco
Re Gnocco è una figura tradizionale del Carnevale di Castel Goffredo, nei pressi di Mantova., tradizionalmente eletto ogni quattro anni e nelle giornate del Carnevale gode di pieni poteri e dell’obbligo di far distribuire gnocchi ai suoi sudditi.
Il suo abbigliamento è caratterizzato da mantello, parrucca, corona e un grande scettro sulla cui sommità si nota un enorme gnocco.
Meneghino
Meneghino è la maschera milanese per eccellenza, con il tricorno ed il lungo codino alla francese, la giacca di velluto e le calze a righe rosse e bianche e, nonostante si sia affermata durante l’epoca d’oro della commedia dell’arte le sue origini risalgono addirittura al commediografo romano Plauto.
Oggi Meneghino, o Domenichino come spesso viene chiamato, incarna il servo coraggioso e pronto a schierarsi dalla parte dei più deboli, generoso e sempre pronto a ridere dei difetti dei suoi padroni.
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