Milano-New York-Los Angeles andata e ritorno. Flycat e la cultura hip hop
Si è parlato e si continua a parlare molto di street art in questi tempi a Milano. Tra i protagonisti emerge la personalità unica di Flycat, che negli anni ottanta è stato tra i primi esponenti, contribuendo al formarsi della prima generazione di writers e della odierna cultura hip hop.
Negli ultimi sei mesi Flycat, al secolo Luca Massironi, è stato il protagonista di ben tre mostre milanesi, e ha lasciato la sua impronta artistica anche attraverso laboratori per bambini, nei quali insegna alle nuove generazioni di writer l'inutilità del gesto fuorilegge, la sua pericolosità in un epoca di altre opportunità.
Inaugurava alla fine di ottobre la prima mostra dal titolo "Futurismo Celeste. Trenta per Flycat", nel mezzanino del passante in Piazza Repubblica: si è trattato di una retrospettiva per celebrare trent'anni di attività dell'artista, curata da Gmp Art. A gennaio il Muba lo ha ospitato per Rise Up!, progetto organizzato dal Corpo Italiano di Soccorso dell'Ordine di Malta, terminato con la vendita all'asta delle opere di Flycat e Ozmo, a sostegno di attività di volontariato. Ora lo Spazio Tadini presenta alcuni lavori dell'artista nella collettiva “Dal Surrealismo alla Street Art”, fino al 7 marzo. Sempre da Tadini, sabato 21 febbraio, abbiamo partecipato all'incontro con Flycat, che ci ha illuminato sulle origini di una cultura che in Italia ha tardato ad affermarsi.
Flycat è testimone attivo del mondo e del linguaggio della cultura hip hop, che include ciò che genericamente si definisce street-art. Il termine designa ormai quasi tutto quello che viene graffiato o colorato, a volte sporcato, sul suolo pubblico: sarebbe preferibile parlare di spray art, nome accettato e comprensibile a livello internazionale, in questo caso davvero inscrivibile alle opere e alla tecnica di Flycat.
I suoi primissimi interventi di strada risalgono alla seconda metà degli anni ottanta a Milano, ma presto è attratto dalla culla dell'hip hop, gli Stati Uniti. Un suo disegno del 1990, quando ancora non aveva vent'anni, reca in basso i nomi dei più grandi esponenti della spray art del tempo, dalla scuola di New York: Rammellzee, Phase2, A-One, Kase 2, Bama, Coco 144, Mico, e i californiani Chaz Bojorquez, Retna, El Mac, Spade. Poco dopo, ancora giovanissimo, l'artista si trasferisce a New York e conosce davvero queste personalità.
L'indiscusso maestro Rammellzee aveva creato il movimento noto come “Panzerismo Ikonoklasta e Futurismo Gotico”, nel quale Flycat viene accolto ufficialmente come discepolo. A quel tempo in quella città, dove i treni dipinti c'erano dal 1972 grazie al “pioniere” Super Kool 223, esistevano quartieri dove la violenza era l'unica espressione possibile, e dove i ragazzi trasformavano la loro rabbia in energia imparando a dipingere le lettere.
Era l'alfabeto il protagonista per Rammellzee, e le lettere non dovevano essere abbellite o decorate, ma al contrario incattivite e armate: perchè dovevano combattere la lotta del linguaggio, e la sua supremazia sull'immagine, da qui il termine “Panzerismo Ikonoklasta”. Partendo da questo Flycat lavora sulla base storica delle Litterae Caelestes, stile del carattere lapidario romano del I-III sec. d.C.,contrapposto a quello delle Litterae Comunes, non compreso da tutti ma nato con un intento aulico, serviva alla cancelleria imperiale per le informazioni riservate.
Rammellzee conferisce a Flycat, oltre al grado di “Y-1” difensore della 25esima lettera, il compito di operare sulle Litterae Caelestes. E’ l’inizio del suo Futurismo Celeste che codifica in un manifesto vero e proprio. Continua ad utilizzarle oggi nei dipinti e nelle sculture giocattolo, per lui interessanti perchè con la loro originalità e complessità impedisconoil plagio nel groviglio dei segni metropolitani, e allo stesso tempo si dona "un'aura sacrale e prestigiosa all'esercito delle lettere". Sono come guerrieri le sue lettere; compongono parole che possono ferire più della spada, in un mondo dove si combatte ogni giorno la guerra per la sopravvivenza dall’incomprensione e dalla prevaricazione certo, ma anche dal Tempo che consuma.
Nel 1995 approda a Los Angeles, dove si innamora della cultura chicana. Flycat arriva da New York dove i graffiti esprimono cura e bellezza, e si trova al cospetto di una certa “bruttezza”, che vuole esprimere e gridare le proprie radici: qui I muri sono come tatuaggi. Si assiste spesso ad episodi di microcriminalità e ogni quartiere ha la sua sezione, la sua gang, quelli chiamati cholos sono gangster ma per le origini azteche sono “guerrieri”, dato che la California era in origine messicana. Qui le scritte sono fatte con lo scopo di incutere timore. Su questa base operano gli artisti, sulla contaminazione di diversi gruppi etnici e relativi codici visivi e culturali a Los Angeles ben definiti, alto e basso, talento e studio e cultura dei margini,tecnica e improvvisazione. Ad esempio l'avvento del carattere gotico ad East L.A. non è stato consapevole, lo si associava semplicemente a qualcosa di ufficiale e importante. Ciò su cui insiste l'artista è che per la nascita dell'hip hop non esistessero barriere, altrimenti non sarebbe stato possibile scrivere un nuovo codice di “manifattura” hip hop, che è arte, moda e musica insieme.
L'italiano ottiene un grande riconoscimento sulla scena urban di Los Angeles nel 2009, quando gli artisti Retna ed El Mac realizzano un enorme murale con il suo ritratto, nell’area di South Central, donato alla città. Il dipinto si intitola 'The Knight' per indicare la stima che gli artisti locali e l'intera città degli Angeli nutrono verso Flycat.