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Ercole e il suo mito

  • Tiziana Leopizzi

Le Sale delle Arti della Reggia di Venaria a Torino ospitano la mostra Ercole e il suo mito.

ercole-e-il-suo-mito-mostra-arte-pittura-scultura-reggia-venaria-torino-tiziana-leopizziL’intento del progetto espositivo è quello di illustrare il mito dell’eroe e dei temi correlati. Sono presenti oltre 70 opere, tra gioielli, opere d’arte applicata, ritrovamenti archeologici, dipinti e sculture, manifesti, filmati, provenienti da istituzioni pubbliche e da collezioni private, che coprono un arco cronologico dall’antichità classica fino al XX secolo.

La mostra acquista un ulteriore significato di importanza dovuto ai lavori di restauro in corso della “Fontana d’Ercole”, fulcro del progetto seicentesco dei Giardini della Reggia, un tempo dominata dalla Statua dell’Ercole Colosso, e da cui inizia idealmente la visita.

Il percorso della mostra ha il via con una sezione che ripercorre l’origine del mito in epoca pagana, sono presenti qui vasi, anfore, coppe, realizzate nella regione greca dell’Attica tra il 560 e il 480 a.C., provenienti dall’Antikenmuseum di Basilea, ritrovamenti archeologici di grande pregio che raffigurano diverse imprese canoniche dell’eroe.

Si prosegue con la sezione che racconta la diffusione della rappresentazione della leggenda erculea in ambito romano, attraverso alcune statuette in bronzo e in terracotta, e una testa colossale di Ercole in riposo, copia della seconda metà del I secolo a.C. di un’opera di Lisippo risalente al 320/310 a.C.

O ancora, il calco in gesso del gruppo bronzeo di Ercole con la cerva di Cerinea di Lisippo dalla Skulpturhalle di Basilea e due intonaci dipinti provenienti dall’Augusteum di Ercolano, oggi conservati al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, che raffigurano Eracle con il Cinghiale e con il Leone di Nemea. Chiudono questa sezione due coppe in argento sbalzate e cesellate con le fatiche di Ercole realizzate da Gianmaria Buccellati, le cui forme si ispirano a quelle di alcuni skyphoi rinvenuti a Pompei nella casa del Menandro e di cui in mostra si possono vedere i passaggi di fabbricazione, ancor oggi identici a quelli antichi.

La mostra analizza così il passaggio tra il mito pagano di Ercole e il recupero che ne fece il cristianesimo nel Medioevo, quando la figura del semidio fu associata a quella del Salvatore. In questa sezione è visibile un cofanetto in avorio, prodotto da una bottega costantinopolitana nella prima metà dell’XI secolo, raffigurante l’eroe che strangola il leone e solleva Anteo, il gigante figlio di Poseidone e di Gea che perdeva la sua forza se non toccava terra, proveniente dal Museo Archeologico nazionale di Cividale del Friuli.

Inoltre, una sala della residenza sabauda è dedicata alla persistenza del mito di Ercole in capolavori di arte decorativa, come ad esempio in ventagli, elmi, boccali, coppe e cassoni.

La celebrazione dell’eroe invincibile prosegue anche in epoca moderna, attraverso opere pittoriche e plastiche, a partire sin dal Rinascimento. Ne sono testimonianza preziosa L’Apoteosi di Ercole (1539) del Garofalo, la scultura di scuola romana Ercole Fanciullo con il serpente del ‘600, due manufatti in terracotta dorata del ‘700 di Lorenzo Vaccaro, forse importanti committenze del vicerè spagnolo Don Gaspar de Haro allora a Napoli, e oggi custodite nel Museo Filangieri. Un focus speciale è riservato a Gregorio de Ferrari attraverso l’esposizione di cinque grandi tele raffiguranti Ercole durante le sue più celebri fatiche e il momento in cui viene accolto nell’Olimpo.

La rassegna prosegue con una sezione dedicata alla città tedesca di Kassel, che ha nella gigantesca statua dell’eroe uno dei suoi simboli; dal suo museo provengono alcuni cammei del Sei/Settecento e in occasione della mostra è possibile vedere un eccezionale filmato aereo della reggia e del parco che furono voluti da Guglielmo I d’Assia-Kassel.

Chiudono idealmente l’esposizione una curiosa sezione che, ricostruzione di un’ambiente simile a un foyer cinematografico degli anni ‘50/60, che testimonia il rifiorire negli ultimi decenni dell’interesse sul mito di Ercole, con i grandi film, cosiddetti del “peplo”, prodotti a Cinecittà negli anni ‘60 e poi ancora recentemente a Hollywood, che videro impegnati attori quali Giuliano Gemma o Arnold Schwarzenegger, oltre alla trasposizione in disegni animati di Walt Disney.

La rassegna è curata da un comitato scientifico presieduto da Friedrich-Wilhelm von Hase e composto da Gabriele Barucca, Angelo Bozzolini, Paolo Jorio, Darko Pandakovic, Laura Pasquini, Gerhard Schmidt, Rüdiger Splitter, Claudio Strinati, Paola Venturelli, è organizzata da Swiss Lab for Culture Projects e Consorzio Residenze Reali Sabaude, in collaborazione, fra gli altri, con l’Antikenmuseum und Sammlung Ludwig di Basilea (CH), il Museumslandschaft di Hessen-Kassel (D), il Museo Archeologico Nazionale e il Museo Filangieri di Napoli.

Il catalogo della mostra è edito da Skira editore.

Ercole e il suo mito

Fino al 10 marzo 2019

Reggia di Venaria, Sale delle Arti, II piano

piazza della Repubblica 4 – Venaria Reale (Torino)

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