Sonia racconta la sua vita impossibile da pendolare: un viaggio quotidiano tra disservizi e speranze
La vita del pendolare è diventata una sfida quotidiana difficile da sopportare. Prendere il treno e arrivare in orario è ormai quasi impossibile, specialmente nelle fasce orarie di punta: dalle 7:00 alle 9:00 del mattino e dalle 17:00 alle 19:00 della sera.
Come spesso affermano i viaggiatori, c’è sempre qualcosa che non va: un treno in ritardo, un guasto tecnico, o treni con composizioni ridotte. Senza contare le disgrazie, come incidenti, investimenti o suicidi, che aggravano ulteriormente la situazione.
La Ricerca del Colpevole 🔍
In questo scenario di caos e inefficienza, scatta inevitabilmente la ricerca del colpevole. I pendolari puntano il dito contro Trenord, RFI, l’assessore ai trasporti Franco Lucente e il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, che spesso si rimpallano le responsabilità senza mai trovare una soluzione condivisa. Quasi sempre, invece di collaborare, le istituzioni finiscono per scaricare le colpe l’una sull'altra. Il risultato? E' pendolari sempre più bistrattati, comitati ignorati da Regione e non riconosciuti come validi interlocutori da Trenord. Alla fine la gente scappa dei treni alla ricerca di una vita migliore.
Storia di Sonia Bordin: Una Pendolare che Ha cambiato Vita 👩💼💔
Oggi raccontiamo la storia di Sonia Bordin, una pendolare che, dopo anni di sacrifici, ha deciso di cambiare radicalmente la sua vita.
La Perdita del Lavoro 😔
"Dopo 20 anni di pendolarismo, ho cambiato vita. A marzo il mio datore di lavoro (nonché maggior cliente perché io sono a partita IVA) è deceduto improvvisamente e io mi sono ritrovata disoccupata in tempo zero. Essendo una partita IVA e non dipendente, si sa come vanno le cose.
La famiglia ha deciso di chiudere l'azienda, perché l'azienda era lui. È stato un brutto colpo, oltre che a un capo e al mio maggior cliente regolare, era anche un amico, un grande amico, e vederlo morire di cancro in 30 giorni è stato devastante.
Vista la situazione dei treni mi sono detta:" fanculo, ora mi trovo un lavoro vicino a casa". Butto via 25 anni di carriera in post-produzione pubblicitaria a Milano ma voglio vivere senza l'ansia dei treni. Non ce la facevo più a sprecare 4 ore al giorno tra andata e ritorno. Io abito a Casorate Sempione e in teoria in 45 minuti dovrei arrivare a Milano ma negli ultimi periodi la media era 2 ore a viaggio".
Il Mio Nuovo Lavoro e la Qualità della Vita 🌿
Ero già pronta ad andare a lavorare al Bingo di Somma lombardo. Stavo per fare la candidatura quando il maggior cliente del mio capo defunto mi ha fatto un'offerta: continuare a fare il mio lavoro ma da casa. Mi hanno finanziato tutto il materiale per poterlo fare, circa 15.000€ di investimento, che io ovviamente non potevo permettermi. Non ci ho neanche pensato e ho accettato.
Non mi sveglio più alle 6 per guardare se il mio treno è almeno partito da Domodossola. Non ho più l'ansia di partire alle 7.30 e arrivare alle 10 in ufficio. Seguo costantemente le vicende dei pendolari e sinceramente sono davvero felice di non dover più prendere un treno.
Guadagno di meno, ma la mia vita è decisamente più ricca e tranquilla, e soprattutto migliorata. Ero disposta ad andare a lavorare ovunque, ho avuto la fortuna di questa offerta che mi ha permesso di continuare a fare il mio lavoro ma il disservizio dei treni mi aveva convinto ad abbandonare 25 anni di professione e ad andare a lavorare da qualsiasi parte, che sia un bingo, Mc Donald's o anche a fare le pulizie o la cameriera (tutti lavori degni di stima tra l'altro), Ero disposta a buttare via 25 anni di esperienza pur di non prendere più un treno e dover sopportare tutte le ingiustizie e le angherie che un pendolare deve subire. Ora non sono più pendolare. E la mia vita è migliore.
Esiste Ancora un’Efficienza Lombarda? 🚗⏳
Mi capita di dover andare a Milano un paio di volte al mese. E ci vado in macchina. Si, spendo di più, ma il tempo che risparmio non ha valore. La mia vita, il mio tempo adesso non è più in mano a quegli incompetenti. E adesso sono felice. Posso lavorare fino alle 20.00 senza tornare a casa alle 22. Il nostro tempo non ha prezzo. Questa cosa è triste, molto triste. Abbiamo il diritto di poter continuare a fare il nostro lavoro senza l'ansia del "quanto ci metterò ad arrivare?" Ma in Lombardia questo non è possibile. L'eccellenza lombarda. Un vero fallimento.
Un Pendolarismo Sempre Più Difficile 🚉
La storia di Sonia è solo uno dei tanti esempi di come il pendolarismo in Lombardia sia diventato insostenibile per molti lavoratori. Le infrastrutture ferroviarie, una volta vanto della regione, sono ora simbolo di un fallimento gestionale e di disservizi quotidiani.
Mentre le istituzioni continuano a rimpallarsi le responsabilità, sono i pendolari a pagarne il prezzo, in termini di tempo, stress e qualità della vita.
È giunto il momento di ripensare seriamente il sistema di trasporti della Lombardia, per restituire dignità ai pendolari e garantire un servizio che sia all'altezza delle loro aspettative e necessità.