Bareggio nel cuore del Parco del Ticino
Un paese della provincia di Milano, forse non notissimo, ma ricco di storia, di leggende e di vestigia che raccontano un passato che lo lega a un piccolo gruppo di etruschi provenienti dalla Toscana.
Le origini di Bareggio, uno dei più bei borghi del Parco del Ticino, risalgono alla fine delle preistoria, quando un piccolo gruppo di etruschi provenienti dalla Toscana decise di fondare una nuova colonia sulle rive del Ticino, già allora importante centro di scambi commerciali tra le popolazioni locali.
Dopo pochi anni il piccolo paese venne conquistato dai Galli Insubri, provenienti dalla Francia, che avevano già stabilito il loro dominio sull’Adda e su parte del Ticino.
Verso la fine del II secolo a. C arrivarono i Romani, che in una manciata di anni trasformarono quelle povere capanne in un vero e proprio villaggio, affiancato dalla costruzione di eleganti ville per i nobili romani che amavano trascorrere le loro vacanze in quelle campagne cosi lontane dalla frenesia di Roma.
Nel VI secolo d. C. Bareggio venne inglobata nei territori dell’impero Longobardo, per poi verso la fine del VIII secolo diventare uno dei tanti feudi di Carlo Magno.
Proprio in questo periodo, per la precisione nel 780, un documento di compravendita di alcuni terreni, riporta per la prima volta nella storia il nome di Bareggio.
Quando poi il piccolo borgo venne donato da Carlo il Grosso all’arcivescovo di Milano, Bareggio visse un lungo periodo di pace, fino a quando nel Trecento non divenne parte dei domini della famiglia dei Visconti.
Come gran parte delle cittadine del Nord Italia, da allora la storia di Bareggio si confonde con quella delle tante terre sottoposte alle dominazioni straniere, dagli Spagnoli nel Seicento fino al dominio austriaco della Restaurazione, per finire quando, nel 1859, venne annessa al Regno di Sardegna, dopo la fine della seconda guerra di indipendenza.
Uno degli eventi più significativi della storia novecentesca del piccolo borgo avvenne il 31 agosto del 1948, quando una statua della Madonna, che stava per essere trasferita da Bareggio al santuario di Cornaredo, venne gravemente danneggiata dall’attacco di un gruppo di anticlericali che lanciarono sul piccolo corteo due bombe a mano.
Le conseguenze dell’attentato, che potevano essere molto più gravi, fortunatamente furono solo una ventina di feriti non gravi, tra cui purtroppo alcuni bambini, e la distruzione del braccio sinistro della statua.
In segno di ringraziamento per lo scampato pericolo, negli anni Cinquanta, la popolazione di Bareggio fece erigere sui luoghi dell’attentato il santuario della Madonna Pellegrina, dove è possibile ammirare la statua mutilata.
Arrivando nel paese, la prima cosa che si nota sono le tre chiese che fungono da baricentro della vita del piccolo borgo, la Parrocchiale dei Santi Nazario e Celso, che risale agli inizi del XII secolo poi rimodernata in stile barocco, la chiese seicentesca di Santa Maria della Neve e la rinascimentale chiesa di Santa Maria alla Brugnera.
Tra i palazzi spicca il Palazzo Visconti di Modrone, eretto nel Settecento e oggi sede del Comune, mentre nelle vicinanze si possono ammirare ville dell’età barocca ed ottocentesche di grande valore artistico, come Villa Marietti, Villa Gallina Radice Fossati e Villa Vittadini.
Per chi ama la natura, nelle vicinanze del piccolo borgo, vi sono numerosi percorsi ciclabili e pedonabili, per una bella passeggiata nel Parco del Ticino, che permette di vedere il Fontanile Nuovo, una delle aree protette più note della zona e parte della rete di canali della parte agricola che si trova a sud di Bareggio.