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60 anni di gesti italiani munariani: la Mostra alla Liberia Corraini a Milano celebra la raccolta del grande artista

“Non esiste gesto che non spezzi qualcosa, a volte anche solo l’aria. E niente resta intatto al suo compiersi”.gesti munari2gesti munari

Sessant’anni fa Bruno Munari, uno dei massimi protagonisti dell'arte, del design e della grafica del XX secolo, pubblicò il meraviglioso libro “Supplemento al dizionario italiano” dove, attraverso una cinquantina di fotografie, raccoglieva pose e sguardi“ per avere una documentazione il più possibile esatta, ad uso degli stranieri che visitano l’Italia”.

Oggi questa bizzarra raccolta è protagonista della mostra “Supplemento al dizionario italiano: 60 anni di gesti”, ospitata nella Libreria Corraini 121+ di Milano in via Savona 17/5. Visitabile dal 18 aprile prossimo fino al 30 maggio, la mostra alla Libreria Corraini 121+ di Milano riunisce i gesti illustrati da Bruno Munari, accompagnati, come in un vero dizionario, da brevi spiegazioni in italiano, inglese, francese e tedesco.

I gesti sono segni e il linguaggio dei segni è un codice primitivo: per esempio i graffiti della Val Camonica sono ideogrammi, i gesti in quanto segni sono naturalmente anche messaggi, i gesti sono un completamento della possibilità umana di comunicare.

È vero che l’Italia si compone di lingue molto diverse da Nord a Sud, con regole grammaticali separate, c’è però un linguaggio universale, con il quale riusciamo a capirci quasi universalmente da Trento a Catania, ovvero quello dei gesti. La gestualità è stata da sempre riconosciuta come una lingua comune da dover spiegare all’estero.

Di recente in tv Laura Pausini e Alessandro Cattelan hanno dato lezioni di gestualità italiana a Mika, loro compagno di conduzione, libanese naturalizzato britannico, e a tutto il pubblico internazionale dell'Eurovision Song Contest.

Il catalogo dell'editore Corraini potrebbe essere un bel regalo cross-culturale o un meraviglioso strumento per la formazione, oppure si potrebbe portare gli stranieri in visita alla mostra dei 60 anni di questa rassegna di foto di Munari per ispirare un dialogo sulle differenze culturali, sulla comunicazione non verbale, sui simboli.

Gli “emblemi”, detti ‘Italian gestures’ sostituiscono il parlato e sono altamente convenzionali: come OK o il gesto della mano a borsa o a grappolo, ritenuto il gesto italiano più famoso del mondo, che si trova sulla copertina del libro di Munari e indica dubbio o domanda.

Un dizionario dei gesti degli Italiani, come quello di Munari è sempre recente divertente e utile, anche per uno straniero in Italia che dovrebbe conoscere quindi non solo la lingua, ma anche il significato di molti gesti. -Se chiedo, per esempio, a un napoletano dov'è una certa strada lui si strofina le mani sotto il mento, in un gesto molto preciso : la punta delle dita unite viene appoggiata sul pomo d'Adamo e poi staccata più volte verso l'esterno, sfiorando il mento... Vuol dire: “E io che ne so, non me ne frega nulla”. Oltre al linguaggio verbale che di solito si insegna nelle scuole di lingua, sarebbe bene insegnare queste altre cose così potremo vedere meglio e di più.-spiega Munari nella prefazione del suo libro “Dizionario dei gesti”.gesti munari4gesti munari5

Il messaggio di un segno non è lo stesso in tutte le culture: il gesto di vittoria che faceva Winston Churchill aprendo solo indice e medio della mano destra col braccio teso in alto, in certi paesi, è un gesto osceno.

I gesti possono avere significati diversi a seconda del paese in cui vi trovate.

Sarebbe bello annotare i gesti della gente durante un viaggio in un paese lontano per conoscerne meglio la cultura.

Ma come nacque l’idea di Munari di questo dizionario gestuale?

Egli fu ispirato da un testo redatto da Andrea de Jorio nel 1832, studioso napoletano (ripubblicato da Forni nel 2002), ‘La mimica degli antichi investigata nel gestire napoletano’. Archeologo e canonico, de Jorio aveva mostrato come i gesti dei partenopei discendessero direttamente da quelli degli antichi greci che aveva studiato sui vasi e nei reperti.

La domanda che si sono posti gli studiosi è: i gesti sono innati o invece appresi?

Nel 1941 un allievo dell’antropologo Franz Boas, David Efron, aveva risposto alle ideologie razziste dei nazisti, per cui il comportamento è derivato da un’eredità biologica, mostrando come il modo tipico di gesticolare di ebrei e italiani appena arrivati in America scompare man mano che gli individui sono assimilati nella nuova comunità. Il suo ‘Gesto, razza, cultura’, la cui traduzione italiana nel 1974 era stata voluta da Umberto Eco, mostrava come i gesti dipendano non solo dalla cultura da cui si proviene ma anche da quella in cui si vive.

Esistono diversi tipi di gestualità: ci sono gesti delle mani e delle braccia totalmente dipendenti dal parlato, ad esempio il movimento verso il basso che indica lo scendere le scale.
Ci sono gesti che si integrano nel parlato e aggiungono qualcosa a quello che si sta dicendo: una frase che termina con un gesto non compreso nella espressione verbale. C’è la pantomima, dove i gesti mimano azioni o oggetti senza usare il parlato .

