Ernesto Treccani: milanese nel cuore
Chi sale al primo piano dell’edificio che ospita nel centro storico di Milano la Fondazione Corrente, non può non soffermarsi su di un enorme dipinto che raffigura un gran numero di persone partecipare a un funerale, con i volti pieni di rabbia e sgomento per quello che è accaduto.
Quel funerale è quello delle diciassette vittime della strage di Piazza Fontana e il dipinto è “Un popolo di volti” di Ernesto Treccani, pittore ma soprattutto uno dei cantori della Milano del secondo dopoguerra, che, con le sue opere, trasmette tutto l’amore che ha per la sua città.
Nato a Milano nel 1920, il piccolo Ernesto era il primogenito di Giovanni Treccani, senatore e fondatore dell’omonima enciclopedia, che possedeva anche una tenuta nel cuore della Calabria, dove trascorreva le vacanze estive con la famiglia.
Dopo gli studi universitari, Treccani fondò il giornale Correnti di vita giovanili, che si avvicinava smaccatamente a posizioni antifasciste, grazie anche alla collaborazione con il filosofo e giornalista Antonio Banfi.
Alla fine del 1940 la rivista venne chiusa dalle autorità antifasciste con un atto di forza, ma Ernesto non si arrese e, dopo essersi iscritto al partito comunista, cominciò i primi passi nel mondo della pittura milanese di quegli anni.
Le sue prime opere furono esposte presso la Bottega Corrente, in via della Spiga, dove si erano riuniti i giornalisti e i collaboratori di Corrente, come Umberto Saba, Eugenio Montale e Aligi Sassu.
Finita la seconda guerra mondiale, nel 1949 Ernesto poté esporre le sue prime opere in una rassegna presso la Galleria del Milione di Milano, per poi negli anni successivi diventare uno degli artisti di punta della Biennale di Venezia, oltre a esporre anche in alcune mostre tra New York e Londra.
Con il passar degli anni il pittore passò dallo stile realistico delle sue prime opere a una nuova forma di sintesi tra la pittura e la denuncia sociale, com'è ben sintetizzato dalla sua decisione di creare nel 1978 la Fondazione Corrente.
Malato da tempo, Ernesto Treccani morì nella sua Milano nel 2009, lasciando alla Fondazione Corrente la sua biblioteca, gran parte delle sue opere, il suo studio – museo e soprattutto il suo ricordo, che oggi è ben sintetizzato dalla Casa delle Rondini, un’enorme facciata composta da piastrelle di maiolica che copre l’ingresso al palazzo che ospita la sede principale della Fondazione Corrente.