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Addio al grande Gigi Proietti. Il mondo del teatro in lutto

  • Alessio Corini

 

gigi proietti 1974

Si è spento oggi nella sua Roma, nemmeno a farlo apposta il giorno dei morti, nemmeno a farlo apposta il giorno del suo ottantesimo compleanno, il grande attore Gigi Proietti. Deceduto a causa di un arresto cardiaco che lo ha colpito nella giornata di ieri e che, nonostante il ricovero presso la clinica romana di Villa Margherita, ha finito per portarselo via.

Il mondo del teatro italiano, già molto provato in questi giorni dalla situazione generale legata all'epidemia di Covid19, piange la morte di uno dei migliori talenti di questo secolo. 

Con Gigi Proietti ci lascia, infatti, un attore poliedrico, capace come pochi di incarnare la romanità, mai greve e volgare, ma sempre raffinata, divertente e fantasiosa. 

Al teatro ci arrivò quasi per caso Proietti, avendo cominciato da giovane ad esibirsi piuttosto come cantante nei night-club romani tra gli anni '50 e '60, in quell'atmosfera così ben descritta nella canzone Ma che ne sai se non hai fatto il piano bar cantata dallo stesso Proietti  assieme a Peppino Di Capri. Fu, infatti, con la sua partecipazione allo spettacolo Can can degli italiani del 1963 a cura di Ercole Patti e Luigi Malerba che fece il suo esordio sul palcoscenico.

Furono, tuttavia, la televisione e il cinema a decretare la sua notorietà presso il grande pubblico. Come dimenticare il celeberrimo personaggio dello scommettitore Mandrake in Febbre da Cavallo con la regia di Steno nel 1976 o dell'uomo dal peccato inconfessabile di Brancaleone alle Crociate del 1970.

Ma tante sono state le interpretazioni e le performance indimenticabili di Proietti, citiamo lo spettacolo A me gli occhi please del 1976, primo di una serie di one-man show ricchi di gag dalla comicità irrefrenabile. Proietti è passato alla storia anche come grande barzellettiere, con quella qualità di narratore che riusciva a trascinare l'ascoltatore in un mondo surreale e divertente costruito in pochi secondi e come buttato lì per caso, quando invece nascondeva un talento creativo fuori dal comune e del tutto inimitabile.

Vogliamo, inoltre qui ricordare il Gigi Proietti cantante autore di canzoni comicamente malinconiche come La vita è un'osteria, Me so magnato er fegato, la Solita Canzone e molte altre che restituiscono appieno lo spessore di questo artista a 360 gradi testimone di un teatro che non c'è più che nasceva tra la gente e dalla gente traeva la sua continua ispirazione.

Senza nulla togliere ai pur bravi attori di oggi, con Gigi Proietti se ne va una specie di artista unica. Si spegne con levità e discrezione un personaggio popolare nel senso più autentico del termine e allo stesso tempo un fine dicitore dalla tecnica sopraffina e con un istinto inarrivabile per sentire il pubblico e parlargli come ad un amico con cui si scherza davanti a un bicchiere di vino.

Ci mancherai Gigi. E siamo convinti che lassù un sacco di angeli si stanno già scompisciando dalle risate mentre gli racconti quella "Der cavaliere nero". Adieu.

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