L'iter per diventare Santo
È recente la notizia che Madre Teresa di Calcutta è dichiarata dalla Chiesa, Santa. Ma qual è la prassi perché una persona possa essere dichiarata santa?
Ho voluto approfondire la questione, e così la porto a conoscenza dei lettori. Premesso che tutti siamo chiamati alla santità, perché la Chiesa proclama Santi alcuni suoi figli? Perché questi hanno praticato in modo eroico le virtù, vivendo nella fedeltà alla grazia di Dio. Per questo, per la Chiesa, sono Santi:
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Coloro che già chiaramente contemplano la Santa Trinità.
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Discepoli del Signore Gesù il Cristo.
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Modelli di vita evangelica.
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Testimoni della loro vocazione a Cristo.
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Espressione dell’universalità della Fede cristiana e della Chiesa.
Noi conosciamo anche il termine Beato, e, infatti, moltissimi sono i Beati annoverati dalla Chiesa, e allora, che differenza c’è tra Santi e Beati? Quattro sono i punti da tenere presente, ossia:
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Si ritiene che entrambi godano della beatitudine del Paradiso.
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Nella procedura, un cristiano è proclamato prima Beato, si raggiunge cioè lo stato di beatificazione, e poi, in seguito ed eventualmente, è proclamato Santo.
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È sempre il Papa, con atto pontificio specifico, che dichiara una persona Beata o Santa.
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Con riferimento al culto, le beatificazioni hanno un “rito” permissivo, limitato a una Chiesa particolare, le canonizzazioni hanno un culto esteso a tutta la Chiesa universale, prescrittivo con una sentenza definitiva.
Vediamo ora come la Chiesa giunge alla canonizzazione. Le cause di beatificazione e canonizzazione hanno visto diversi passaggi nel susseguirsi di epoche storiche; oggi queste sono le tappe necessarie:
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FASE DIOCESANA. Chiunque può chiedere al Vescovo della diocesi, dove è morto il Servo di Dio, di avviare una causa di canonizzazione. Questi invia le prove raccolte al Dicastero della Santa Sede competente, cioè la Congregazione per la causa dei Santi. Oggi la procedura è divenuta più severa, grazie a un nuovo regolamento.
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Il Vescovo, su istanza del Postulatore, che è l’ecclesiastico cui è assegnata l’introduzione di una causa di canonizzazione o di beatificazione, e previo permesso della Santa Sede, avvia il procedimento. Devono però trascorrere, di norma, cinque anni dalla morte del fedele.
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Se il Vescovo ritiene che la causa contenga elementi fondati, nomina, formando un Tribunale, un Giudice, un Promotore di Giustizia e un Notaio. Il Promotore di Giustizia è un organo dei tribunali ecclesiastici nominati dal vescovo tra chierici o laici. Questi procedono all’interrogazione dei testimoni, e riceve da una Commissione storica tutta la documentazione riguardante la vita, le virtù, le azioni, la fama di santità del Servo di Dio.
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FASE PONTIFICIA. Una volta compiute le indagini diocesane, tutti gli atti sono trasmessi, in duplice coppia, alla Congregazione dei Santi, la quale esaminerà gli atti sotto due aspetti, quello formale per verificare che i documenti siano autentici e validi, e sotto l’aspetto di merito, che devono accertare se le virtù sono provate. Al termine la Congregazione si pronuncerà sui due aspetti.
Per procedere alla beatificazione di un Servo di Dio, si richiede un miracolo. Per la beatificazione di un Martire non si richiede un miracolo, poiché lo stesso martirio subito per amore di Dio è virtù sufficiente. La necessità di un miracolo è per una ragione teologica, poiché questi sono necessari per:
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Confermare la dottrina e la Fede del Servo di Dio.
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Perché garantisce il giudizio sull’eroicità delle sue virtù.
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Per provare che la sua vita sia stata effettivamente santa.
Una volta che il miracolo è stato accertato, come si procede? Questi sono studiati sotto due aspetti:
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L’aspetto scientifico, che deve provare che l’evento prodigioso è davvero inspiegabile. (ad esempio una guarigione da malattia grave).
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L’aspetto teologico, che deve verificare abbia connotazioni di preternaturalità, in altre parole se è un vero e proprio miracolo. (con riferimento a un fenomeno il cui andamento non è conforme alle norme naturali, pur non essendo soprannaturale).
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Spetta al Vescovo ove è avvenuto l’avvento prodigioso, far esaminare il miracolo da un Tribunale, il quale deve raccogliere le prove dai testimoni e quelle medico – cliniche. Poi il Vescovo invia il tutto alla Congregazione delle Cause dei Santi che le studierà accertandone la validità, poi:
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- gli atti sono esaminati da due periti medici individualmente, poi da un organo collegiale di cinque medici, i quali emettono una dettagliata relazione.
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A questo punto è preparata una Positio, con tutti gli atti, che è esaminata dai teologi, i quali emetteranno parere sull’effettiva preternaturalità dell’evento. Queste posizioni sono sottoposte al giudizio di Cardinali e Vescovi della Congregazione dei Santi, i quali valuteranno se il fatto prodigioso è un miracolo oppure no.
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Al Cardinale Prefetto della Congregazione è riferito l’esito, il quale lo comunicherà al Pontefice, al quale solo compete il diritto di dichiarare, con un atto solenne, che si può procedere alla beatificazione o canonizzazione di un cristiano, e quindi al culto a lui dovuto, che è di venerazione ma mai di adorazione.
Ecco offerta un’altra possibilità di conoscenza, soprattutto per chi frequenta i cammini spirituali.