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Castelletto: sulla riva del Naviglio Grande

san antonio abate castellettoArrivando ad Abbiategrasso da Milano lungo il Naviglio Grande troviamo la frazione di Castelletto.

Le sue origini risalgono al XIII secolo, quando gli scavi effettuati per la realizzazione del Naviglio Grande resero necessario la costruzione di un piccolo agglomerato urbano per le famiglie degli operai che vi lavoravano.

Il nome deriva da un piccolo castello che fu fatto erigere dal Comune di Milano per controllare il territorio circostante da una posizione strategica e facilmente raggiungibile.
Infatti Castelletto si trova nel punto di biforcazione del Naviglio che da un lato è in direzione di Milano, mentre dall’altro si dirama verso Pavia, prendendo il nome di Naviglio di Bereguardo.
Il paese dipese dalla parrocchia di Vermezzo fino al 1573, quando San Carlo Borromeo lo incluse nel territorio di Abbiategrasso.
Nel 1604 il cardinale Federico Borromeo vi istituì una parrocchia e ciò fece sentire la necessita di una nuova chiesa, che venne edificata nel 1610.

Sulla riva sinistra del fiume spicca il Palazzo Cittadini Stampa, appartenuto alla famiglia milanese Cittadini fino al 1792, quando in seguito a rovesci economici ne persero la proprietà.
Successivamente il palazzo fu acquistato della famiglia Baronio nel 1805, e dopo che la figlia di Baronio sposò nel 1835 il patriota Gaspare Stampa, la villa assunse la denominazione attuale. L’edificio è a pianta rettangolare, con un corpo centrale composto da una torre medioevale del periodo comunale e da tre piani, mentre la stanza ospitano un vasto ciclo pittorico della seconda metà del Seicento di vari pittori milanesi.
Accanto a Palazzo Cittadini Stampa, troviamo la Bettola o Albergo di San Antonio di Castelletto, che risale al Quattrocento, originalmente punto di riferimento per i viaggiatori e i naviganti che transitavano sul Naviglio Grande. Attraversando il piccolo ponte pedonale sul Naviglio di Bereguardo arriviamo alla chiesa di san Antonio Abate, edificata nel 1610 sui resti di una precedente chiesa che fu distrutta nel 1471.

Alla sinistra dell’altare maggiore possiamo notare una Madonna col Bambino del Trecento, originalmente conservata nell’’Oratorio di Santa Maria del Campo di Albairate, per poi nel 1623 essere trasferita a Castelletto in quanto si diceva che era in grado di compiere miracoli, generando cosi una devozione da parte del popolo tutt’oggi ancora viva.
La pala dell’altare raffigura una Madonna Assunta di Camillo Procaccini, che in origine era la pala d’altare dell’oratorio di Palazzo Cittadini, mentre un’altra tela raffigura il Martirio alla presenza di San Antonio Abate. Sull’altare troviamo una statua di San Antonio, risalente al 1839, mentre la cassa dell’organo proviene dal convento dell’Annunziata.

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