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Piazza Durante - Città Studi - Lambrate

giardini piazza duranteScegliamo di inaugurare la nostra camminata con i luoghi dedicati a Fausto e Iaio: possono essere i giardini di piazza Durante da poco dedicati a loro due, “per sempre ragazzi”, vittime della violenza fascista nel 1978, oppure la strada in cui la morte li ha cercati mentre tornavano a casa quel giorno: via Mancinelli, oggi luminosa, piena di murales con i loro ritratti, che inizia con il deposito dell'Atm, con i tram che riposano sulle rotaie, che non smettono il loro fascino pur nel trambusto della velocità odierna. La forza rotaia, tutta potenziale. Un che di antico, oggi lentissimi. Un moderno del passato. E termina su un'abbazia di mattoni rossi, la Casoretto, che se si svicola svela la chiesa annessa, un sagrato dove uomini e donne sulla cinquantina scambiano battute divertenti, un campo sportivo che gronda di mamme e bambini e un cinema che non ospita ormai che ortiche ed erbacce.

itinerario3Con il caldo e l'afa mal sopportati durante tutta la giornata, o il tedio del neon di un interno universitario, è bello ondeggiare insieme alle fronde fitte degli alberi di viale Lombardia. Se si decide di tirare dritto fino a piazza Piola, si possono osservare queste bellissime villette in stile liberty tutte verdi e piene di giardini. Intervallate da post-moderne geometrie e scaloni.

Cerchiamo una bottega per acquistare qualcosa che ci dia ristoro. Troviamo solo un supermercato e passando oltre ci accorgiamo che nasconde una targa commemorativa dei martiri della Resistenza, all'ingresso del parcheggio, sopra all'uscita di servizio, seminascosta dalla grondaia. Poco più avanti si apre la bellissima piazza Leonardo da Vinci, che dà il nome al campus del Politecnico, preceduto da una chiesa abbandonata coperta di piastrelline di maiolica verde su cui sono affisse una gigantografia di Songoku e un altro faccione. L'area pedonale dove c'è anche il teatro s. Leonardo ha delle panche, su cui un libraio ambulante ha disposto i suoi libri e ora, prima che smonti canticchiando Ohi ohi, campo d'aria riesce a vendermi senza sforzo alcuno Modelli di cultura di Ruth Benedict edizione Feltrinelli 1979 per due euro. Viene tutti i giorni tranne il sabato e la domenica e quando piove. Entriamo nell'edificio antistante: c'è una piazza coperta con dei tavoli dove gli studenti spremono le ultime energie della giornata in discussioni davanti a libri e pc, e ci infiliamo in una sala dove c'è l'esposizione Lezione di Galileo Galilei sulla struttura dell'Inferno.
Finché il custode non ci caccia fuori che deve chiudere. Un cantiere interrompe la strada e avvolge una libreria. Annesso c'è il Centro Balneare Estivo Romano. Questo cantiere, aperto dal 2003 per la costruzione di un parcheggio sotterraneo, ha provocato danni agli edifici circostanti; una vicenda
che è costata “la testa” a due funzionari comunali, colpevoli di non aver vigilato sui lavori come di dovere. Torniamo alla piazza. La festa di agraria si è appena consumata e i superstiti giacciono qua e là sul prato o giocano a pallone o si fanno burle. Sembra una a me più familiare piazza Verdi bolognese su un prato milanese. Restiamo un po' lì sdraiati poi attraversiamo la piazza per intero, salutando le sculture.

Attraversiamo la strada e pista pattinaggioscopriamo un'incantevole pista di pattinaggio. Su viale Romagna troppo grande ci intrufoliamo in una via laterale, Mangiagalli e poi Dubini, attirati da un cartello vendesi apposto su un caseggiato che sembra un pezzo di centritalia, un po' Romagna davvero, e infine una serie di porte colorate abbinate ai fiori che espongono. Sbuchiamo fuori e i cortili delle case popolari ci trascinano per un momento nei ricordi dell'infanzia; con la vista: le reti di ferro e gli orti al posto del cemento; con l'olfatto: certi odori di cibo e di panni al vento che mai viene spazzato via. All'angolo un'insegna di un panettiere è ancora accesa: è il segno che dobbiamo cenare.

Il panettiere Magdi dopo le 19 fa lo sconto su pizze e focacce. Oggi ha preparato cinquemila panini per gli studenti di agraria in festa, di cui parla con molto affetto. D'altronde anche lui ha tre figli di cui due all'università. Ci sediamo su due divani di cemento sulla banchina alberata del viale e consumiamo le nostre focacce mentre il traffico ci scorre ai due lati. Più oltre andiamo a far visita ai ragazzi delle scuole superiori che hanno occupato delle splendide ville Aler in piazza Ferravilla che giacevano in completo stato di malora e abbandono. Lisa ci saluta all'ingresso, ci fa entrare e ci conduce in ogni stanza e anfratto visitabile. Presto qui sorgerà una sala prove, un laboratorio di falegnameria e cartonatura e nascerà un bambino. Ritorniamo su viale Romagna e piazza Leonardo da Vinci. Il ritorno a casa è fra le piccole vie che sbucano fuori a Lambrate. Siamo stanchi e ci fermiamo a fare la pipì al Birrificio Lambrate, che troviamo molto bello e decidiamo di tornarci presto. La città universitaria quando chiude è deserta. È un susseguirsi di edifici che dormono col vento. Ma dopo il Birrificio ricomincia a brulicare la vita fino alla stazione di Lambrate.

Alessandra Mainini

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