Skip to main content

Dalla comunicazione orale ai mass media digitali: evoluzione, strategie e impatto psicologico

  • Roberto Bombassei

massmedia

📚 1. L’evoluzione dei mass media

La comunicazione è una necessità fondamentale dell’essere umano, presente fin dall’antichità. L’uomo ha sempre cercato strumenti per trasmettere informazioni, idee e conoscenze, sviluppando nel tempo mezzi di comunicazione sempre più efficaci, fino alla nascita dei mass media: strumenti capaci di raggiungere un vasto pubblico in tempi rapidi.

Questo saggio ripercorre le principali tappe evolutive dei mass media, dalla comunicazione orale alle più recenti tecnologie digitali.

Dall'oralità alla scrittura

Le prime forme di comunicazione erano esclusivamente orali, legate al contesto e alla presenza fisica. L’invenzione della scrittura, nel III millennio a.C., rappresentò un punto di svolta: per la prima volta, le informazioni potevano essere conservate e tramandate nel tempo. Tuttavia, l'accesso alla scrittura era limitato a élite alfabetizzate, e la produzione dei testi era lenta e costosa.

La rivoluzione della stampa

Nel 1456, Johannes Gutenberg introdusse la stampa a caratteri mobili, rivoluzionando il mondo della comunicazione. I libri divennero più accessibili, favorendo la diffusione del sapere, la nascita dell’opinione pubblica e la circolazione delle idee. La stampa fu il primo vero medium di massa, e segnò un cambiamento epocale nella storia culturale dell’Europa.

Inizialmente, la comunicazione avveniva oralmente, limitata nel tempo e nello spazio. L'invenzione della scrittura, avvenuta nel III millennio a.C., rappresentò una svolta epocale, permettendo la conservazione e la trasmissione delle informazioni nel tempo e su lunghe distanze. Tuttavia, la diffusione della scrittura era limitata a élite alfabetizzate, e la produzione di testi era lenta e costosa.

L’era dei mass media moderni

Con la rivoluzione industriale, sorsero nuovi mezzi: telegrafo (1837), telefono (1876), radio (1896), cinema (1895) e infine televisione (anni ’20-’30 del Novecento). Questi strumenti permisero la trasmissione immediata di messaggi a un pubblico sempre più vasto, trasformando le abitudini quotidiane e influenzando profondamente la società.

La rivoluzione digitale

A partire dagli anni ’90, l’avvento di Internet, dei personal computer e del World Wide Web ha inaugurato una nuova era. Ogni individuo è diventato potenziale emittente di contenuti, abbattendo i confini tra mittente e destinatario. Secondo Alvin Toffler, questa è la “terza ondata” della comunicazione: interattiva, personale e globale.

wordmassmedia

🧠 2. La selezione delle notizie e l’impatto psicologico dei mass media

Nel contesto attuale, i mass media non si limitano a informare, ma giocano un ruolo decisivo nella formazione dell’opinione pubblica e nella percezione del mondo.

Agenda-setting e framing: decidere cosa e come raccontare

Due teorie fondamentali aiutano a comprendere la logica editoriale dei media:

  • Agenda-Setting Theory (McCombs & Shaw, 1972): i media non dicono cosa pensare, ma su cosa pensare. L’enfasi data a certi temi aumenta la loro rilevanza percepita.

  • Framing Theory (Entman, 1993): il modo in cui una notizia è presentata — linguaggio, ordine, immagini — influenza la comprensione e l’interpretazione da parte del pubblico.

La prevalenza delle notizie negative

Studi empirici dimostrano che i contenuti negativi attraggono maggiore attenzione:

  • Berger & Milkman (2012): le notizie emotivamente negative vengono condivise online con una frequenza superiore del 30% rispetto a quelle neutre o positive.

  • Università di Amsterdam (Trilling et al., 2017): articoli che suscitano paura o rabbia hanno maggiori probabilità di essere rilanciati sui social media.

Questa preferenza ha radici biologiche: il cervello umano è programmato per reagire intensamente agli stimoli negativi, fenomeno noto come negativity bias. Secondo Paul Rozin (2001), una singola esperienza negativa ha un impatto più duraturo di molte positive.

Effetti psicologici e sociali

L’esposizione costante a notizie negative può produrre effetti significativi:

  • L’OMS ha segnalato un aumento dei disturbi d’ansia e depressione, soprattutto tra i giovani, legato all’uso intensivo dei media digitali.

  • Lo studio di Thompson et al. (2020) ha rilevato un impatto sulla salute mentale globale durante la pandemia di COVID-19, legato all’eccesso di notizie allarmanti.

La costruzione di un clima sociale di paura

La “Mean World Syndrome” descritta da George Gerbner (1976) evidenzia come l’esposizione a notizie violente e drammatiche induca la percezione di un mondo più pericoloso di quanto non sia.

🎯 informare senza allarmare

La tendenza dei media a privilegiare contenuti negativi è legata a strategie editoriali e logiche di mercato, ma comporta conseguenze psicosociali non trascurabili. Per questo motivo è essenziale:

  • Promuovere una educazione mediatica consapevole

  • Coltivare spirito critico nei confronti delle fonti

  • Incoraggiare una maggiore diversificazione editoriale, che dia spazio anche a notizie costruttive e positive

Solo così sarà possibile costruire un ecosistema comunicativo più equilibrato, capace di informare senza generare ansia o disillusione.

Pin It