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La via Francigena

via-francigena-paviaMolti anni or sono, con alcuni amici, partivo, in sella alla bicicletta, dalla stazione di San Cristoforo verso il pavese e la lomellina. Momenti che ricordo ancora con piacere ma anche con un po’ di nostalgia.

Ebbene, quelle strade sono conosciute come via Francigena. L’etimologia la identifica come ”la strada dei Franchi”, anche se vi sono altre interpretazioni quasi simili. Orbene, oggi intendo ripercorrere parte di quel tragitto, lasciando liberi i ricordi e l’immaginazione, invitando i lettori a mettere in cantiere un’escursione, proprio in bici, lungo uno degli itinerari di questa famosa via.

Cos'è la via Francigena

La via Francigena è la strada che collegava i paesi transalpini a Roma. Qui dobbiamo necessariamente far riferimento al fenomeno del pellegrinaggio, movimento che ha interessato tutta l’umanità dagli albori del tempo, anche se in questo caso il riferimento è al pellegrinaggio di tipo religioso. Conosciamo le tre grandi tappe di riferimento per i cristiani di questi pellegrinaggi: quello verso Gerusalemme “Ad Loca Sancta”, verso la città di Roma, alla tomba dell’Apostolo Pietro, “Ad Limina Apostolorum”, e, infine, la via che portava a Santiago di Compostela “Ad Limina Sancti Jacobi”.

Il Consiglio d’Europa in occasione del Giubileo del duemila, ha stabilito che il percorso francigeno è identificato con quello fatto dal Vescovo di Canterbury Sigerico nel 990. In quest’articolo voglio soffermarmi sul secondo tratto che collegava Pavia con Milano. La via del pavese che collega Pavia a Roma è quella detta di Monte Bordone. La mia descrizione è però riservata verso alcuni paesi in cui transitavo, come ad esempio Bereguardo, Scaldasole, Sannazzaro de’ Burgondi e altre emozionanti località. Allora, in sella e via!

Dalla stazione si parte per raggiungere Bereguardo dopo aver oltrepassato il Ticino sul ponte di barche. Il nome deriverebbe da Belriguardo, dato da Luchino Visconti al castello che si erge nella piazza omonima. Interessante la chiesa di Sant’Antonio del 1762, sita nella medesima piazza, così come l’elegante Palazzo dei Marchesi del Maino. Da Bereguardo si scende verso Dorno passando per Groppello Cairoli. Sito, quest’ultimo, di età romana.

La presenza di un castello composto di due edifici a forma di “L”, potrebbe risalire al XIV secolo. Di origine medievale è la parrocchiale di San Giorgio, dove è interessante la composizione scultorea in legno del secolo XV di provenienza lombarda, raffigurante la Pietà. Facendo una deviazione di tre Km si può raggiungere Dorno, borgo di origine romana. Nei pressi sorge una grande necropoli a incinerazione risalente alla tarda età del ferro. A poca distanza dalla parrocchiale si trova la chiesetta barocca di San Rocco, eretta nel XVI secolo a protezione della peste.

Nei pressi del cimitero troviamo invece il Santuario della Madonna del Boschetto datato 1660. In agosto si svolge la sagra di Sant’Anna, con esposizione di macchine agricole d’epoca. Prossima tappa, circa sei km, Scaldasole, dove è famoso il suo castello del X-XV secolo, a pianta quadrata con quattro torri angolari. Vale davvero una visita per vedere la camera degli orologi e il museo archeologico sito nella camera turchina. In nome deriverebbe da “ Sculdasius”, cioè giudice. Riprendiamo la pedalata per ritrovarci a “Sannazzaro de’ Burgondi”, è a solo due km. L’aggiunta della denominazione Burgondi è legata a un episodio popolare. Da visitare la chiesa dei Santi Nazzaro e Celso, risalente al XV secolo, il castello, Palazzo Antona-Traversi, Palazzo Pollone in Via Cavour, le chiese dei SS Bernardino e Rocco e la Madonna della Fontana. In frazione Mezzano si può visitare, nel Giardino delle Delizie, un’importante esposizione di Rose antiche originarie della Cina e del Giappone e Rose inglesi.

Adesso dobbiamo iniziare la salita per far rientro, per cui raggiungiamo Carbonara al Ticino, territorio ricco di foreste abitate dai lupi, siamo però nel secolo XI. Visita alla chiesa parrocchiale di San Giovanni Evangelista, del 1400 ma rimaneggiata nel XVIII secolo. A poca distanza troviamo San Martino Siccomario, posto alla confluenza tra Ticino e Po. Secondo la tradizione pare che qui sorgesse, in età medievale, un “hospitium” per i pellegrini. Questo ci riallaccia alla via Francigena. Di origine medievale è la chiesa di San Martino. Nuova pedalata ed eccoci a Borgo Ticino, dove sorgono un’antica chiesa carolingia, la chiesa romanica di “Santa Maria in Betlem”, e il vicino “ Ospedale di Ultraticino”, luogo che ospitava i pellegrini, e sorto intorno al 1100.

Si attraversa il Ponte Coperto sul Ticino, ed eccoci alla bella Pavia, ovviamente tutta da visitare. Lasciata anche quest’importante storica città, si pedala verso l’altrettanto stupenda Certosa di Pavia, anche qui una visita è doverosa. Dalla Certosa si raggiunge Binasco, Zibido San Giacomo, Gudo Gambaredo, dove una volta si potevano mangiare le rane, Corsico e indi la stazione di partenza. Ovviamente per percorrere la via Francigena, una volta raggiunto Sannazzaro de’ Borgondi, o da Pavia, si raggiunge, oppure ci si va direttamente, Voghera, altrimenti si può passare per Broni, indi si prosegue sino a Varzi e poi, lasciata la Regione Lombardia, s’iniziano le strade dell’Emilia.

Un aspetto interessante che andrebbe considerato è quello culinario, essendo il territorio visitato ricco di ottimi e saporiti piatti, come ad esempio il “Ragò d’Oca”, simile alla “Casseula” milanese ma cucinata con carne d’oca anziché di maiale. Anche il salame d’oca merita un assaggio, così come il rinomato salame di Varzi. Garantisco che al ritorno la stanchezza si farà sentire, così come il desiderio di un bel bagno e di mettere i piedi sotto una tavola imbandita. E allora? E allora buona pedalata a tutti.

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