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La magia neoclassica di Ingres

Odalische dai lunghi colli e dalle anche salienti si muovono in una cornice composta da scene trobadoriche intessute di un raffinato manierismo.

ingres-mostra-milanoSono alcune delle protagoniste del percorso dedicato a Ingres “il rivoluzionario”, che sarà allestito a Palazzo Reale dal 12 marzo al 23 giugno. L’esposizione dedicata all'erede di Raffaello e precursore di Picasso, realista e manierista al tempo stesso, che affascina tanto per le sue esagerazioni espressive quanto per il suo gusto del vero, accoglierà oltre 150 opere - delle quali oltre 60, tra dipinti e disegni, realizzate dall'artista francese - riunite grazie a prestiti internazionali da alcune delle più grandi collezioni al mondo, dal Metropolitan Museum of Art di New York al Victoria and Albert Museum di Londra, dal Louvre al museo di Montauban, città natale del grande maestro francese.

Promossa dal Comune di Milano - Cultura e curata da Florence Viguier-Dutheil, la mostra Jean Auguste Dominique Ingres e la vita artistica al tempo di Napoleone intende presentare al pubblico italiano il pittore che più di ogni altro si è ispirato a Raffaello, restituendo alla vita artistica degli anni a cavallo del 1800 la sua carica di novità e la sua “giovinezza conquistatrice”.
Un focus particolare sarà dedicato a Milano, che in quella fase di riorganizzazione politica e artistica conobbe una stagione di intensa prosperità, fortemente rimodellata nei suoi monumenti e nelle infrastrutture urbane, a partire dalla Pinacoteca di Brera.
Attori di questa rivoluzione furono gli artisti italiani, da Appiani nella pittura, a Canova, nella scultura, che si avvalsero di questa “politica delle arti”, ascrivibile all’arte del governare di Napoleone Bonaparte.

Il suo stile racchiude l'amore per il classico, per le proporzioni, per i colpi maschili scolpiti e

per i corpi di donna seducenti. Predilige la ricerca formale e l'attenzione per l'anatomia, riprendendo la pittura di Raffaello.

Jean-Auguste-Dominique Ingres nacque a Montabaun (Tolosa) nel 1780. Suo padre era un disegnatore di ornato, scultore e fu il suo primo maestro.

Ingres venne introdotto dal padre negli ambienti artistici del tempo e si formò nell'Accademia Reale di Tolosa.

Divenne allievo di David (fa parte della seconda generazione degli allievi del pittore) che gli fece trasporre in disegno Il giuramento degli Orazi.

Uno dei primi quadri della mostra è Nudo maschile (1780) in cui il rimando a Rubens e Raffaello è evidente. La sua tela fu scelta per essere premiata a un concorso specifico Prix de torse.

Celebre è La grande Odalisca che gli fu commissionata da Carolina Murat , sorella di Napoleone.

Nel 1819 fu accolta al Salon da numerose critiche per la fragilità del disegno, la monotonia cromatica e gli errori anatomici della figura, vale a dire la schiena troppo allungata rispetto alle proporzioni vere.

L'opera si collocò all'interno del filone orientaleggiante, diffuso in quegli anni come testimoniato da opere quali le Donne d'Algeri di Delacroix del 1834.

Nel 1820 Ingres ricevette l'incarico per commissionare una tela per Trinità dei Monti vicino a Villa Medici e rappresenta La consegna delle chiavi a san Pietro (1820)

Il quadro raffigura il momento in cui Cristo consegna a Pietro le chiavi del regno dei cieli in presenza dei discepoli, quindi una scena religiosa e carica di significato.

Al Musée Ingres di Montabaun si trovano ben settantatré disegni preparatori a questo dipinto.

Ci sono opere di altri autori all'interno della mostra come la scultura di Canova, Maddalena, in cui si sposano perfettamente l'eros della donna con il senso di prostrazione estrema.

All'interno si notano anche opere di Andrea Appiani, Costance-Marie Charpentier (allieva del pittore David) e Anne-Louis Girodet.

Ingres fu un artista che colse lo spirito del Rinascimento e per le proporzioni anatomiche dandone però un'interpretazione personale e particolare al tempo stesso.

I disegni preparatori all'interno della mostra svelano un Ingres attento ai particolari e all'anatomia tanto da rivelarsi uno degli esponenti maggiori del Neoclassicismo.

Eloisa Ticozzi

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