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Reliquie e reliquiari: origine, classi, culto cattolico e dove vederli

Origine del termine e diffusione

Il termine reliquia deriva dal latino reliquiae, cioè “resti”. Le reliquie non sono un’esclusiva del cristianesimo: forme di venerazione di ciò che appartiene ai santi, ai maestri o agli antenati sono presenti anche nel buddismo, in alcune correnti dell’islam e nello sciamanesimo.

Esistono poi pratiche “laiche” legate alla memoria di personaggi illustri: ad esempio il calco in gesso delle mani del direttore d’orchestra Arturo Toscanini, conservato al Museo Teatrale alla Scala di Milano, è una forma di reliquia civile.reliquie mf ai

Dall’Editto di Milano al Medioevo

Un impulso decisivo al culto cristiano delle reliquie arriva con l’Editto di Milano (313), con l’accordo tra l’imperatore Costantino per l’Occidente e Licinio per l’Oriente: diventa possibile seppellire santi e martiri nelle chiese.

Nel Medioevo il culto conosce una vera età d’oro: i santuari che ospitavano reliquie diventavano mete di pellegrinaggio, e possedere una reliquia era considerato motivo di prestigio e protezione per città, chiese e confraternite.

Naturalmente sorsero dubbi sull’autenticità, perché non esistevano strumenti “scientifici” per verificare la provenienza: ricostruire la tracciabilità di una reliquia era spesso impossibile.

La Riforma e l’intervento del Concilio di Trento

La Riforma protestante reagì con durezza contro il culto delle reliquie e molte furono distrutte, spesso senza alcun criterio. Per porre ordine, il Concilio di Trento stabilì una regolamentazione severa: il culto era permesso solo in presenza di documentazione che provasse l’autenticità o, almeno, una lunga tradizione attestata.

Da allora tutti i reliquiari utilizzati nelle chiese cattoliche devono portare il sigillo e l’autenticazione dell’autorità ecclesiastica competente.

Il culto cattolico delle reliquie

Nel cattolicesimo i corpi dei santi sono di solito conservati in sarcofagi oppure in urne di cristallo per permetterne la visione. Le reliquie di piccole dimensioni vengono custodite in oggetti liturgici detti reliquiari.

I reliquiari che contengono frammenti della Croce sono chiamati stauroteche (dal greco, “croce”). Particolarmente venerati sono i santi i cui corpi sono rimasti incorrotti anche dopo molti anni.

La reliquia è spesso posta a contatto con i malati come segno di intercessione, oppure è portata in processione. È bene ricordare che il culto delle immagini è ammesso solo in quanto rappresentazione di Cristo, degli Angeli o dei Santi e che la sua efficacia è attribuita alla preghiera, non a una presunta forza magica dell’oggetto: per questo la Chiesa distingue chiaramente la devozione dalle pratiche magiche o superstiziose.

Il Codice di Diritto Canonico, al canone 1190, vieta il trafugamento e la vendita di reliquie, prevedendo sanzioni.

Le quattro classi di reliquie

La Chiesa cattolica ha suddiviso le reliquie in quattro classi:

  • Prima classe: oggetti strettamente legati alla vita di Gesù (es. la Sindone) oppure parti del corpo di santi e sante.
  • Seconda classe: oggetti indossati o usati da un santo o una santa.
  • Terza classe: qualsiasi oggetto che sia entrato in contatto con una reliquia di prima classe.
  • Quarta classe: qualsiasi oggetto entrato in contatto con reliquie di seconda classe.

Esistono anche reliquie “particolari”, come una pietra del Calvario, che pur non rientrando nelle quattro classi possono essere oggetto di venerazione.

Reliquiari: forma e funzione

Il reliquiario è il contenitore della reliquia. Il loro uso è attestato già dal IV secolo e la forma dipendeva da ciò che dovevano contenere. I primi erano molto semplici, spesso in legno, simili a piccoli scrigni.

Dal tardo Medioevo la fattura divenne più preziosa: comparvero cristalli e vetri per mostrare la reliquia, e nacquero veri e propri oggetti di oreficeria. La Riforma, purtroppo, fece distruggere numerosi reliquiari anche per recuperare i metalli preziosi.

Dove vedere reliquie e reliquiari

Molte città italiane conservano raccolte di reliquie e reliquiari. Tra quelle citate:

  • Museo Diocesano Tridentino (Trento) – “I tesori del sacro”.
  • Arciconfraternita dei Pellegrini, Napoli (Spaccanapoli).
  • Museo Diocesano La Spezia – Sarzana.
  • Museo di Sant’Eustorgio a Milano.

Questi sono solo alcuni esempi: quasi ogni città con una tradizione religiosa antica conserva almeno una collezione di reliquie.

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