Autunno, tempo di castagne
Castagne, finalmente!
Autunno, è tempo di castagnate. E’ ora di mettere le castagne sul fuoco! Proprio così.
L’Autunno puntuale ha scalzato via l’Estate e regna sovrano, accompagnato dai soliti appuntamenti: la ripresa della scuola, i primi maglioncini, le foglie gialle rosse e secche, e le immancabili castagne, che assieme ai funghi, definiscono per antonomasia questa stagione. (Si è vero, ci sono anche i cachi, avete ragione).
Già si sente scalpitare la nutrita schiera di golosi pronti ad onorare il frutto autunnale nelle sue più svariate declinazioni, vista la sua versatilità.
Eccone un assaggio.
Partiamo con la classica castagnata, un vero e proprio rito a cui almeno una volta nella vita bisogna partecipare, soprattutto se si è bambini. Il pretesto è ottimo per fare una bellissima scampagnata nei boschi: ci si troverà davanti ad uno spettacolo incantevole di colori che virano indistintamente in tutte le tonalità solari. Alla scoperta di profumi genuini e forse, ahimè, sconosciuti, di terra, di muschio, di fresco, di natura. Una esperienza sensoriale appagante per il corpo e per lo spirito.
Coinvolgere i piccolini nella raccolta delle castagne sarà semplicissimo e divertente, basterà lanciare una competizione a chi ne trova di più, magari suddividendoli in squadre.
Dove andare per castagne?
Ecco una sommaria mappatura dei castagneti lombardi più fitti:
- l’area di Lecco e della Valle del Curone (che non è la Val Curone in provincia di Alessandria, Piemonte): nel Parco Regionale di Montevecchia, a pochi chilometri chilometri da Monticello, Barzanò, Casatenovo, Merate e Bevera di Sirtori, e il Monte Barro in particolare;
- in provincia di Como, a Castiglione d’Intelvi, sulla sponda occidentale del Lago di Como, sotto il Monte Generoso i castagneti si concentrano vicino a Biazzeno, Casasco d’Intelvi, Castiglione d’Intelvi, San Fedele e Lanzo;
- sempre nel comasco, da non dimenticare i boschi tra San Fermo della Battaglia ed il Monte Croce, ma anche la zona di Canzo, Asso e Valbrona, così come i dintorni di Magreglio e del Ghisallo;
- a Varese, dirigersi verso Bregazzana, Brinzio, Valganna e Rasa di Velate, esattamente in mezzo tra il Lago Maggiore, quello di Varese e quello di Lugano (e perché no una visita a Porto Ceresio e Ponte Tresa, oppure Luino e Laveno;
- la zona di Brescia con la Valcamonica e la Valtrompia: molto indicati, qui, sono Bovegno, Bagolino, Collio o Marone, sul Lago d’Iseo.
E una volta riempiti i sacchi? Via ad accendere il fuoco per abbrustolirle!
Diverse sagre di paese organizzano dei grandi bracieri e una scorpacciata comunitaria di caldarroste, come ad esempio quella che si tiene a Miradolo Terme (PV) a metà ottobre, oppure, quella a Gera Lario (CO). Per non parlare della tradizionale festa delle Castagne di Castell’Arquato in programma la prima domenica di ottobre, dove vivere una tipica giornata contadina, dall'alba al tramonto. O ancora Bobbio, dove ogni domenica pomeriggio di ottobre in piazza san Francesco è possibile gustare le caldarroste accompagnate da un buon bicchiere di vino rosso.
Se invece si opta per una gita più intima che si concluderà tra le mura domestiche, preparare le caldarroste sarà davvero un gioco da ragazzi. Due le opzioni: in forno oppure in padella (indispensabile che sia quella bucherellata).
In entrambi i casi, dopo aver lavato le castagne, dovrete inciderne la “pancia” con un coltellino appuntito, facendo un taglio di circa 3 centimetri di lunghezza. A questo punto a voi la scelta del tipo di cottura. Il forno ha il vantaggio di evitare di affumicare l’ambiente: preriscaldate il forno a 200°, intanto sistemate le castagne su una teglia rivestita con carta da forno e cuocetele poi per 20 minuti circa. Utilizzando invece l’apposita padella le si farà arrostire direttamente sul fuoco girandole spesso.
Una volta cotte consiglio di travasarle in un sacchetto di carta, sarà più semplice pelarle. Eventualmente salare, se lo si gradisce. Mio marito è diventato un esperto tanto da fare concorrenza ai caldarrostai ambulanti, dove le si paga oro! E ha scoperto che surgelarle a crudo è un bel trucco per avere la scorta garantita fino ad inverno inoltrato.
Esiste anche la farina di castagne, ottima per preparare dolci (come il castagnaccio), biscotti, marmellate e crepes, ma anche farciture di piatti salati e di pasta fresca, zuppe e minestre. Anche qui ci si può arrangiare tra le mura domestiche. Il metodo della bollitura in acqua bollente e leggermente salata dei frutti completi di guscio, è quello più spiccio. Basta scolarle a fine cottura, spelarle e schiacciarle con lo schiaccia patate (oppure mangiarle bollite, come contorno alle carni, ad esempio). In realtà la procedura seria le vorrebbe essiccate e poi macinate, ma servirebbe almeno un anno solare, e chi ha tanta pazienza da aspettare così a lungo?
Vale la pena ricordare le proprietà che rendono le castagne così preziose, anche se la tradizione le annovera tra gli ingredienti della cucina povera e contadina: sono ricche di amido, potassio, vitamine del gruppo B e fibre. Un bel pieno di sana energia per tutti, con un occhio al rispetto della natura e delle sue offerte stagionali.
La differenza tra castagne e marroni? Entrambi racchiusi in un riccio spinoso, sono il frutto dell’albero del castagno (per la precisione si tratta dei semi della Castanea sativa); l’unico elemento distintivo è che le prime nascono su alberi che crescono spontaneamente, i secondi su alberi coltivati.
Allora cosa aspettate?
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