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Natale a Milano. Le opere sulla Natività e sul Presepe che non conosci

A prescindere dal significato religioso che ognuno di noi attribuisce al Natale, la nascita di Cristo ha cambiato per sempre la storia dell’umanità.

bramantino adorazione del bambino natale a milano opere arte nativita presepe guidaL’immagine di Gesù bambino, con Maria e San Giuseppe ha ispirato nel corso dei secoli diversi artisti, vediamo quindi alcune opere d’arte sia sulla Natività e alcuni presepi custoditi a Milano, siamo sicuri che non li conoscete tutti!

Natale a Milano. Le opere più antiche sulla Natività

Custodita nella Cappella della Natività nella Chiesa di Sant'Alessandro in Zebedia di Milano è la Natività di Camillo Procaccini del 1615. Dipinta su commissione di Federico Borromeo, quest’opera è ritenuta tra le migliori in assoluto del pittore parmigiano.

Mentre all’interno della Basilica di Sant’Ambrogio, si trova una rappresentazione della Natività, tra le più antiche conosciute. È scolpita nel lato rivolto verso l'abside del cosiddetto "Sarcofago di Stilicone" che fa da base del pulpito. Qui Gesù è raffigurato in fasce, ha il volto da adulto ed è adagiato in un sarcofago che fa da culla. Ai lati del Bambino ci sono un bue ed un asino che, stando ad alcune interpretazioni, sono immagine dei profeti Isaia e Osea, altre interpretazioni vedono l’asino in quanto simbolo di Israele e il bue dei Gentili.

Natale a Milano. Le opere sulla Natività da Corregio a Bramantino

Proseguiamo con la Natività di Gesù con Santa Elisabetta e san Giovannino del Correggio (Antonio Allegri) custodita alla Pinacoteca di Brera. Probabilmente questo dipinto fu eseguito attorno al 1512-1513. Nel XVII secolo appartenne alla prestigiosa collezione del cardinale Ludovisi, poi rientrò nel mercato antiquario e riapparve nella raccolta di Benigno Crespi, venduta all’asta a Parigi nel 1913, e fu in quell’occasione che la tavola fece il suo ingresso in Pinacoteca.

In quest’opera il morbido chiaroscuro richiama la lezione di grandi maestri quali Mantegna e Leonardo da Vinci, lo schema compositivo e il tono dolce e sentimentale della figura della Vergine, richiama invece autori contemporanei al Corregio, come Dosso Dossi, Lorenzo Costa e Garofalo.

Dalla Pinacoteca di Brera a quella Ambrosiana, dove troviamo la Natività del Bramantino (Bartolomeo Suardi), realizzato a tempera su tavola intorno al 1495. I personaggi raffigurati sono divisi in maniera distinta in due gruppi: in una posizione più elevata troviamo un gruppo di musici, forse angeli apteri (senza ali) intenti a suonare degli strumenti riprodotti in modo rigoroso anche se privi delle corde. In questo gruppo di adoranti, sulla sinistra potete vedere una figura che non ha lo sguardo sul Bambino, ma sulla donna a destra in primo piano. Nel tempo, la critica ha suggerito che si potesse trattare dell’imperatore Augusto, del poeta Virgilio o del dio Apollo. Ad oggi si pensa che si tratti di Apollo, riconoscibile dalla corona di alloro e dalla caratteristica fiaccola, riprodotta secondo le testimonianze pervenute dai reperti greci e romani.

Questa figura di Apollo, reso vecchio ed imbruttito, appoggiato a una face spenta simboleggia la fine del paganesimo, ma il suo sguardo sulla donna, probabilmente una sibilla che guarda Bambino, sembra un invito a considerare l’epoca classica come una fase di preparazione all’era di Cristo.

Inoltre, quest’opera contiene anche un importante aspetto mariologico soprattutto se si osserva la sua composizione: la Vergine e il Bambino sono inscrivibili in un triangolo isoscele, come a voler sottolineare un elemento teologico particolare, quello dell’Immacolata Concezione di Maria. Questo potrebbe trovare una sua conferma data dalla presenza di san Francesco, con le sue stigmate, e di san Bernardino da Siena. L’altro aspetto che ne darebbe conferma, è la presenza di Salome, levatrice che fu punita proprio per non aver creduto nel parto verginale, alle spalle della Madonna e a fianco di Giuseppe.

E ancora, il parto indolore di Maria è in qualche modo testimonianza dell’essere libera dalla maledizione di Eva, che stando al Libro della Genesi le fu data da Dio per aver commesso il peccato originale. Inoltre, è da notare, come la decorazione del capitello della lesena sul pilastro dell’arco richiami quelle dei capitelli delle lesene nella chiesa di Santa Maria presso San Satiro, di cui Bramante fu architetto, un chiaro omaggio del Bramantino al suo maestro illustre.

Sempre in Pinacoteca Ambrosiana, è presente l’Adorazione del bambino di Domenico Ghirlandaio, risalente al XV secolo che ci conduce in atmosfere cariche di significati spirituali e simbolici. Si continua con il Presepe di Federico Barocci, un dipinto considerato da Federico Borromeo “una delle più care cose che io mi abbia” e si ipotizza che lo tenesse nel suo studio nel palazzo arcivescovile, solo alla sua morte entrò a far parte della collezione ambrosiana. Dal punto di vista iconografico, è interessante notare come nel dipinto non vi sono fonti di luce naturale o artificiale, ma una luce prodigiosa si espande dal Bambino e investe tutta la stanza, accendendo di bagliori cangianti la veste della Madonna e si riflette negli occhi del bue e dell’asinello.

Natale a Milano. I Presepi

Rimaniamo in tema di presepi, questa volta non dipinti ma scultorei. Giungiamo così, nella Basilica di San Marco dove dalla fine del ‘700 si trova il presepe più originale della città, ovvero quello di carta realizzato Francesco Londonio. Si tratta di un'opera monumentale che occupa una cappella dedicata. Londonio, ai tempi di Maria Teresa d’Austria, era scenografo del Teatro alla Scala. Utilizzando la stessa tecnica con cui venivano preparati gli apparati per il teatro fu realizzato un presepe straordinario, dipinto ad olio su carta applicata a sagome di legno.

Rimaniamo in tema di presepi e arriviamo al Castello Sforzesco, precisamente nella Pinacoteca Civica. Qui, dopo aver attraversato le sale del Museo dei Mobili e delle Sculture Lignee, si trova una magnifica adorazione dei Pastori del Maestro di Trognano: non è un vero e proprio presepio per come lo intendiamo, ma un rilievo ligneo in cui i personaggi tradizionali presenti nell'iconografia della natività sono realizzati con intagli e preziose dorature: un capolavoro dell'arte lombarda del XV secolo imperdibile.

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