Verdi: La trilogia popolare
Il nostro viaggio tra le opere di Giuseppe Verdi continua con la cosidetta "Trilogia Popolare" che tra il 1851 e il 1853 diede la fama al musicista di Busseto, che era abilmente coadiuvato dai suoi librettisti, tra cui spiccava il nome di Francesco Maria Piave.
La prima è Rigoletto, melodramma in 3 atti, su libretto di Francesco Maria Piave, dal dramma Le Roi s'amuse di Victor Hugo. La prima rappresentazione avvenne l'11 marzo 1851 alla Fenice di Venezia.
I protagonisti sono: Il duca di Mantova - Il buffone Rigoletto - Il conte di Ceprano - Il conte di Monterone - il sicario Sparafucile - sua sorella Maddelena - Gilda, la figlia di Rigoletto - Il cortigiano Matteo Borsa - Giovanna, la tata di Gilda
Trama:
Nella Mantova rinascimentale, il buffone Rigoletto, schermito da tutti per il suo aspetto fisico, ama teneramente la figlia Gilda, di cui nessuno sa nulla. Ma a causa di un equivoco la ragazza viene rapita dai cortigiani del duca di Mantova, che da tempo è segretamente innamorato di lei. Quando Rigoletto apprende dalla figlia ciò che le è accaduto decide di vendicarsi e assolda il sicario Sparafucile per uccidere l'uomo che gli ha distrutto la vita. Ma Gilda, ancora innamorata del duca, decide di sacrificarsi e bussa alla porta di Sparafucile travestita da ragazzo, finendo ferita mortalmente. Quando il buffone scopre ciò che è accaduto, ormai è troppo tardi e non gli resta altro che piangere la perdita della sua cara figlia.
Dalla scena Tredicesima, atto Primo:
GILDA:
Caro nome che il mio cor
festi primo palpitar,
le delizie dell’amor
mi déi sempre rammentar!
Col pensiero il mio desir
a te ognora volerà,
e pur l’ultimo sospir,
caro nome, tuo sarà.
La seconda è Il Trovatore, opera in quattro atti, su libretto di Salvatore Cammarano, dal dramma spagnolo omonimo di Antonio Garcia Gutierrez. La prima rappresentazione avvenne il 19 gennaio 1853 al Teatro Apollo di Roma.
I protagonisti sono: Il conte di Luna - Il comandante delle guardie Fernardo - Manrico, figlio di Azucena - Donna Leonora, dama della principessa - Ines, amica di Leonora - Azucena, zingara e madre di Manrico.
Trama:
Nella Spagna del quindicesimo secolo, il conte di Luna e il giovane zingaro Manrico si contendono l'amore di Leonora, una delle dame di compagnia della principessa di Aragona. A causa di un duello Manrico viene dato per morto e Leonora, affranta, decide di entrare in un convento, ma viene salvata dal suo innamorato che con l'aiuto degli zingari della madre Azucena, sconfigge gli uomini del conte di Luna. Durante l'assedio di Castellor, Azucena viene catturata dal conte e Manrico, nel tentativo di salvarla, finisce anche lui prigioniero. Per salvare l'amato, Leonora promette al conte che sarà sua ma, subito dopo che Manrico è stato liberato, si avvelena. Manrico, disperato, si lascia condurre al patibolo senza opporre resistanza mentre Azucena rivela al conte che il giovane era in realtà suo fratello, dato per morto molti anni prima.
Dalla scena Seconda, atto Primo:
LEONORA:
Tacea la notte placida
e bella in ciel sereno
La luna il viso argenteo
Mostrava lieto e pieno...
Quando suonar per l'aere,
Infino allor sì muto,
Dolci s'udiro e flebili
Gli accordi d'un liuto,
E versi melanconici
Un Trovator cantò.
Versi di prece ed umile
Qual d'uom che prega Iddio
In quella ripeteasi
Un nome... il nome mio!...
Corsi al veron sollecita...
Egli era! egli era desso!...
Gioia provai che agli angeli
Solo è provar concesso!...
Al core, al guardo estatico
La terra un ciel sembrò.
Infine, l'ultima opera della trilogia è La Traviata, opera in tre atti, su libretto di Francesco Maria Piave, dal dramma La Dame aux Camelias di Alexander Dumas padre. La prima rappresentazione avvenne il 6 marzo 1853 alla Fenice di Venezia.
I protagonisti sono: Alfredo Germont - Giorgio Germont, suo padre - Il Barone Douphol - Il dottor Grenvil - la cortigiana Violetta Valery - Annina, la cameriera di Violetta.
Trama:
Nella Parigi del secondo Ottocento Violetta Valery, giovane e bella cortigiana, si innamora ricambiata del ricco Alfredo Germont, figlio di un ricco banchiere. I due vanno a vivere assieme in campagna, ma Giorgio, il padre di Alfredo, scopre tutto e convince la giovane a sacrificarsi per il bene del figlio, che rischia di perdere tutto per amore. Violetta accetta l'accordo e torna alla sua vita di un tempo, mentre Alfredo inizia a disprezzarla, convinto che il suo amore fosse tutto un inganno. Solo dopo aver appreso la verità dal padre il giovane, sconvolto, decide di tornare da Violetta, ma questa, malata da tempo di tisi, gli muore tra le braccia.
Dalla scena Prima, atto Secondo:
ALFREDO:
De' miei bollenti spiriti
il giovanile ardore
ella temprò col placido
sorriso dell'amore!
Dal dì che disse: vivere
io voglio a te fedel,
dell'universo immemore
mi credo quasi in ciel.
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