Il Carnevale ambrosiano rende omaggio a Nando Orfei
In occasione del Carnevale Ambrosiano, si terrà a Milano dal 16 al 19 febbraio presso il Teatro Gerolamo, diretto dal giornalistaPiero Colaprico, in Piazza Cesare Beccaria l'evento Il Circo prima del Circo, in abbinamento conNando Orfei, Un sogno di famiglia, Mostra di costumi di scena, attrezzi, oggetti, manifesti che hanno fatto la storia del circo italiano.
La direzione artistica è stata affidata a Roberto Bianchin, la Regia a Paride Orfei, il coordinamento e la ricerca a Gioia Orfei.
Nel corso della cerimonia inaugurale dell’evento verrà introdotto da Dario Duranti il libro “Paride” di Paride Orfei alla presenza degli artisti del Piccolo Circo dei sogni che si esibiranno in alcuni numeri circensi.
Il libro “PARIDE” a cura di Sandro Ravagnani con la prefazione del giornalista Roberto Bianchin. Un'opera del tuttoautobiografica nel quale Paride Orfei, artista nato e cresciuto sotto lo chapiteau, riporta scampoli di vita vissuta e curiosi aneddoti. Il filo conduttore del racconto, ovviamente, è il circo e la magia che riesce a infondere.
Il libro si muove nel pieno rispetto cronologico: la costruzione della narrazione parte dall’inizio, ovvero dall’inconsueta e avvincente infanzia del piccolo Paride in giro per il mondo, fino all’età adulta, quella da uomo, scandita da amori, amicizie storiche, note musicali, successi, copertine di riviste e giornali, ma anche da episodi, dal sapore amaro, che hanno segnato profondamente la sua esistenza, a livello artistico e personale.
“Paride” di Paride Orfei, scritto con uno stile asciutto e diretto, rappresenta uno spaccato del circo dei decenni passati e tutto ciò che vi gravitava intorno. Tra le pagine non mancano i riferimenti al padre, Nando Orfei, e alle sue gesta, come la recitazione in “Amarcord”, pellicola diretta da Federico Fellini.
Paride Orfei nasce a Cagliari il 17 marzo 1963 da Nando Orfei e Anita Gambarutti, illustri esponenti della più celebre tradizione circense italiana.
Nando Orfei il papà di Paride insieme ai suoi fratelli Liana e Rinaldo ha rivoluzionato il mondo del circo attraverso le prime fortunate esperienze di circo-rivista che nascono sul finire degli anni Sessanta grazie alla collaborazione con il regista Federico Fellini, artisti, coreografi e registi del calibro di Gino Landi e costumisti celebri come Danilo Donati.
Gli Orfei riescono facilmente a farsi notare come dei veri uomini di spettacolo, protagonisti di varie discipline del circo, calcando più volte i palcoscenici del teatro, i set cinematografici e televisivi, grazie ad innate doti comunicative e ad una notevole versatilità.
Nel 1977 dopo la divisione dei fratelli Orfei, Nando Orfei decide di fondare un proprio circo che vede impegnati in pista tutti i membri della propria famiglia.
Da quel momento Paride assume il ruolo di ammaestratore di elefanti, all'età di soli 14 anni, iniziando così la carriera artistica, esibendosi davanti al Presidente della Repubblica Sandro Pertini, e a Papa Giovanni Paolo II e partecipa agli show televisivi anche come cantante ospite di Raffaella Carrà, Pippo Baudo Piero Chiambretti e tanti altri
Nella sua carriera di ammaestratore, Paride riesce a portare in pista una dozzina di elefanti, cavalli, numeri di alta scuola di equitazione, instaurando con i propri animali una relazione davvero commovente.
Sandro Ravagnani, autore televisivo molto legato alla famiglia Orfei come biografo e per molti anni Ufficio stampa che ha curato il libro “Paride” è rimasto davvero soddisfatto dell’evento, ritenendo che sia un evento molto importante che il Carnevale Ambrosiano, e il Teatro Gerolamo abbiano dedicato una rappresentazione culturale alla figura di Nando Orfei, quale migliore occasione per presentare il libro “Paride” e il l’album musicale “Storie” di Paride Orfei erede della grande famiglia circense.”
Un lungo periodo di gestazione ha caratterizzato la realizzazione di “Storie di Paride Orfei”. Ci sono voluti infatti cinque anni prima che l’album, composto complessivamente da otto pezzi, trovasse la pubblicazione.
I brani, scritti e arrangiati da Paride Orfei insieme al musicista, amico fraterno, Roberto Riccitelli, spaziano dal rock al blues. Si tratta di generi con cui Paride Orfei ha maggior confidenza e familiarità, nei quali però fino a oggi non ha potuto “immergersi” e sperimentare come avrebbe voluto.
In passato, negli anni ’90, aveva inciso il 33 giri “Paride” che, per logiche di mercato e disposizioni contrattuali dei discografici, doveva modellarsi sui canoni della musica leggera, senza uscirne.
In questa ultima produzione l’artista, che in sala di incisione non ha risparmiato la voce al microfono così come le dita sulla chitarra e sul basso, ha potuto dare libero sfogo alle sue passioni. In “Le mille e una notte” emerge tutto il suo istinto rock e a tratti progressive metal.
I testi, scritti di suo pugno, sono basati su storie realmente vissute in prima persona, aneddoti e poesie riguardanti l’universo circense che finora lo ha circondato.
L’apertura è affidata a “Overture”, una traccia totalmente strumentale, attraverso cui l’artista cerca di esprimere in musica quello che è l’arrivo di un circo in una località e il suo montaggio, in tutto il suo titanico meccanismo e logistica.
I pezzi parlano di storie d’amore, della vita on the road degli artisti circensi, sempre in giro per il mondo, dell’attaccamento ad alcuni animali compagni di viaggio. Memorabile è il ricordo che affiora con “Tigri nella notte”, quando Paride Orfei, ancora bambino, accudiva i tigrotti che la loro mamma non allattava, nutrendoli con latte artificiale e tenendoli stretti nel suo letto. E poi ancora “Storie”, dedicato al papà Nando, in cui si ripercorrono i momenti amorevoli nei quali il genitore raccontava favole per placare l’animo estremamente vivace di Paride, mai propenso a stare fermo e rimanere in casa. O meglio in roulotte.
Il brano che dà il titolo all’album è “Le mille e una notte”, in cui il sogno di una produzione incredibile della famiglia Orfei, a distanza di 20 anni, si scontra con l’incubo della guerra a Bagdad. “Salto nel buio” invece descrive lo stato d’animo di un acrobata prima di entrare in scena e durante la performance. Mentre “Dentro l’aria” è la rivisitazione di un brano dove il cantante e musicista circense esprime l’amaro che lascia dentro la fine di un amore. “Niki” celebra l’omonimo amico scomparso, batterista con il ritmo nel sangue e mentore musicale di Paride Orfei. La canzone evoca anche altri musicisti fraterni che non ci sono più.
La chiusura è affidata a “In questa città”, il riassunto finale di un’esistenza itinerante, trascorsa da una città all’altra, da una nazione all’altra, con i carrozzoni del circo.”