Storia della Savoia Marchetti, azienda di aeronautica
Proviamo a volare anche stando comodamente seduti nella nostra poltrona? Sì perché questa volta vi voglio raccontare la storia di un’azienda milanese, la Savoia – Marchetti, più nota come SIAI-Marchetti, famosa per la produzione aeronautica, soprattutto tra gli anni venti e quaranta.
La storia inizia un 15 di agosto del 1915 quando, a Milano, è fondata la Società Idrovolanti Alta Italia – SIAI – da due imprenditori, Luigi Capè e D. Lorenzo Santoni.(fotografia di Andrea Nicola, fotografo della Regia Aeronautica nel periodo 1940-1942. L'immagine ritrae la 193ª squadriglia, 87º Gruppo, 30º Stormo.)
Su licenza l’azienda si occupava di produrre e vendere, per conto della francese FBA, gli idrovolanti che, come sappiamo, sono velivoli adatti a decolli e ammaraggi su superfici d’acqua libere o in strutture apposite denominate idroscali o idroporti.
Nel 1920 la SIAI acquisisce l’Anonima Costruzioni Aeronautiche Savoia, divenendo SIAI-Savoia, disegnati con la sigla “S”. Nel 1921 si ebbe un successo nelle vendite del “S.16”, idrovolante biplano da ricognizione e attacco ai sommergibili, così come l’“ S 9” e l’“ S 13”.
Un anno dopo approdò in azienda l’ingegnere aeronautico Alessandro Marchetti in qualità di capo progettista, e furono realizzati velivoli di pregio, come il Savoia-Marchetti S.55, un bimotore idrobombardiere-aerosilurante, e protagonista nella Regia Aeronautica. Altro aereo italiano famoso, soprattutto nella seconda guerra mondiale, fu l’S.M.79 Sparviero, nome datogli dallo Stato Maggiore della Regia Aeronautica, presentava un’ala bassa e tre motori radiali Alfa Romeo 126 RC.34.
Si adattava a multiruolo, e fu, per un certo periodo, il più veloce bombardiere medio del mondo, anche se la sua maggiore efficacia la ottenne come aerosilurante. Era costruito in legno, metallo e tela, e, dietro l’abitacolo, aveva una “gobba”, che gli valse il soprannome di “Gobbo maledetto” dato dai piloti inglesi della RAF per la loro difficoltà ad attaccarlo alle spalle.
La storia del Savoia-Marchetti S.M. 79 si terminò, in Libano, nel 1959. Tuttavia l’azienda si distinse anche per la produzione di aerei non bellici, prodotti dal 1946 al 1997. Nel 1983 fu acquistata dall’Agusta, poi nel 1997 definitivamente assorbita dall’azienda Aermacchi che, al suo nascere a Varese nel 1913, si occupava della costruzione di carrozze e omnibus a traino animale. Ricordo il quadrimotore da turismo S.M.95, i piccoli aerei da turismo FN-333 Riviera, S.205 e S.208, e lo SF-260, detto “la Ferrari dei cieli”, per essere stato uno dei migliori progetti al mondo. L’inventiva e la capacità italiana sono assolutamente fuori discussione.
La fabbrica Siai Marchetti sorgeva a Sesto Calende, nel varesotto, e prima di divenire tale era una falegnameria. Nel 2015 si è celebrato il centenario dell’Azienda, con la presenza di autorità civili e militari, e con lo speciale annullo filatelico.
Gli aerei della Siai- Marchetti furono legati anche a spettacolari imprese aviatorie, ne cito solo alcune:
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1925, i piloti De Pinedo e Campanelli volano da Sesto Calende a Melbourne, tornando a Roma passando da Tokyo, con un S.16ter, ribattezzato “ Gennariello”.
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1928, i piloti Ferrarin e Del Prete, con un S.64, volano a Natal in Brasile senza fare neppure uno scalo.
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1933, Italo Balbo organizza la Crociera aerea transatlantica con dodici idrovolanti Savoia – Marchetti S. 55X, decollando da Orbetello e arrivando a Chicago, rientrando a Roma passando da New York.
Diversi sono i Musei dedicati all’Aeronautica:
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Volandia, presso l’Area Ex Officine Aeronautiche Caproni, via per Tornavento, 15, Case Nuove – Somma Lombardo (VA).
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Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni, via Lidorno, Trento.
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Museo dell’Aviazione e Parco Tematico, via S. Aquilina, 58, Rimini.
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