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Garibaldi, un eroe o un mito costruito? Una riflessione sulla storia

Nel lontano 2006 avevo scritto un articolo per un giornaletto locale su un personaggio che ci viene spesso indicato come un eroe: mi riferivo a Napoleone. In quell’occasione espressi le mie rimostranze sul fatto che fosse davvero tale. Oggi voglio riprendere questo tema dopo aver sfogliato l’interessante libro di Erminio De Biase, Garibaldi… ma quale eroe. Il vero volto di un falso mito. Poiché ho sempre ritenuto, fin dai tempi della scuola, che Giuseppe Garibaldi fosse un falso eroe, mi prendo la soddisfazione di riportarne alcune righe e di aggiungere il mio personale commento.garibaldi mf ia

(Detto tra noi, sarebbe ora che nella scuola si smettesse di insegnare la Storia secondo un’ideologia, ma si raccontassero i personaggi per ciò che realmente sono stati, almeno per quello che si sa con certezza).

In quasi ogni città si trova una statua, una via o una piazza dedicata a Garibaldi. Statue fatte erigere dalla massoneria, e qui viene spontaneo domandarsi il perché, anche se la risposta è piuttosto semplice.

L’arguto popolino napoletano lo chiamava "Peppe 'o bidone", e anche in questo caso il motivo non è difficile da comprendere. Persino Giuseppe Mazzini lo definì “un ignorante dalla faccia leonina e stupida”.

Il popolo argentino gli dedicò una canzone tutt’altro che edificante: "Celebremos porque ha muerto Garibaldi. Pum!". Se davvero fosse stato un eroe, perché mai avrebbero dovuto scrivere una canzone simile?

Un uomo discusso

Dal punto di vista politico, a Londra era considerato una nullità, in balìa di agitatori e cospiratori che approfittavano della sua influenza per i loro fini personali. Era ritenuto un uomo orgoglioso e irascibile, sempre pronto a menar le mani. Addirittura, egli stesso si autodefiniva “Gran Pontefice della Religione di Dio”, e arrivò perfino a “battezzare” i bambini presentatigli dai suoi seguaci. Alla faccia dell’umiltà!

Delle sue avventure sudamericane, le cronache – quelle reali – lo descrivono più come un pirata che come un militare, tanto che i brasiliani lo chiamavano “lo sciacallo”. Sconfitto in Brasile, riparò in Uruguay, intervenendo nella guerra civile e dedicandosi al saccheggio.

E il saccheggio non finì lì. Quando arrivò a Palermo nel 1860, si appropriò di ben cinque milioni di ducati dal Banco di Sicilia. Non solo: fece depredare le chiese, non solo a Palermo ma anche a Roma, dove i suoi uomini si macchiarono di veri e propri atti di pirateria.

È noto il suo odio per la Chiesa Cattolica e i suoi rappresentanti. (Si veda il testo Risorgimento ed Europa di Angela Pellicciari).

Un mito costruito

Perché allora Garibaldi è stato trasformato in un eroe? Perché il mito dura ancora oggi? Semplice: mistificando la realtà storica.

Si dice che abbia vinto la battaglia di Velletri nel 1849, ma in realtà fu sconfitto. Anche sulla sua compagna, Anita, si racconta una versione “ufficiale” che potrebbe non corrispondere alla verità: si dice che sia morta di malaria, ma alcuni documenti medici riportano che morì strangolata. Da chi? Dal suo stesso Garibaldi?

C’è ancora molto da scoprire su questo personaggio. Il libro di De Biase offre un’interessante chiave di lettura.

Ovviamente anche Garibaldi finì in Parlamento – guarda caso – ottenendo generosi compensi finanziari per sé e per la sua famiglia, che divenne milionaria. Vuoi negare a un eroe la ricchezza e la fama, anche se fasulle? Non sia mai!

Chi sono i veri eroi?

Sarebbe davvero ora di fare chiarezza nella Storia, dicendo pane al pane e vino al vino. Smettiamo di definire eroi coloro che hanno portato guerre, furti, miseria e sofferenze.

Gli eroi veri sono altri. Cito alcuni esempi:

  • Madre Teresa di Calcutta,
  • Giuseppe Moscati,
  • Rosario Livatino,
  • Salvo D’Acquisto,
  • Rita Levi Montalcini,
  • Stanislawa Leszczyńska,
  • Albert Schweitzer.

Sono persone come queste che dovrebbero essere celebrate e onorate con statue e riconoscimenti, non coloro che per il potere, la vanagloria e l’orgoglio smisurato hanno portato solo distruzione e morte.

Naturalmente questo è solo il mio pensiero, poi ognuno è libero di pensarla come crede.

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