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Fioroni, Rotella, Schifano. La Dolce Vita dell’arte romana

dolce vita milano 1Nelle sale milanesi della galleria AICA | Andrea Ingenito Contemporary Art, dal 21 settembre al 5 novembre, la mostra Fioroni, Rotella, Schifano. La Dolce Vita dell’arte romana farà rivivere il mitico periodo della Dolce Vita romana attraverso le opere di tre artisti che in quegli anni vissero e lavorarono Giosetta Fioroni, Mimmo Rotella e Mario Schifano.

La mostra proporrà una ventina di opere tra smalti su tela, oli e décollage, che illustrano una Roma ormai ripresasi definitivamente dalla Seconda Guerra Mondiale e in pieno boom economico, ricca di voglia di vivere e del desiderio di godersi la bellezza, la dolcezza del clima e i divertimenti, tra attori e registi, produttori e maestranze del cinema, ma anche avventurieri e sovrani in esilio, intellettuali e artisti.

Tra questi, ai tavolini dei bar di Piazza del Popolo, c’erano Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini, Alberto Arbasino Goffredo Parise che, nel 1964, conobbe Giosetta Fioroni, che allora esponeva tele realizzate con colori industriali, alluminio e oro, recanti segni, scritte, simboli, sovrapposti e cancellati.

Unica donna della Scuola di Piazza del Popolo, Giosetta Fioroni inaugurò nel 1964 la stagione della Pop Art italiana esponendo alla Biennale di Venezia di quell’anno con i suoi compagni Tano Festa, Franco Angeli e Mario Schifano, che era stato a New York e aveva frequentato la factory di Andy Warhol, usando poi nei suoi lavori i temi dei colleghi americani, dallo stesso Warhol a Lichtenstein, toccando anche l’espressionismo di Robert Rauschenberg o con richiami New Dada alla Jasper Johns.

Immagini legate ai media e alla multimedialità ante litteram, fiori, marchi pubblicitari, come Esso e Coca-Cola, erano tra i soggetti prediletti di Schifano.

La pubblicità, nella forma del manifesto, fu anche per Mimmo Rotella la chiave per esprimere al meglio la sua arte, infatti nella seconda metà degli anni Cinquanta l’artista ebbe l’idea del décollage, l’applicazione cioè sulla tela di pezzi di manifesti strappati per strada, ma anche di pezzi di lamiera dalle intelaiature delle zone d'affissione del Comune di Roma. 

Ed è sempre nel contesto romano che Rotella lavorò a una delle sue serie più celebri,  Cinecittà, del 1958, dove l’artista selezionò figure e volti delle pubblicità cinematografiche, per poi orientare la produzione verso opere di tipo maggiormente figurativo.

In mostra, oltre ai noti décollage, ci saranno anche alcune opere rare pubblicate nel catalogo generale di Rotella curato da Tommaso Trini.

La mostra sarà vistabile dal martedì al sabato dalle 15 alle 19, chiusa domenica e lunedì, l’ingresso è libero. 

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