Milano Gallerie. Dalle parti della scultura e della pittura
Dal 25 febbraio la Triennale di Milano ospita "Milano Gallerie, dalle parti della pittura e della scultura", una mostra organizzata dall'Associazione delle gallerie d'arte moderna e contemporanea di Milano (ANGAMC), che propone un percorso interessantissimo nel panorama dell'arte del XX secolo e dei primi anni del XXI.
Ogni gallerista espone un artista diverso, sia italiano che straniero, con il solo obiettivo di far conoscere l'attività che ogni giorno si svolge nelle gallerie che valorizzano l'arte del nostro tempo. Curata da un grande studioso come Francesco Poli, la mostra propone un percorso cronologico e tematico, approfondendo, in particolare, le ricerche dagli anni '50 a oggi, ma con uno sguardo anche al primo '900 e alle avanguardie storiche.
Il percorso si snoda tra confronti tematici e dialoghi tra opere diverse, analogamente a quanto già sperimentato al Museo di Arte Cantonale di Lugano.
Si inizia con una struggente testa di fanciullo di uno dei maestri della scultura del XX secolo, il torinese Medardo Rosso, per proseguire con opere di Tancredi, Alberto Burri e Fausto Melotti, tutte poste a dialogare nella stessa sala come simbolo delle sperimentazioni dell'informale del Secondo Dopoguerra.
L'esposizione prosegue prima con la sala dedicata a Emilio Isgrò, messa in relazione con il dinamismo plastico della scultura di Uncini, e poi con lo spazio in cui dialogano Vincenzo Agnetti, con le sue sperimentazioni "concentriche" su carta, accostate al lavoro di Dadamaino e all'opera su rame, ottenuta mescolando olio e acido, del giapponese Idetoshi Nagasawa: tutte soluzioni ottenute con procedimenti che richiamano il dadaismo dei collages di Grosz, Hausmann e Tzara, che legano con l'ellisse perfetto del toscano Mauro Staccioli.
La cerniera con le nuove tendenze è data dalle due statue del francese Fabien Marcaccio, realizzate, sulla base di veri manichini, in tela, vernice colante e altre procedure che superano il realismo verso una nuova avanguardia e una nuova scomposizione della figura pari a quella cubista.
La grande sala ospita capolavori come "Spiaggia", meraviglioso olio su velluto di Julian Schnabel, capofila della transavanguardia statunitense, e i veltri in ferro di Velasco Vitali. Concludono la mostra, invece, dei paesaggi di Cipriano Efisio Oppo e Carlo Dalla Zorza, i quali chiudono il cerchio ritornando all'inizio con Medardo Rosso.
Milano Gallerie. Dalle parti della scultura e della pittura.
Dal 25 febbraio al 23 marzo