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Perché è un calvario viaggiare con i treni  in Lombardia?

treni calvario foto specchiaNelle cronache quotidiane sentiamo sempre più spesso i viaggiatori lamentarsi per i disservizi sui treni, ritardi e sovraffollamento; vediamo le linee costantemente in ritardo come la Domodossola-Milano, la dissestata Lecco-Milano e la Mantova-Milano per citare gli esempi più eclatanti, senza dimenticare le linee dei passanti stracolme all'inverosimile.

Oltre ai ritardi, non si contano le lamentele per la scarsità di informazioni a bordo e nelle stazioni che diventano inesistenti o fuorvianti in caso di guasti o eventi eccezionali.

Un calvario quotidiano per chi viaggia e la percezione, ormai consolidata, che ogni giorno “ce ne sia una”.

Sono nati in Lombardia diversi comitati e gruppi di pendolari che portano all’attenzione di Regione, Trenord e Rfi le problematiche dei viaggiatori non solo per “spirito di protesta”, ma con l’intento di intavolare uno scambio costruttivo spesso con dati alla mano, statistiche elaborate dall’osservazione quotidiana, cercando di aiutare chi di dovere. Tuttavia, la sensazione condivisa è che tutto ciò non porti alla soluzione definitiva dei problemi, tanto che chi ha il potere di decidere, sembri non ascoltare e soprattutto non sapersi districare nel risolvere l’annoso problema della mobilità.

Ma qual è il male oscuro che affligge il trasporto lombardo? Cerchiamo di fare chiarezza.

Come nasce Trenord e perché

La società Trenord nasce nel 2011 con lo scopo di gestire unitariamente il trasporto pubblico locale ferroviario in Lombardia, all’interno della normativa stabilita dal Protocollo di Intesa tra Governo Italiano e Regione Lombardia per il potenziamento e il miglioramento del servizio ferroviario regionale: nasce dunque la società costituita da Trenitalia e da FNM SpA per operare nel settore del trasporto ferroviario passeggeri della regione Lombardia con quote paritarie.

Questo assetto societario, unico in Europa, porta di fatto ad un’instabilità di governo, in quanto Regione Lombardia effettua nel corso del tempo investimenti per 3 miliardi in Trenord - uno su tutti l’acquisto di 176 nuovi treni per 1,6 miliardi di costo a fine 2017 -  mentre Trenitalia contribuisce con “solo 170 milioni di euro” .

Necessità di investimenti

Nel corso del tempo e a più riprese nella corrente legislatura, Trenitalia viene chiamata in causa per i pochi investimenti in materiale rotabile, già noto agli addetti ai lavori che sanno come non vengano contemplati investimenti in società in cui non si ha la maggioranza. Nasce pertanto un lungo tira e molla nel 2018 sul fatto di rivedere questo assetto societario ma nonostante i proclami del presidente Fontana si finisce per non decidere.

Trenord si trova ad affrontare una situazione societaria complicata, già all’origine, e uno scenario con un tpl in costante aumento di domanda:  si passa infatti dai 450.000 viaggiatori del 2009 agli 850.000 viaggiatori nel 2019: un dato statistico che fa riflettere: a mezzogiorno in Lombardia sono girati lo stesso numero dei treni del Lazio.

Purtroppo la flotta dei treni a disposizione di Trenord, costituita da 432 treni, con una età media di 15,5 anni e il 46% con oltre 15 anni di età, fonte rapporto Pendolari 2018, non è mai stata all’altezza del servizio richiesto dal contratto di servizio, in quanto i continui guasti, soppressioni parziali e totali, hanno generato picchi frequenti di disservizi. Senza contare che il l fornitore del servizio pubblico “ in assenza di un vero e autorevole controllo” da parte del committente ha mostrato un grosso limite nella gestione della manutenzione e del personale. La stessa azienda nel 2015 ha bussato alla porte dell’assessorato, ponendo l’esigenza di avere in organico un nuovo numero di treni pari a 160.

Quando l’acquisto di nuovi treni ?

Questo invito è stato raccolto a fine 2017, tardivamente e in concomitanza delle elezioni regionali, determinando una situazione nella quale la piena e totale disponibilità dei treni sarà a regime solo entro cinque anni. A fine dello stesso anno sul bilancio della Lombardia notiamo le seguenti cifre- rapporto pendolari 2018:

stanziamenti per il servizio pari a 176, 1 milioni di euro e per il materiale rotabile pari a 100,43, in totale 1.13% degli stanziamenti sul bilancio regionale: la Lombardia è la regione che investe più risorse in termini assoluti, ma la terza dopo Valle D’Aosta e Puglia in termini di bilancio.

La difficoltà di Trenord è diventata ancora più manifesta a fine 2018 con il piano emergenziale che ha portato al taglio delle corse sulle linee secondarie, che solo in parte sono state ripristinate.

Problema della Rete e interferenze Trenitalia

Nel frattempo la rete ferroviaria in Lombardia ha mostrato tutti i suoi limiti per guasti, problemi al pl - passaggi a livelli - colli di bottiglia nel nodo della stazione centrale dovuti al numero crescente delle Frecce. Inoltre, si accavallano problemi a programmare gli interventi con la giusta priorità e l’esigenza di garantire il mantenimento in efficienza dell’infrastruttura esistente.

Infine, Trenitalia, società che controlla Trenord, ha acquistato tracce - spazi ferroviari - che hanno appesantito la circolazione causando ritardi ai treni dei pendolari regionali e delle linee suburbane. Possiamo concludere, che sebbene Trenord sia al centro di critiche e polemiche per le vicende gestionali, non è stata messa in condizione di operare a causa di investimenti tardivi di Regione Lombardia e di una struttura societaria dove nessuno ha la maggioranza delle quote.

Il problema politico

Esiste pertanto un problema politico alla base di Trenord che si sta trascinando nel corso del tempo?

La sensazione è che l’Assessorato ai trasporti che aveva iniziato ad affrontare con il giusto piglio e determinazione la ‘questione’ dei trasporti” abbia man mano abdicato dal suo ruolo e delegato tutto a Trenord: sembra infatti che l’Ad di Trenord sia l’Assessorato in pectore.

L’unica speranza è che la maggioranza e l’opposizione impegnate in un duro e acceso dibattito sulla tariffa integrata riprendano un confronto più costruttivo per risolvere la questione del trasporto superando il conflitto ideologico.

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