La storia della Centrale del Latte di Milano: dal 1930 a oggi
Il latte, questa salutare bevanda che, opportunamente lavorata, ci regala formaggi eccellenti. Abitando in un paese montano, ho ancora la fortuna di poter acquistare latte fresco, burro e formaggi casalini, poiché non mancano in tutta la Valle allevatori e casari. Nelle città, soprattutto le più grandi, ciò è molto più difficile, se non impossibile. Ecco allora la creazione delle Centrali del Latte, e anche la nostra Milano non ha fatto eccezione, costituendo la sua Centrale del Latte, di cui vi vado a raccontare la storia.
La Centrale del Latte di Milano venne fondata nel 1930 dal Comune di Milano. L’azienda fu costituita per la raccolta, la pastorizzazione e la redistribuzione del latte nel territorio cittadino. Lo stabilimento aveva sede in via Castelbarco 27, in città. Poi, nel 2006, l’impianto venne chiuso e la produzione trasferita nel nuovo impianto ex Yomo di Pasturago, frazione di Vernate, a est del centro abitato di Binasco.
Il latte proveniva dalle tante cascine, e poi il “menalatte” lo trasportava all’interno di una grossa cisterna caricata su un carro trainato da un cavallo. Purtroppo, la scarsità igienica sia nelle stalle che nel trasporto e i soliti furbetti che alteravano il prodotto per guadagnare di più inficiavano la qualità del latte, creando non pochi problemi di salute ai consumatori, soprattutto bambini e anziani.
Negli anni ’20 il latte divenne una questione nazionale, poiché il fascismo lo assunse come alimento indispensabile per un buon sviluppo fisico. Nel maggio del 1929 il Governo Italiano promulgò una legge nota come “Carta del Latte”, che rendeva obbligatoria la pastorizzazione del latte alimentare, e identificava il Comune come ente preposto a raccogliere, trattare e distribuire nei mercati cittadini il prezioso alimento.
Nel gennaio del 1930, Milano aveva la Centrale del Latte più grande dell’intera Penisola, considerata in tutta Europa all’avanguardia dal punto di vista tecnologico e organizzativo.
Dopo un anno di attività, il Comune di Milano decise di affidare in concessione ventennale la gestione dell’impianto e, per l’occasione, fu costituita la “Società Anonima Generale Centrale del Latte”, in cui entrarono altri produttori, oltre alla Banca Nazionale del Lavoro. Purtroppo, vi furono opinionisti che mettevano in cattiva luce questa produzione, anche con dicerie prive di fondamento, ma che comunque facevano una certa presa sulla popolazione. Fu allora istituita la “Giornata del Latte”, nella quale venivano distribuiti gratuitamente campioni di latte prodotti nella Centrale, e questo fece riprendere nei cittadini la fiducia verso il consumo della bianca bevanda.
La Seconda Guerra Mondiale mise in crisi l’industria lattiero-casearia e rese difficile per i consumatori l’approvvigionamento, tanto che si fu costretti a ricorrere al razionamento, dotando il cittadino della famosa “carta annonaria”, documento con tagliandi che permettevano il diritto a ritirare la propria razione di latte (e non solo).
La produzione di latte alla Centrale, che aveva subito un bombardamento e si trovava in difficoltà con l’approvvigionamento del vetro, tuttavia riprese nel luglio 1945, superando pian piano le difficoltà che si presentavano.
Dodici anni dopo venne inaugurato un nuovo stabilimento, sito sempre in via Castelbarco. I tempi portarono però sul mercato nuovi prodotti che tolsero alla Centrale l’esclusività della produzione, come ad esempio il latte a lunga conservazione. Questo portò, nel 1960, a deliberare la costituzione della “Azienda Municipalizzata della Centrale del Latte di Milano”, per meglio gestire le varie economie del mercato.
Arriviamo così al 1973, quando il mercato del latte venne completamente liberalizzato, e la Centrale di Milano si adoperò per creare e ampliare l’offerta ai consumatori. Il successo portò all’inaugurazione di una nuova ala di fabbricato: siamo nel 1981, e Milano era all’avanguardia rispetto ad altre aziende del settore.
Con gli anni ’90, l’evoluzione del mercato, ormai quasi del tutto inserito nella grande distribuzione, portò alla chiusura dello stabilimento di via Castelbarco, che avvenne nel 2006.
I terreni furono ceduti al Comune che, nel 2019, inaugurò il nuovo Campus SANAA.
Questa è, seppur in sintesi, la storia della Centrale del Latte di Milano. Ciò che però non ha perso il suo valore è il latte, una bevanda che non deve mai mancare nella dispensa di casa.