Jackson Pollock e l'irrazionalità della sua pittura
Tra i più controversi esponenti dell’arte moderna, Jackson Pollock ha portato un importante contributo nel panorama artistico mondiale, entrando nei libri di storia dell’arte come il più famoso ed emblematico rappresentante dell’action painting americana.
Opere apparentemente poco comprensibili per gli amanti dell’arte figurativa, esso sono, in realtà molto più vicine alla psiche umana di quanto sembri di primo acchito.
La sua arte, infatti, si basa sull'espressione del proprio mondo interiore – come avviene, in termini generali, per tutta la corrente espressionista- , la ricerca irrazionale di esternare emozioni, sensazioni e sentimenti attraverso gesti spontanei e privi di qualsiasi studio e premeditazione.
Diverse, non a caso, le affinità con la psicanalisi – come avviene, ancora una volta., nell'espressionismo e nell'arte informale – ma anche con antiche reminiscenze di antichi riti magici degli indiani d’America: proprio a Pollock, infatti, è attribuita la tecnica del dripping far gocciolare il colore su una tela posta in orizzontale, determinando la colatura del colore con gesti rituali e coreografici.
Quello che forse non tutti conoscono è il legame esistente tra Pollock e i maestri dell’astrattismo e cubismo Mirò e Picasso; nelle opere giovanili infatti, si notano molto chiaramente gli influssi dei due pittori – un esempio lampante è il dipinto “The Moon Woman del 1942 – sia nell'uso dei colori che nelle forme astratte e rielaborate della figura femminile richiamanti direttamente Picasso.
Tuttavia il background culturale-artistico assorbito dall'artista è ampio e variegato; egli conosce molto bene le opere di Kandinsky, a tal punto da percepirne l’influenza nelle opere della metà degli anni ’40, come si evince chiaramente dal “Senza titolo” del 1946.
Ma le opere più celebri che ne caratterizzano lo stile degli anni della maturità, perdono completamente qualsiasi riferimento figurativo, astratto e non, per interpretare irrazionalmente attraverso l’inconscio i temi più svariati in opere mai uguali a se stesse. E’ proprio questo uno degli elementi che contraddistingue Pollock, ogni dipinto è un’opera a se stante, dalla quale scaturiscono emozioni diverse e talvolta contrastanti.
Alchimia è un’opera piena. Piena di colore e piena di linee. Linee che non descrivono e non contengono ma semplicemente esistono come evento autonomo che riproduce sulla i tela i movimenti del corpo dell’artista. La linea si assottiglia o si ispessisce, acquista velocità o scorre lentamente, e la sua apparenza si modifica a seconda della casualità con cui il materiale si dispone, sgocciolando, formando delle pozze o delle bolle. In altre opere come “Foresta incantata” ci sono ampie zone di respiro che lasciano trapelare il fondo della tela, anche grazie a un maggiore ordine cromatico ottenuto utilizzando una più ristretta gamma di colori.
Simona Casraghi