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Arte sacra e dramma profano in mostra alla Galleria Bellinzona: il "Miserere" di Georges Rouault

Il genio di Georges Rouault è in voga in questi giorni a Milano, dato che inaugurerà martedì 30 marzo al Castello Sforzesco una grande mostra a lui dedicata, anche se, di un mese circa, lo ha preceduto la Galleria Bellinzona, la quale, dal 17 marzo al 16 aprile, espone l'intera serie di incisioni chiamate Miserere.

rouault miserere06Il francese Georges Rouault (1871 - 1958) fu uno dei massimi esponenti dell'arte sacra del Novecento. Formatosi sotto la guida di Gustave Moreau, maestro del Simbolismo, iniziò a esporre con i fauves, conoscendo di persona Henri Matisse, realizzando opere di soggetto sacro, paesaggi e nature morte dai tratti istintivi e burrascosi, mentre i colori caldi e intensi riflettono ancora l'influenza del maestro.

Suggestionato da Vincent Van Gogh, esasperò presto i suoi tratti, avvicinandosi all'Espressionismo. Iniziò a ritrarre magistrati, clown e prostitute con tratti violenti e marcati, simbolo di un'umanità prostrata e sconfitta, ma anche soggetti sacri molto drammatici, che suscitarono l'interesse dei tedeschi di Die Bruecke. Suo massimo interesse fu la Natura, come provano i paesaggi, ampi e dai colori chiari, in cui si può percepire l'essenza divina e trovare pace spirituale e serenità. Dal 1917 si dedicò alla stampa e all'incisione, soffermandosi sui temi del Crocifisso e della Passione di Cristo, e fino alla morte si cimentò in questa tecnica.

Il ciclo di cinquantotto incisioni chiamato Miserere è la sua prova grafica più completa e matura. Le tavole sono eseguite con varie tecniche: acquatinta allo zucchero, brunitoio, raschietto, rotella e puntasecca. Vennero stampate nel 1948 per l'editore Etoile Filante di Parigi per conto dello stampatore Jacquemin ma vennero eseguite tra il 1914 e il 1927. Il ciclo si suddivide in due parti, una profana e una sacra.

La prima parte riguarda l'umanità dolente, sconfitta, prostrata e umiliata nei volti drammatici dei clown e dei giocolieri (Il ragazzo con la palla), nei sottili lineamenti giovanili delle prostitute, in quelli marcati delle donne borghesi e nelle raffigurazioni ironiche di soggetti comici presi da un altro soggetto molto amato da Rouault, la vicenda di Pére Ubu: questi ultimi sono raffigurazioni al limite della caricatura, grottesche ma riflessive, come l'uomo di colore chiamato Boudoubadabou, allusione (moralista) anche al mondo dei teatrini di Pigalle in voga nella Parigi dell'epoca.

Questi soggetti introducono le grandi tavole raffiguranti la vicenda sacra, attraverso cui l'umanità espressa nella prima parte può compiere un percorso di redenzione: solo il Cristo che soffre e si fa uomo, morendo per la salvezza universale, può far uscire dal tunnel queste figure di derelitti. Il tema è sempre la Passione: Cristo che sale al Calvario, viene crocifisso, muore e poi risorge. Un Cristo che, però, diviene eroe di tutti i giorni nelle ultime incisioni del ciclo, le quali superano il vincolo sacro per sconfinare nel sociale e nel dramma più grande vissuto da Rouault: la guerra. Ne visse e ne vide due, Georges, non sul fronte ma da Parigi, e la vicenda bellica lo colpì tanto da raffigurare un paese bombardato e un padre che lascia il figlio bambino per recarsi a combattere mentre, dietro di lui, in una straordinaria prova di Espressionismo, la Morte, scheletro con falcetto secondo l'antica iconografia di origine medievale, incombe chiamandolo a sè. Questa è l'estrema prova che Cristo dovrà affrontare per la salvezza. 

Rouault esprime in questo modo il suo distacco dalla nascente società industriale, sempre meno legata alle condizioni di emarginazione degli umili, oltre che le ansie generate dalla guerra, fenomeno alienante per tutta l'umanità che può essere redenta solo attraverso il sacrificio di Cristo.

Stefano

Georges Rouault. Miserere

Galleria Bellinzona
Via Volta, 10 Milano
Orari: martedì-sabato 16-19.30
Ingresso libero
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