Oltre a questi ci sono le lingue dei gesti, come quelle usate dalle comunità dei sordi, dai monaci, dagli indiani d’America e dalle donne aborigene australiane, che usano i gesti quando è loro vietato parlare.

E poi ci sono i gesti tipici della nostra cultura. Sono questi che attirarono l’attenzione di de Jorio e anche di Desmond Morris in un libro oggi introvabile, ‘Gesti’(Mondadori).

Il volume di De Jorio al quale Munari si era ispirato, contava ben 380 pagine e 19 illustrazioni.

Egli decise di partire da questo  per poi aggiungere altri segni -gesti caratteristici e usati  anche  da stranieri come il comunissimo “Ok” adottato dall’America.

Così nasce la prima edizione (fuori commercio) stampata a Torino nel 1958, a cui si aggiunge la seconda del Supplemento – con 20 gesti in più – stampata da Muggiani nel 1963 e poi riproposta da Corraini.

Nel 2023 ricorrono quindi i sessant’anni della raccolta e per festeggiare la Libreria ha deciso di omaggiare l’artista e designer con una esposizione arricchita da edizioni introvabili e tante fotografie.

Un linguaggio non verbale che diventa ed è diventato protagonista della nostra vita.gesti munari6

gesti munari7 goloso1CHI È BRUNO MUNARI

Bruno Munari (Milano, 24 ottobre 1907 – Milano, 29 settembre 1998) è stato un artista, designer e scrittore italiano.

È stato "uno dei massimi protagonisti dell'arte, del design e della grafica del XX secolo, dando contributi fondamentali in diversi campi dell'espressione visiva (pittura, scultura, cinematografia, disegno industriale, grafica) e non visiva (scrittura, poesia, didattica) con una ricerca poliedrica sul tema del movimento della luce e dello sviluppo della creatività e della fantasia nell'infanzia attraverso il gioco.

Bruno Munari è una figura leonardesca, tra le più importanti del Novecento italiano.

Eclettico artista e designer, sin dagli esordi negli anni ’30 con il Secondo Futurismo, ha sempre dedicato la propria attività creativa alla sperimentazione, declinandola in ogni sua forma e spaziando tra pittura, scultura, design, fotografia e didattica.

Nel suo lavoro, inoltre, Munari ha dedicato particolare attenzione al mondo dei bambini: senza mai scindere la dimensione del contenuto da quelle della forma e del materiale, ha progettato libri, libri-oggetti e giochi-per-pensare allo stesso tempo.

I titoli di Munari nel catalogo Corraini testimoniano un rapporto lungo oltre vent’anni, durante i quali Munari ha personalmente accompagnato l’attività della galleria d’arte e della casa editrice; il logo attuale di Corraini Edizioni è stato ridisegnato da Munari a partire dal precedente disegno di Giosetta Fioroni.

Per Corraini, Munari crea nel 1992 la collana “Block Notes”, libera collezione di progetti dai risvolti creativi. Una raccolta di idee ed esempi dell’operare artistico come input per il “gioco dell’intelletto” di tutti, riconoscibile nella veste grafica per le sue copertine grigie, il formato tascabile e i fori posti in copertina, che spingono il lettore a “curiosare dentro” il libro.’ Viaggio nella fantasia’, ‘Alla faccia!’, ‘Pensare confonde le idee’, ‘Emozioni’, ‘Prima del disegno’, ‘Il mare come artigiano’ e ‘Saluti e baci’ sono solo alcuni fra i titoli più importanti della collana.

Sempre con Corraini, per i bambini e con i bambini, realizza nel 1994’ la Favola delle favole’, mentre riprende vecchi progetti inediti come ‘La rana Romilda’ (1997, ideato e disegnato nel 1958) e completa la serie dei libri del 1945 con ‘Buonanotte a tutti’ (1997) e ‘Il prestigiatore giallo’ (1997), entrambi ideati nel 1945.

Ai progetti editoriali Munari affianca un’intensa collaborazione come artista. Appartengono a quest’epoca la ripresa delle “Macchine inutili”, dei “Negativi Positivi” e delle “Sculture da viaggio”, e ancora l’installazione degli “Alberi” e la costruzione dei “Volti”, dei “Rotori” e delle “Forchette”.

I celebri “Libri illeggibili” rappresentano inoltre un’importante testimonianza di libro d’artista: i cinque titoli della serie “MN” vengono concepiti espressamente per la galleria e le Edizioni Corraini.

Oggi, Corraini continua a promuovere il lavoro di Bruno Munari con numerose mostre e iniziative sia in Italia sia all’estero, attraverso significative collaborazioni come quelle avute con il Museo Archeologico di Bologna, CSAC di Parma, l’Istituto culturale italiano di Marsiglia e il Museo Itabashi di Tokyo, per citarne alcuni, e attraverso il rapporto, costante e prezioso, con l’Associazione Bruno Munari, i collezionisti e tutti coloro che hanno collaborato o seguito il lavoro di Munari.gesti munaricornagesti munari9

 

 

 

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