a Palazzo Reale la Mostra “Italiana. L’Italia vista dalla moda 1971-2001”
Siete pronti per un viaggio nel passato? La mostra Italiana vi farà ripercorrere trent'anni di storia italiana, per riviverne i sogni, le tensioni e le idee.
Il trentennio scelto è rappresentativo per la moda Italiana proprio perché parte dal 1971, quando Walter Albini fece la sua sfilata di pret a porter a Milano, decretando il grande boom di Milano come città della moda pronta: un efficace crogiolo di creatività, artigianato e industria capace di esportare idee ed abiti in tutto il mondo. La mostra a Palazzo Reale di Milano termina il suo racconto con il 2001, quando il sistema internazionale ha dovuto fare i conti con lo scoppio della bolla speculativa, la recessione economica e degli eventi dell'11 settembre, sfide che hanno portato la moda ad una nuova evoluzione verso la globalizzazione e la creazione di grandi gruppi finanziari.
Attraverso le evoluzioni e i cambiamenti di stile, il legame moda-economia è restato forte e importante, lo pensano fermamente i promotori di Italiana: Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale e Camera Nazionale della Moda Italiana, col supporto del Ministero dello Sviluppo Economico e Agenzia Ice.
Nonostante l’importanza sociale ed economica del tema, i curatori Maria Luisa Frisa e Stefano Tonchi hanno pensato un percorso giocoso e sorprendente che si snoda su temi eterni come identità (di genere), la globalizzazione affrontata nella sala bazar (non dimentichiamo che la famosa moda Francese era fatta con seta e cotoni importati) e i regionalismi celebrati in glocal (ovvero la moda reinterpreta le tradizioni locali). Temi seri raccontati con frivolezza, tipico della moda.
Il percorso fa una lettura non cronologica, ma per fili conduttori trasversali che riescono ad accostare i lavori di diversi stilisti, ma non solo: per ogni tema sono state selezionate opere d’arte rappresentative di vari artisti come Michelangelo, Pistoletto, Cattelan, Benassi, Fabro, De Dominicis…
E cosi nella sala Identità troviamo l’eterno gioco e scambio tra maschile e femminile dai power suit (Armani docet) che semplificano la vita alla donna che lavora ai vestiti maschili che diventano più morbidi e creativi.
“La mia non è una donna in maniera maschile. E’ semplicemente una donna che ha adottato le formule funzionali del vestire perché alle otto del mattino è bello sapere che con una giacca, una camicia e un pantalone il problema è risolto” Giorgio Armani 1980
E poi c’ è il tema della Democrazia, ovvero il bello per tutti grazie al pret a porter, memorabile in Italia è la storica Facis (GFT a Torino) che fece un grande lavoro di indagine sugli Italiani per poter studiare un ampio assortimento di taglie che si adattassero alle varie fisicità, questo permise di garantire l’ambita vestibilità del capo di sartoria anche al pronto moda.
E fu cosi che caddero gli ultimi snobismi nei confronti degli abiti pronti, la firma di uno stilista poi li rese ancor più desiderabili fino ad arrivare alla logomania, quella febbre da logo (che a volte può essere anche solo uno stile o una fantasia universamente riconosciuta come avviene per Pucci o Versace) che si è diffusa negli anni 80 e ci ha fatto bramare perfino piastrelle o lenzuola griffate.
Nel processo di affermazione del made in Italy nel mondo, un ruolo chiave l’ha svolto anche l’editoria (celebrata dal grande quadro di Boetti) e i fotografi (Barbieri, Castaldi, Fallai, Ferri, Gastel, Roversi e Toscani) e la loro capacità di creare un immaginario visivo e culturale in grado raccontare e animare la moda (sala postproduzione)
Attenzione all’ultima sala (oggetti), sarà un vero tuffo al cuore tra la T-shirt con gli angioletti di Fiorucci, la cartella Naj Oleari e la felpa Best Company: i must have dei teenager degli anni 80.
Vi attende un caleidoscopico viaggio nelle suggestioni che si rincorrono nella moda, osservando da vicino le creazioni dell’artigianato che tutto il mondo ci invidia, in un mix and match di stili che riescono a far collassare tempo e spazio in un solo look.
Il plus? I ricavi della biglietteria saranno devoluti in beneficenza.
Biglietto unico 5 Euro
Catalogo edito da Marsilio con ricchi contenuti complementari alla mostra.
Susanna Pirola