Ladro per un giorno al Supermercato: scopre un mini racket
Cosa può succedere dopo un furto in un supermercato di una famosa catena? Il nostro inviato, un cittadino deluso, si trasforma in "ladro per un giorno" e scopre qualcosa che davvero non va...
L’antefatto:
Vedo uscire dai magazzini dell’A*** di T*****, una ragazza che sembra a stento trattenere il pianto. La seguo incuriosito con lo sguardo mentre velocemente guadagna l’uscita e continuo a sistemare la mia spesa.
Poco più tardi me la ritrovo su un autobus che piange e singhiozza mentre una signora, che forse la conosce, cerca di farla calmare. Pare che sia stata fermata dai vigilantes del supermercato dopo aver preso qualcosa, parla a tratti, piange e singhiozza. Quasi mi infastidisce, penso tra me e me: “che cavolo vuole, prima ruba e poi si lagna??" ma non smette di piangere, anzi aumenta, è quasi una reazione isterica. Pronuncia frasi sconnesse, parla di soldi, di Polizia.
La signora cerca di consolarla, le racconta che “è successo anche ad un amico di suo figlio”, parlano di qualcuno che conoscono entrambe e dei vigilantes. Ora parlano quasi solo in dialetto quindi cerco di ascoltare con più attenzione. Sembra che abbia dovuto dare dei soldi per potersene andare “hanno voluto i soldi”, poi altri commenti “si fanno lo stipendio”, “bastardi”.
Mi allontano, salgono altre persone, poi l’autobus parte e quindi non sento più niente. Ripenso a quanto ho sentito, avrei dovuto farmi dire qualcosa di più dalla ragazza.
Il fatto:
Nelle mie successive e frequenti visite in quel Supermercato cerco di vedere se bloccano qualcuno per farmi spiegare bene cosa succede ma non mi capita mai... quindi per scoprirlo posso solo improvvisarmi ladro per sapere qualcosa.
Decido di asportare solo un oggetto di bassissimo costo, non so come funziona, non vorrei beccarmi un denuncia per essermi improvvisato “iena”, al massimo cercherò di difendermi invocando il basso costo di quanto ho preso. La prima volta che ci provo mi sembra che mi stiano guardando tutti, è così strano, io non ho mai rubato.
Esco dalle casse certo del fatto che sarò fermato, ma non è così. La storia si ripete altre tre-quattro volte e mi sorprendo di come sia semplice prendere qualcosa senza essere notati. Non posso continuare così, quindi decido di “alzare il tiro” e prendo qualcosa di più costoso e soprattutto lo metto in tasca incurante di persone e dipendenti che gironzolano nel supermercato.
Ovviamente, vengo fermato all’uscita dai vigili giurati che, con la scusa del controllo dello scontrino mi fanno entrare in un loro “ufficio” E qui inizia “lo show”.
Sono negli uffici dei vigili giurati dopo aver rubato oggetti dal valore di poco meno di cinque euro.
I vigili giurati sono andati via e al loro posto è arrivato un responsabile della sicurezza dell’A**** che mi rifà le stesse domande che mi hanno fatto prima. Mi fa capire che mi avevano già notato. (forse mi hanno visto sempre)
Fa la parte del “poliziotto cattivo”, mi chiede un documento d’identità e mi preannuncia che la Polizia sta per arrivare.
Già qui mi sono pentito di essermi improvvisato "iena", non saprei giustificare bene ad un poliziotto la mia azione da "infiltrato".
Ma, invece, va diversamente.
Il responsabile del Supermercato racconta una versione fantasiosissima secondo la quale hanno tutte le registrazioni degli ultimi mesi (in barba alle varie leggi sulla privacy e trattamento dati-video), poi va via e al suo posto arriva un altro che credo coordini i vigili giurati che, invece, fa la parte del “poliziotto buono”. Si dimostra comprensivo, mi rifà le stesse domande di prima e mi chiede per la terza volta se sono del posto (forse qualcosa non li convince o forse il mio accento ha ancora tracce lombarde).
Mi dice che “a causa di quelli come me” riportano molti danni e mi invita a non rifarlo più, che cercherà di aiutarmi e mi chiede se sono disposto a pagare. Rispondo di sì. (tutto sommato sono meno di cinque euro).
Quantifica quanto ho asportato in cento euro. Gli dico che non avrei mai potuto portare via tutta quella roba. (al mio ritmo ci avrei messo anni). Alcuni secondi di silenzio, lui fissa un foglio su cui ha trascritto i miei dati. Poi, la domanda diretta: “quanti soldi c’hai in tasca?” (stupidamente, non ho capito al volo)
Io ho sessanta euro, mi dice di darglieli, li mette nel foglio che ha e va via dicendo “vediamo se così va bene”.
Ritorna con il responsabile dell’A*** (e senza il foglio e quindi senza soldi); Parlottano a voce alta per farsi sentire “aiutiamolo, ha detto che non lo farà più, non chiamiamo la Polizia”. (ma non stava arrivando?), mi viene restituito il documento, poi il responsabile va via e resto solo con “il capo dei vigili” che mi dice che “mi è andata bene, una denuncia mi sarebbe costata molto di più”.
La ciliegina sulla torta
All'uscita, un giovanissimo vigilante mi chiede se "ho risolto" e mi dice che "loro, in effetti cercano di aiutare tutti, non se la sentono di denunciare per poco e guastare la vita delle persone". (ma non mi dice che così più di qualcuno "arrotonda lo stipendio")
Ora posso andare via.
Ora capisco bene quello che dicevano all'epoca sull'autobus.
Ora ho sessanta euro in meno e una certezza in più. (mi è costata cara ma, forse, ne valeva la pena).
Da quanto tempo va avanti questa storia?
Quali e quante persone sono coinvolte?
E quante le vittime?
Eh sì perché, se rubare non è bello, estorcere denaro lo è molto meno.
Denunciare? Certamente si! Ma quanti lo fanno? Forse loro contano molto nel silenzio o nella vergogna di chi viene “beccato”.
Vediamo di stroncare questo “mini-racket nel supermarket”!