Smile-Mi: Milano sorride
Buongiorno,
sono qui ancora una volta per raccontarvi la mia, la nostra storia. Dopo 1Kiss4NewYork, il tirocinio a New York dagli ImprovEverywhere, la finale del Working Capital con il secondo progetto che faceva parte della mia tesi di laurea e un finale accademico un po’ diverso da come me l’aspettassi, eccomi entrare nel mondo del lavoro, io come tanti altri che ogni giorno si laureano in Italia e nel mondo.
Un mondo del lavoro non dei più facili che ti richiede mesi, anni in un tirocinio non pagato e dove anzi paghi tu per poterci andare sotto forma di biglietto del tram e pasti fuori casa. Per scelta ho deciso di non voler entrare in questo meccanismo pensando che se proprio devo lavorare gratis lo voglio fare per me stessa, con la libertà di deciderne le tempistiche, le tematiche e le azioni. Per questo motivo tra tacchi alti e tailleur corro da un lavoro all’altro cercando di ritagliarmi un posto come progettista e crearmi il mio lavoro.
Ogni mattina, mentre in treno mi reco al lavoro “del giorno”, mi rendo conto che la realtà che mi circonda è un po’ distratta, racchiusa nei propri pensieri e con veramente poca voglia di comunicare con gli altri, anche solo attraverso un sorriso o un “buongiorno”. Tutto questo causato dai nostri ritmi frenetici e pressanti che ci inducono in una condizione di stress persistente, che troppo spesso viene tradotta in mancanza di pazienza ed educazione: sembra quasi che non riusciamo più a trovare né il tempo per gli altri né in fondo, per noi stessi. Forse se trovassimo il tempo per sorridere un po’ di più, le cose potrebbero cambiare almeno un po’.
Da questo pensiero nasce l’idea di SmileMi, un progetto che prevede l’allestimento nella città di Milano, di una serie di fotografie di labbra sorridenti collocate ovunque ci sia un richiamo morfologico ai tratti del volto. Il risultato sarà di una Milano che sorride ai suoi cittadini, o a chiunque ci si imbatta, attraverso le bocche dei milanesi stessi per cercare di favorire un messaggio di positività e benessere. E’, infatti, dimostrato da diversi studi che ridere e sorridere ha proprietà benefiche sia dal punto di vista fisico che psicologico e che questo gesto è in grado di stimolare nelle persone un meccanismo di empatia e abbassare il livello di stress. In questo modo si cercherà di coinvolgere le persone nella partecipazione al progetto al fine di migliorare il senso di appartenenza nel collettivo.
L’azione si svilupperà in parallelo sia nel contesto urbano sia in una galleria virtuale che collezionerà le immagini definitive di ogni piccolo allestimento permettendone una fruizione più ampia anche attraverso il web. I sorrisi riprodotti saranno cinquecento, selezionati via web attraverso la partecipazione volontaria e raccolti anche attraverso un’azione di guerrilla per poi essere posizionati nelle principali zone di passaggio della città . L’intervento non si propone come qualcosa di invasivo ma come un semplice stimolo che le persone potranno scegliere autonomamente se cogliere e condividerne o meno il messaggio.
Un piccolo dettaglio, questo non si può fare perché è definito “imbratto del suolo pubblico” e diventa necessario, quindi, un permesso speciale. Ho cercato diverse volte di mettermi in contatto con l’assessore alla cultura e al design di Milano, in cui vedo la figura più adatta ad aiutarmi per ottenerlo, senza però alcun risultato. Da qui nasce l’idea di coinvolgere diverse persone da tutta Italia e dal mondo a supporto del progetto. Come? Attraverso la spedizione di cartoline di “città sorridenti” per sottolineare come già un’azione di questo tipo è in grado di mettere in moto un meccanismo di coinvolgimento attivo e completamente disinteressato.
Alle spalle di tutto questo ovviamente c’è un’organizzazione dinamica di ragazzi, neo-laureati o studenti, ben strutturata che opera con serietà e professionalità per mettere alla prova nel mondo del lavoro le competenze acquisite durante il percorso di formazione e farne un bagaglio culturale per il futuro.
Quello che vi presentiamo qui oggi è un progetto che necessita del maggior numero di adesioni al fine di dimostrare la reale partecipazione e coinvolgimento delle persone, nonché la loro voglia di farsi promotori di questo messaggio positivo, il tutto rafforzato da un coinvolgimento al processo creativo.
Nicoletta Crisponi