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Mostra Da Gerusalemme a Milano. Imperatori, filosofi e dei alle origini del Cristianesimo

mostramilanogerusalemme4In occasione dei 1700 anni dalla promulgazione, da parte dell’imperatore Costantino, del celebre Editto di Tolleranza (Milano, 313 d. C.), il Civico Museo Archeologico ha allestito una mostra nel sito dell’ex Monastero di San Maurizio al Monastero maggiore, in Corso Magenta; un vero e proprio viaggio tra I e IV secolo, nel cuore di un’epoca storica tanto affascinante quanto travagliata: un’era in cui, tra politica e dogmi, si affermò la “Vera Fede”.
La mostra illustra con sobrietà ed efficacia il contesto sociale in cui esordì il Cristianesimo, le correnti misteriosofiche e religiose con cui esso interagì e i complessi rapporti tra Chiesa e Impero.
Il visitatore scoprirà come la società tardoromana in Europa, Africa e Asia Minore fosse attraversata da una folata di novità importate da Oriente, tra cui la “buona novella” di Gesù Cristo: il culto che, dapprima minoritario, presto avrebbe cambiato la storia del nostro continente. 
 
Il percorso espositivo, articolato in sei sezioni, parte proprio dalla terra dove tutto ebbe inizio: la Palestina, che al volgere dell’era cristiana vide nascere una sorta di “giudaismo ellenistico.” D’altra parte la storia stessa di Cristo, tramandata dai Vangeli ufficiali ma anche attraverso cosiddetti “apocrifi,” fu trascritta per la prima volta con la mediazione del greco antico.
 
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Caso particolare di città ebraica filo-ellenistica fu Cesarea Marittima, grande progetto urbanistico ideato da Erode, detto “il Grande”. I reperti trovati nell’area del teatro (frammenti marmorei, lucerne, gioielli) disegnano i tratti di una civiltà cosmopolita, tollerante ed evoluta allo stesso tempo: un porto franco per merci e nuove idee.
Cesarea, stimata di 70.000 abitanti, a partire dal III secolo era popolata da ebrei, cristiani e samaritani: rinomato centro intellettuale, vantava la presenza di un’importante scuola rabbinica e di un’accademia cristiana. San Paolo, negli Atti degli Apostoli, la ricorda come metà delle sue predicazioni; più tardi, quando il Cristianesimo divenne religione di Stato, fu anche sede di importanti concili.
Eppure, con l’affermazione del cristianesimo i culti pagani non sparirono immediatamente. Anzi, si sviluppò quel fenomeno detto “sincretismo”, che si verifica quando culti, usi e costumi si mescolano in un grande crogiolo culturale.
 
mostramilanogerusalemme3Fu così che, nei primi secoli dell’era cristiana, forme di religiosità finalizzate alla salvezza dell’individuo trovarono espressione nei culti misterici: Giove Serapide e i simposi di Dioniso, i Misteri eleusini e i riti inquietanti di Cibele e Attis (cui è dedicata la magnificata “patera”, piatto d’argento da Parabiago) promettevano la salvezza eterna del singolo attraverso esperienze emotive di contatto diretto con il divino.
La parola “mysterium” allora non significava ancora mistero come lo intendiamo oggi, bensì indicava l’imperscrutabilità delle verità di Fede; non per caso, “i misteri della fede” indicano una verità rivelata, costitutiva anche della nuova fede. Gli iniziati non dovevano apprendere un insegnamento, ma “sentirlo”, lasciandosi trasportare per raggiungere un nuovo livello di consapevolezza.
Al limite tra religione e superstizione si collocano le straordinarie defixiones: lamine incise nel piombo con invocazioni a divinità orientali e maledizioni magiche, esprimono i sentimenti di una società ancora in lotta tra la ragione e la superstizione.
 
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Il passaggio alla sezione dedicata all’Egitto romano mostra che anche quivi si usava alternare il culto degli dei antichi e di quelli nuovi con disinvoltura: nella terra che anticamente fu dei faraoni, i riti misterici di Iside e Osiride sopravvissero a lungo, accanto alla chiesa Copta Ortodossa e poi al patriarcato di Alessandria. Refrattari al sincretismo culturale, i cristiani lottarono a lungo per debellare i culti ritenuti diabolici: fu così che l’Egitto diventò terra di monasteri, ambite mete di pellegrinaggio.
Altrettanto accanito fu lo scontro ingaggiato con Mitra: dio indo-iranico dal berretto frigio, fu fatto proprio dai soldati romani ed "ellenizzato" in forme apollinee: garante dell’ordine e dei giuramenti pattuiti, Mithra era un Dio Cosmico, il cui culto si celebrava nascostamente nei cosiddetti “mitrei” sotterranei. 
Proprio in seguito a una strenua lotta, nel III secolo i cristiani riuscirono ad assimilare la festa pagana del dio Sole e Mitra (che cadeva il 25 dicembre) alla nascita di Cristo.
 
Attinte preziose lezioni dal ricco patrimonio dei culti misterici, con la promulgazione dei decreti Teodosiani (391-2 d.C.) il cristianesimo era infine pronto a sferrare un attacco violento contro le religioni concorrenti, “colpevoli”, in un’epoca in cui il culto ufficiale (quello degli dei olimpici) era morto da un pezzo, di offrire la stessa opportunità del cristianesimo: la salvezza eterna.
                                                                                                                                                 
Informazioni:
Civico Museo Archeologico
Corso Magenta 15
12 luglio 2013 – 20 giugno 2014
Orari:
Martedì - domenica: ore 9:00 - 17:30
 
Biglietto di ingresso al Museo e al percorso espositivo:
Intero: € 2
ridotto: € 1
Marco Corrias
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