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In arrivo il nuovo piano antitraffico

trafficoViviamo in un’epoca dominata dalla locomozione sulle grandi distanze, qualunque essa sia. Ogni giorno ci svegliamo e raggiungiamo luoghi, più o meno distanti, adibiti al lavoro o all’istruzione. Esistono molti mezzi in tempi così moderni, alcuni molto efficienti come treni e metrò ma, nonostante questo, il mezzo preferito dagli italiani, oltre che dal mondo intero, resta sempre la cara e vecchia automobile.

Ci sono miliardi di motivi per cui preferire quest’ultima alternativa alle altre, come i troppi ritardi e scomodità dei treni non aiutate dal costo elevato del biglietto; così quindi, senza il bisogno di aver frequentato un corso di economia politica o aziendale per poterlo dire, l’auto oggigiorno si rivela il mezzo più veloce ed efficace per la maggior parte degli spostamenti (diventando il mezzo più diffuso di sempre, con una media di un veicolo ogni due abitanti). Detto questo, i più brillanti ed interessati all’argomento avranno notato che ho mancato un aspetto (per di più un difetto) che sorge usando le automobili: sto parlando dell’aspetto ecologico. I più navigati di voi si ricorderanno sicuramente una Milano molto diversa da adesso, che appare grigia e triste. Gli effetti di questo cambiamento hanno molte ragioni ma sicuramente una di queste è lo smog, che ormai è sempre crescente e non accenna a diminuire.

Da molti anni ormai si discute su un eventuale piano contro le automobili, non perché ci sia qualcosa contro le auto in sé, piuttosto perché esse inquinano e la situazione ormai è diventata insostenibile. Così il comune di Milano ha approntato un piano chiamato Piano della mobilità sostenibile (Pums): questo è il nome del documento strategico che indirizzerà le scelte dell’amministrazione oltre l’Expo, fino al 2022-2025. È un piano che nasce in una stagione di crisi e prova a interpretare lo spirito del tempo, dopo che i Milanesi nell’ultimo referendum in argomento si erano pronunciati contrari all’(ab)uso delle automobili. Le linee guida rispecchiano la visione «sostenibile» della giunta: meno autostrade (la bacchettata è per la Regione), più investimenti sui metrò (linee nuove e prolungamenti in provincia), un rilancio del Passante, che è effettivamente molto meno usata rispetto alle sue potenzialità e una «scossa positiva» al sistema ferroviario per i pendolari. In più ci saranno degli interventi anche nel centro storico, che proverà a pedonalizzarsi sempre di più. All’esterno di Area C: Zone a 30 chilometri orari, meno sosta su strada, itinerari pedonali, piste ciclabili.

In effetti questo spirito di cambiamento va benissimo, però la domanda mi sorge spontanea: ma i soldi per tutte queste belle cose da dove verranno? La paura, con questa crisi, è che alla fine le spese di queste nuove imprese verranno addossate ai cittadini, che non è proprio il modo giusto di procedere.

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