BUM di ricordi e a Milano 400 opere nel nome di Munari
Il mondo a quanto sembra sta virando verso un punto di non ritorno.
Abbiamo bisogno di riprendere il nostro animo positivo e solare. Come fare? Dal palazzo della mia memoria affiorano ricordi. Avevo 10 anni quando mio padre portò me e le mie sorelle alla Fiera di Sant’Orso in val d’Aosta. Una sezione della mostra era dedicata al grande architetto creativo Bruno Munari.
Rivivo, chiudendo gli occhi, quei momenti: disegni, luci, opere, libri. E poi un laboratorio fatto dai ragazzi con materiali poveri che raffiguravano alberi, origami, composizioni naturali. Me ne innamorai a prima vista.
Leggevo a quel tempo il libro "Favole al telefono" di Rodari. Anche lì trovai le immagini buffe e stilizzate di Munari, così come nella collana 'Tanti bambini' e poi scoprii copertine e illustrazioni. Anni dopo decisi che il maestro fosse l’argomento della mia tesi . E così iniziai un viaggio dentro al 'Personaggio Munari' che ancora adesso a distanza di tempo mi stupisce.
A Gennaio del 2004, periodo della mia tesi, successe una cosa curiosa: un amico di mio padre, un vero collezionista, acquistò a Porta Portese, il famoso mercato romano, delle lettere firmate 'Bum', datate 1927.
Esse portavano la firma ‘Bum’ con la quale Munari siglava i suoi lavori nel suo periodo futurista.
Quei disegni, quei colori, il tratteggio mi fecero sorgere dubbi e iniziai ad indagare.
Le lettere erano indirizzate ad un suo amico Gino Visentini, un pittore dell’epoca e il periodo corrispondeva alla loro frequentazione. Quelle lettere erano dunque originali? Bella domanda.
Ne feci una copia prima che fossero vendute e le inserii nella mia tesi.
Bum. Esplosione.
Bum. Di colori
Bum. Di sentimenti.
Erano lettere creative, di pensieri e di riflessioni. Utili ancora oggi.
Abbiamo bisogno di quei pensieri
Uno in particolare: Sole.
Grazie a Munari, possiamo far rinascere la nostra positività. Come? Imparando a disegnare un sole.
‘Il tramonto e l’alba sono il davanti e il dietro dello stesso fenomeno: mentre noi che stiamo di qua guardiamo il tramonto, quelli che stanno di là vedono l’alba’ scriveva Bruno Munari. Come disegnarlo? Seguiamo i suoi consigli descritti nel bellissimo "Disegnare il Sole". Un libro sul disegno e sull’arte, ma nello stesso tempo un libro molto scientifico. Attraverso la descrizione delle varie tecniche utilizzabili per disegnare la nostra stella, dai pastelli agli acquarelli, dalle matite colorate ai chiaroscuri, Munari suggerisce nuovi punti di vista, muovi modi per osservare qualcosa che pensiamo di conoscere, ma che può ancora sorprenderci. E così scopriamo come rappresentare l’alta temperatura del Sole con i diversi colori, come intuire la rotazione della Terra studiando il movimento delle ombre, come rappresentare gli infiniti modi con cui il Sole può tramontare o sorgere. Ma anche come disegnare le macchie solari. Ma, aggiungo io, a riscrivere le nostre anime in questo momento delicato per l’umanità.
La mia passione per Munari non finirà mai. Scopro che Andrea Kerbaker, appassionato fondatore della Kasa dei Libri di Milano, porta oggi in scena una mostra fino al 23 ottobre, di ben quattrocento copertine di libri illustrate da Bruno Munari. in collaborazione con storiche case editrici italiane, da Einaudi a Bompiani, da Rizzoli a Scheiwiller. La straordinaria mostra parte dalla prima copertina datata 1930 (realizzata cioè da Munari a ventitré anni) per giungere a un lavoro del 1998, ideato, quindi, poco prima della sua scomparsa. Vi invito a scoprire questo eterno personaggio che riempirà di meraviglia ognuno di voi.